Contenuto

Storia della Città di Andria ...

di Riccardo D'Urso (1800 - 1845), Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 71-73

Libro Quarto

Capitolo VII.

Istituzione dell’ordine Minoritico del Patriarca S. Francesco in questa Città.
Matrimonio di una figlia bastarda dell’Imperatore Federico. Anni 1230.

Nell’aprile di quest’anno, mentre l’Imperatore Federico trattenevasi in Puglia, il Taumaturgo di Assisi visitava questi luoghi, spargendovi il seme Evangelico, e piantando il suo Serafico Istituto: il quale sin dal 1204. si era incominciato a propagare per l’orbe Cristiano. Andria gustato appena il celeste nettare della sua Predicazione, si determinò alla fondazione di due Case Religiose sotto la sua regola. Federico per altro non si opponeva a tale pio desiderio de’ popoli, perché tra le altre cose aveva ocularmente esperimentata in Bari la santità del Patriarca; mettendo a prova la sua castità illibata, e la sua povertà. Favorito perciò dall’Imperatore, sulle prime quest’Ordine, si dilatò da per ogni dove de’ suoi Dominii. Delle due case erette qui, dette l’una degli Osservanti e l’altra de’ Conventuali, quale fosse stata la prima a fondarsi non saprei deciderlo. Di S. Maria Vetere si vuole da patrie memorie che fosse Convento della primiera origine; poichè da qui usciva il maestro Provinciale a visitare gli altri pochi, e rari Conventi nella Provincia, sino dagli anni dell’infanzia di questa Religione. Porta questo Convento l’indicativo di S. M. Vetere, dacchè fu fabbricato accanto ad un antico edifizio, dove si venerava una vecchia Immagine della Madonna, detta S. Maria Vetere: e siccome questa vecchia Chiesa venne incorporata colla nuova, cosi conservossi la pristina denominazione.
Quanto occorse per la fondazione di detta casa Religiosa, tutto venne fatto a spese di questo Comune, coll’obbligo però, che doveva mantenere lo studio della Teologia pe’ suoi alunni, ed uno spedale per gl’infermi [1]. La Bolla poi di concessione spedita dal Pontefice Eugenio IV. Nell’anno 1436. non offende la sua antichità; mentr’essa, come dicono i Cronisti, fu conferma, e sanatoria di esso Convento. Difatto tra le altre assicurazioni troviamo nel 1420. questi Padri chiamati legatarii nel testamento di Francesco II. del Balzo. Debbe quindi riferirsi la sua origine bellamente al 1230.
Intorno alla fondazione de’ Francescani Conventuali incontriamo notizie più precise. Leggesi a caratteri gotici intorno al lembo di quella porta del Convento sita nel primo suo Chiostro, questa iscrizione «Hoc opus factum est in anno Domini 1230.» ed appresso anche con gotici caratteri = «1346 Sub Pontificatu Domini, Domini nostri Clementis VI. Papae, per magistrum Bonannum de Barulo» - Questa contraddizione di epoche pare a prima fronte volere spargere una qualche confusione; ma il tutto si chiarifica colla nostra patria tradizione, sostenuta dal Muratori e da altri storici.
Gli Andriesi profittando delle salutari insinuazioni del Patriarca di Assisi, in quest’anno 1230. col consenso di Federico gittarono le fondamenta di questa casa; d’indi ne fu eretto un braccio, ed occupato da uno scarso numero di Padri. Ma non guari dopo l’Imperatore, de’ suoi pretesi disgusti con la S. Sede attribuì la causa ai Religiosi sparsi pei suoi Dominii; i quali, a sua credenza, tenessero delle corrispondenze in Roma; e così per mezzo loro si svelassero al Pontefice le sue operazioni nel Regno. Sbandì quindi dalla Sicilia, e dalla Puglia i Religiosi Domenicani, Francescani, e Benedettini [2], a riserbo di pochi. Or quella fabbrica qui incominciata nel 1230. per la indignazione di Federico lasciò sospesa. Ma dopo cambiate le cose, e richiamate queste Religioni al loro pristino vigore, se ne riprese il travaglio, che fu terminato nel 1346. sotto il Pontificato di Clemente VI. Ed ecco il perché nella stessa iscrizione pel medesimo indicamento si trovano due epoche differenti di 116. anni tra loro.
Non è da negarsi però che queste due Comunità Religiose, che furono le prime dopo i Templarii, e Teutonici, a metter piede in città, avessero contribuito dassai ai vantaggi spirituali degli Andriesi e per la esemplarità de’ costumi e per la coltura delle scienze. I Francescani Conventuali, avendo ottenuta da Roma ne’ tempi posteriori la concessione di potere acquistare, vennero talmente doviziati dalla pietà de’ Fedeli, che il loro Convento per gli speciosi poderi, ha sempre primeggiato a fronte di tutti gli altri della Provincia sino al 1809. epoca fatale della sua soppressione. Il ristauro del sacro Tempio in forma elegante col rinnovamento della Sagrestia si riebbe alle cure de’ Padri Maestri Scarcelli, e Pisani Andriesi. Di quest’ultimo si osserva il ritratto in alto rilievo con iscrizione in marmo statuario in Sagrestia. Finalmente nell’anno 1772. essendo maestro dell’ordine il Padre fra Vincenzo Marchio, e Guardiano il Padre fra Saverio D’Urso anche Andriesi, surse a maggior ornamento della città il campanile di elegante architettura, il quale rammenterà sempre l’opulenza di questo Chiostro ai secoli che verranno.
Dell’Imperatore Federico troviamo l’ultimo attestato della sua predilezione per Andria nel 1249. quando egli qui volle solennizzare il matrimonio di una sua figlia bastarda con Tommaso di Aquino Conte della Cerra [3].
NOTE
[1] Vadingh Cronista della Religione Francescana, Tom. 2. pag. 51. Prope Civitatem Andriae in Regno Neapolitano ex publicis facultatibus, Domus altera Beatae, Mariae Veteris nuncupata, constructa est, quae bino inservit usui, et adolescentibus in Sacra Theologia erudiendis, e infirmis medendis etc.
[2] Giann. lib. XVII. pag. 433. vol. 2.
Murat. Annal. d Ital. Ann. 1239. 1250.
[3] Capecelatro, parte II. stor. di Nap. pag. 300.