Chiesa del'Immacolata

Contenuto

da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi"

Capitolo VII.

di Michele Agresti (1852-1916)

La Chiesa dell’Immacolata

La navata dell'Immacolata negli anni "70 del Novecento
[foto del 16/09/1972, di Lorenzo Attimonelli]

11. La Chiesa dell’Immacolata. Questa Chiesa venne ideata ed iniziata dal benemerito nostro concittadino il P. Vincenzo Savarese [1] della Compagnia di Gesù, quando trovavasi in Andria pei torbidi politici del 1860 e 1870. Ma, costretto Costui ad abbandonare la città nostra, chiamato alle cure del suo ordine, la costruzione di questa Chiesa non andò oltre, e restò per molti anni abbandonata. Se non che il benemerito Mons. Stefano Porro, già Canonico Priore della Cattedrale e Vescovo ausiliare di Andria, nel suo testamento legava una ingente somma per la costruzione e manutenzione di questa Chiesa. Morto nel 1904 il Vescovo Porro, gli eredi [specialmente il nipote Stefano, Mansionario Onorario della Cattedrale], fedeli esecutori della volontà di Lui, fecero tosto dar mano alla costruzione di questa Chiesa, che agile e maestosa si eleva in quel vasto rione della città, che andava priva di una chiesa.
Essa è nello stile lombardo-romano, lunga m. 40; larga m. 24; alta m. 25. È divisa in tre navi di giuste proporzioni. Il prospetto si presenta maestoso e di bell’effetto. La grandiosa porta centrale, che dà accesso alla nave principale, è adornata di colonne, architrave e frontone, nel cui centro è scolpita la Vergine Immacolata. Le due porte laterali, che danno accesso alle altre due navi, portano ancora lesene e capitelli, simili alla porta centrale. Nella parte superiore del prospetto si ergono due grandi finestroni nel suddetto stile lombardo-romano, con luce intersecata da colonnine, da formare finestre bifore e trifore e, sulla parte della sommità centrale, spicca un bel rosone, simile a quello, che si ammira sul prospetto della Chiesa di S. Maria del Fiore in Firenze. Tre finimenti a campanile completano l’andamento del prospetto [2].
Le volte di detta Chiesa sono tutte a crociere, e la nave centrale, per larghezza, è il doppio delle laterali.
Tutti i capitelli sono di pietra di Carovigno, lavorati artisticamente dai buoni scalpellini Andriesi.
Tutto il lavoro di questa Chiesa è stato eseguito dalla Cooperativa Muratori della città, sotto la Direzione dei valorosi ingegneri cittadini Cav. Ceci e Zagaria. Mancano ancora i lavori di pavimento e di decorazione.
Ci auguriamo che presto questo bellissimo Tempio possa essere aperto al culto, e corredato di tutto l’occorrente.
Voglia intanto la Vergine santa dal cielo benedire a questa città, che, alte tante Chiese, intitolate a Lei, vi aggiunge ora questa sotto il titolo nobilissimo dell'Immacolata.
E, con questa novella Chiesa, chiudiamo il presente capo, che tratta delle Chiese figliali della Cattedrale di Andria [3].
NOTE    (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva)
[1] P. Savarese è una nostra gloria cittadina. Uomo di forte ingegno, di tenace carattere, di profonda coltura scientifica e letteraria, oratore esimio, e lustro dell’ordine cui appartiene. Oltre a varie cariche importantissime dell’ordine, egli è uno dei collaboratori della Civiltà cattolica, professore di teologia dommatica, esaminatore del Clero.
[2] Al nostro modo di vedere (pur confessando la incompetenza) quei tre finimenti ci sembrano troppo mingherlini, di fronte alla grandiosità del prospetto.
[3] Gran parte delle notizie riflettenti le Chiese di Andria, l’abbiamo attinta da un manoscritto del valente giureconsulto Giacinto Borsella, intitolato: Andria sacra; del quale pare siasi pure servito largamente Mons. Merra nelle sue monografie andriesi.

 [testo tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi" di Michele Agresti, tipi Rossignoli, Andria, 1912, Vol II, pag. 124-125]