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[manoscritto - foglio 46, recto]
[traslitterazione in caratteri stampati]
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quali rendevano il dieci per cento, Detta Colleg.a sarà necessitata pigliar Stabili,
che renderanno due appena, o tre per cento;oltre l'esser morti notabil quanti=
tà di Sacerdoti; Onde per la notabile diminuzione dell'entrate, e de' Sacerdoti,
il sodisfare al peso solito delle messe, sarà impossibile; Per il che ricercandosi
opportuno rimedio dell'EE.V.V. la supplicano dar facoltà al Vicario, che fac=
cia congrua riduzz.e delle messe, adeguata alla quantita dell'entrate, ed alla
possibilità, e numero de' Sacerdoti. E perche da questa Sac. Congreg.e s'è da=
ta già la risoluz.e sopra di ciò, rimettendo all'Ordinario il far detta riduz.e
supplica il d.o Capitolo l'EE. V.V. a volerli concedere un dupplicato, essendo=
si smarrito per l'espurgo l'original decreto. La S. C. senza esitanza ri=
mette il dupplicato, in cui si registra l'originale, che è di tale tenore =
Die 9.o Iunii 1657. Sac.a Congreg.o Emin.um Cardinal.um Conc.i Trid.ni Interpret.um
attenta facultate a SS.o Dnō Nostro sibi tributa, ac relatione Episcopi
Andrien, eidem commisit, qui dictas missas supra celebrandas ad pro=
portionatam reddituum quantitatem, more Regionis inspecta ad bi=
ennium moderet.r, atque reducat. = F. Cardin.is Paulutius Præfectus. All'
Ill.o e M.o Redō Sig.e Vicario d'Andria. Pervenne in Andria questa lettera
nella fine di 7bre del d.o Anno, ed in suo vigore fu fatta la rid.e delle messe.
  La Vescovil sede di Andria, vacante per la morte del predecessore D.
Ascanio Cassiano, già nel corso del sesto mese, non si vedeva proveduta
di successore; ma nel dì 16 9brē di quest'anno 1657, il SS.o Pontefice Ale=
sandro VII la riempe in persona d'un Prete, Arcidiacono di Mi=
nervino, chiamato D. Alesandro Egizio. a\  Chi si condusse in resi=
denza sul principio dell'anno entrante 1658. Fu questo Vescovo di
lunga età, avendo occupato questa cattedra per lo spazio trentadue,
nel cui corso non poco di rammarico tollerò da domestici, ed esteri,
nè fù indifferente alle pendenze per un capitolo piu tosto, che per l'
altro; tal che, sopragiunto il mese di luglio, in cui celebrar doveasi
la Festività della gloriosiss.a Vergine del Carmine da ambidue li
cleri nelle respettive loro chiese ne' giorni prefissi, ecco di bel nuo=
vo si presenta l'Universita, a chiedere l'impedimento della Festivi=
pred.a nella Chiesa di S. Nicola, col  spezioso  pretesto d'aversela
eletta per Pnã della Città, e perciò teneva raggione di proibirla in
altri luoghi. A queste petizioni il Vescovo era favorevole, e non am=
metteva ragioni in contrario. Ora il Colleg.o cava fuora il Decreto
della S. Congreg.e, con cui dichiarò non esse locum confirmationi
electionis in Patronam civitatis & sin dal dì 30 di Giug.o dell'anno scor=
so 1657, come sopra si riferì, e lo presenta al Vescovo nel dì 13 di d.o
mese, ed anno, per mano de' suoi Deputati li RR. Primicerio Caputi,
D. Annibale Quarto, e Franc.o Montenegro: die 13 mens. Iulii 1658 &.
La presentata di questo apostolico decreto fu valevole a mettere il Ve=
scovo in seria riflessione, e nell'indifferenza, ed accettatolo con rive=
renza: eodem die, per il cursore della sua Curia Marino Coratella lo fe'
notificare alli Deputati della Cattedrale, li RR. D. Franc.o Giacomo Fa=
nella Cantore, D. Cristofaro Conte, e D. Carlo Catafaregna; argomento
certo, che il clero Clero della Cattedrale era in concorrenza co' laici
dell'Universita


























a\  Ughelli
Ital Sac. t. 7.o