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[manoscritto - foglio 36, verso]
[traslitterazione in caratteri stampati]




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nota
illeggibile
nella copia
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che tutti li predetti capi di decisione, e cose contente in esse, s'abbiano ad unquem ad
osservare iuxta loro forma, continenza, e tenore, sotto la medes.a pena di libre
venti di cera lavorata, applicanda alla parte, che osserverà le cose pred.e, in=
currenda in qualibet vice: e per osservanza di che, la presente vien firmata
di nostra mano, e suggellata col solito nostro suggillo, perche se ne possa fare
caso publico ad futuram rei memoriam. Datum Andriæ in nostro Episcopali
Palatio di 26 mens Aprilis 1609. = Antonius Francus Episcopus Andriensis. Loc.Sigl.
   Firmata tal concordia fra li due capitoli, se ne vidde l'osservanza per molti
anni, ed il Vescovo, che fu longevo nella sua sede, non venne piu turbato dalli
cõmuni dissidj, se ben nella necessità di dar providenza a diversi altri incon=
In questi tempi era vescovo
venienti particolari per il buon regolamēto della disciplina. Per tanto il Pa=
dre Vincenzo Carafa, Fratello del Duca Antonio, e Figlio del fu Duca Fabrizio, e
della Duchessa D. Maria Carafa Stigliani, la quale erasi ritirata nel monistero
della Sapienza in Napoli, col nome di Maria Maddalena, dico che a richiesta, e preci
di esso Duca Antonio, venne a starsene in Andria per un mese nell'anno 1610.
In questa sua dimora egli diè a questi cittadini un spettacolo di se tutto edificãte,
esercitandosi in predicare la parola di Dio al popolo, in sovvenire li poveri, por=
tandosi per la Città accattando limosine, ed in ogn'altro impiego della vita apo=
stolica; ed in questo tēpo indusse egli il suo Fratello Duca D. Antoni, e Duchessa
D. Francesca Lanoy sua cognata a fondare un Convitto di Fanciulle povere, or=
fane, e periclitanti a loro spese. L'abitaz.e di queste Fanciulle fu destinata in
quel Palazzo al Pennino, a noi noto sotto il nome de' Sig.ri Petusi, ove al presē=
te
fà domicilio il Sig.r Canonico Lisi, co' suoi Nipoti. A questa abitaz.e eravi attac=
cata una cappella, sotto il titolo di S. Catarina, dove le dette convittrici si condu=
cevano per gli esercizi della Religione. Venivano istruite dalle maestre loro
destinate, in quei lavori, ed arti proprie, per il loro sesso; e sopra di esse non v'era
ingerenza del Vescovo, ma governate venivano immediatam.e dalla Casa
Ducale per li suoi ministri. Scorsa la dimora del P. Vincenzo, egli si ritirò in Na=
poli nel suo Colleggio il Gesu Vecchio, dove dopo alquanti anni fu eletto ministro Pro=
vinciale. Il p°genito de' Duchi, chiamato Fabrizio, giunto all'età matura fu
dato in Sposo a D. Emilia Carafa, Figlia di D. Luiggi Conte di Tiana, e Carinola,
e di D. Lucrezia del Tufo, figlia del Marchese di Lavelli nell'anno 1615, li
quali fecondi di prole, ricevettero il p°genito nell'anno 1617, chiamato Antonio,
in grazia dell'avo vivente: Il secondo genito D. Carlo comparve al mondo
nell'anno 1619. Succede a questo il terzo D. Ettore nell'anno 1621. ed il quarto D.
Geronimo nacque loro nel 1623. nel quall'anno infermatosi il Duca Padre diè
termine alla sua vita pochi mesi dopo la nascita dell'ultimo suo genito: Ed en
tra nel possesso del Ducato il suo p°genito Fabrizio. Erano scorsi ben quattordici dieci
anni, dacché il clero delle due chiese, per l'ultimo riferito concordato, godeva pa=
ce, ed armonia. Nell'anno però 1619 si sveglia un nuovo rumore e disturba
Poichè dal Vescovo Antonio Resta come poco prima si disse
la quiete nella quale erano vissuti; non si tollerava con animo tranquillo da'
Preti della Cattedrale la predica quaresimale nella Chiesa Collegg.a, la quale sin
dall'anno 1605 ne aveva ottenuta confirma dalla S.C. con quella lettera espres=
siva al Vescovo, già di sopra riferita, ove si ordina, che non impedisca al Colleggio
suonarla, e predicarla  a suo piacere, ed a quell'ora, che li pareva. Non sapendo
come eludere un tall'ordine, colludendo col Vicario del Vescovo, questo publica par

Poiche dal fu