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Domenico Di Leo

RICERCA SULLE ORIGINI DI ANDRIA

stralcio dalla tesi di laurea del 17/12/1971

Parte II - le fonti letterarie:
I presunti vescovi dell'VIII secolo


Alcuni storici locali [1], ricopiandosi l’un l’altro credono di poter dimostrare l’esistenza di 3 vescovi dell’VIII secolo. È ancora un tentativo inteso ad anticipare le origini di Andria sia come città che come sede di diocesi, e a salvare, indirettamente, l’esistenza del vescovo Riccardo del V sec., di cui ho già mostrato l’insussistenza.
Ancora una volta essi si appoggiano all’Ughelli [2] che afferma di aver trovato la sottoscrizione di un vescovo Cristoforo tra quelle degli altri vescovi intervenuti al concilio di Nicea: “Christophorus in Concilio Niceno subscriptus reperitur anno 781”.
Ma il Bollandista Paenbroeck contesta l’affermazione dell’Ughelli: “Nam, quem Ughellus praemonit Christophorum inter Niceni II patres an. 787 nominatum, non fuit Andriensis ex Italia, unde nemo, uti neque ex toto occidente ullus ibi comparuit, sed Andriacensis ex Thracia Episcopus” [3].
Tale osservazione del Papenbroeck fu accolta pure da Labbe e Cossart che nella loro opera [4] diedero incerta la provenienza di Cristoforo: “Christophorus Episcopus Adriaces vel Andriaces vel Adriae”. Il Gams infine, forse notando che nel 781 il Concilio di Nicea non era ancora cominciato, corregge l’Ughelli aggiungendovi la data del 787 che è quella del Concilio [5].
È interessante notare le diverse posizioni assunte dagli studiosi locali di fronte a tale questione.
Per il D’Urso [6] naturalmente, l’Ughelli ha ragione: Cristoforo fu vescovo di Andria e partecipò al Concilio di Nicea; e apporta come ulteriore prova dell’esistenza di Cristoforo una dedica da questi apposta su un quadro di S. Riccardo, che venne poi distrutto durante il saccheggio francese del 1799. Questa la dedica: “Divo Richardo Andriesi Episcopo Christophorus ejusdem Aecclesiae indignus antistes p. an. Chr. Red. DCC …”. Ma mancavano alla data altri numeri “essendo tarlato questo pezzo del quadro” [7].
L’Agresti invece rinuncia al vescovo Cristoforo,rendendosi forse conto che era poco probabile che questo vescovo fosse andriese, e le sostituisce senza addurne motivi con un certo Gregorio nominato nel necrologio dell’Avellana alla data del 22 Agosto senza l’indicazione dell’anno: “Obiit dominus Gregorius Sancti Andrii episcopus commissus noster” [8]. L’autore non si preoccupa però di ciò che è detto subito e cioè: “Insignis lacuna, quae a saeculo VIII ad XII, in episcopis Andriensibus protenditur, Graegorii fede aliquatenus impleri potest. Ad diem vigesimam-octavam Augusti…”.
Un altro vescovo lo trova infine il D’Azzeo [9] che così annuncia la sua scoperta: “mi permetto di aggiungere un altro vescovo scoperto da me nella collezione dei Concilii del Mansi [10] fra i vescovi sottoscritti al Concilio di Nicea”. Vi è infatti un Constans o Costantinus episcopus Andri per il quale vale la stessa osservazione che si è fatta agli altri e che cioè la somiglianza dei nomi latini ha fatto confondere Andros delle Cicladi e Andriacem nella Tracia, con il nome della nostra città, confusione nella quale è cascato anche l’UGHELLI ( spinto forse da richieste locali)[11]. Per il D’Azzeo invece non ci sono dubbi; scartata la partecipazione del vescovo Cristoforo  al  Concilio di Nicea afferma però la sua esistenza [12] in Andria tra il 781 e il 787, presunto anno di morte [13]. A recarsi a Nicea il 787 fu invece un nuovo vescovo di Andria Costantino o Costante.


[1] cf. D’URSO, AGRESTI, MORGIGNI E MUCCI.
[3] AA.SS., t. XII, p. 245
[4] LABBE – COSSART, Collectio Conciliorum, Parigi 1678, t. VII, pp. 706, 738, 790.
[5] GAMS, Series Episcoporum, Ratisbona 1873, pp. 848-849 (Serie completa dei Vescovi di Andria da S. Riccardo –492– a M. Gaudi -1872-).
[7] id., ivi
[8] MITTARELLI – COSTADONI, Annales camaldulenses, t. III. p.84 (Venezia 1758).
[9] D’AZZEO, op. cit., p.55
[10] MANSI, Collecto Conciliorum, Firenze 1766, vol. XIII, pp. 150, 374, 395, 727, 739.
[11] FRAIKIN, Andria, in :Dictionnaire d’Historie et de geographie ecclesiastiqhes, Parigi 1914, col. II, coll.1761.
[12] Per provare l’esistenza di questo vescovo si rifà a quanto ha già detto D’Urso a proposito del quadro di S. Riccardo, fatto dipingere dal vescovo Cristoforo verso il 781. Ma la dedica scritta sul quadro e la data “era a stenti reperibile” dice il D’Urso (op. cit., p.39 mentre D’Azzeo, che non l’ha mai vista, dice che “si leggeva chiara” (op. cit., p. 9). È facile notare che colui che lesse quella iscrizione quando il S. Riccardo del V sec. sembrava sacro e intangibile, lesse una “D” dove doveva leggersi una “M” (cf. Monterisi, op. cit. p.58). L’equivoco fu facile in quanto la “M” epigrafica si scriveva così: “CIƆ”; bastò pertanto che la prima “C”, sbiadita e tarlata, non fosse più leggibile perché restasse una “IƆ”. Reintegrando pertanto la data si avrebbe il 1200 circa e non il 700; d’altronde, come abbiamo già visto, verso il 1200 nella lista dei vescovi compare un anonimo che poteva benissimo essere questo Cristoforo. Il quadro dimostra tutt’al più l’esistenza del culto di S. Riccardo già nel 13° secolo.
[13] Bisogna notare qui che il D’azzeo prende come data di morte di Cristoforo il 787 che Gams invece aveva posto per sostituire il 781 dell’Ughelli, ritenendo errata tale data.