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Storia della Città di Andria ...

di Riccardo D'Urso (1800 - 1845), Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 143-145

Libro Settimo

Capitolo VI.

Filippo III. Re di Napoli. Antonio Duca di Andria. Suo Vescovo Antonio de Franchis.
Ultime notizie sulla Chiesa di S. Maria de’ Miracoli.
Scoprimento della Immagine della SS. Vergine detta Mater Gratiae.
Compra del Marchesato di Corato.
Anni 1604.

Dietro la morte di Monsignor Basso, venne trasferito a questa Sede da Clemente VIII. D. Antonio de Franchis Nobile Napolitano, e già Vescovo di Ravello. Questo Prelato, nel primo anno della sua residenza, osservando che la SS. Vergine de’ Miracoli non lasciava passare giorno senza nuove grazie, si determinò chiamare ad esame, e fare la ricognizione di tutt’ i miracoli sino a quel tempo avvenuti, per riunirli in processo, ed autenticarli. Ordinò nel dì 4. Marzo del 1605. al suo Vicario Generale D. Ferrante del Giudice, Dottore di ambe le leggi, che avesse invitati da questo Capitolo Cattedrale alcuni savii, non che dal ceto de’ Patrizii taluni Dottori, per venirne allo scrutinio. Furono a tal uopo invitati il Rev. Arcidiacono D. Pietro Paolo Conoscitore, il Rev. Arciprete D. Tarquinio Volpone, il Rev. D. Marino Ciappetta, il Rev. Giampietro Palombella: dal ceto secolare, il Dottore D. Alfonso Conoscitore, il Dottore D. Gianlorenzo Vitagliano, il Dottore D. Gianantonio Curtupassi, e l’ornatissimo Padre Fra Tommaso di Oliveto Guardiano de’ Cappuccini di Andria. Questi, riuniti in sessione nella casa del Vescovo, scesero a minuto scandaglio sui miracoli operati dalla Vergine; e dopo aver tutti toccata con le mani la loro veracità, Monsignore li ridusse in processi, e li autenticò, conservandoli originalmente in questa Curia Vescovile.
Ed a compimento di questo articolo soggiungo, che per concessione ottenuta dal Re Cattolico Filippo III. solevano innanzi alla Chiesa di S. Maria de' Miracoli celebrarsi due fiere. L’una si apriva nel primo Sabato di Giugno in ricordanza dello scoprimento della prodigiosa Immagine, e l’altra nel giorno di S. Lorenzo 10. Agosto, in memoria della consagrazione di detta Chiesa. Avvi una lettera del Cardinale di Montalto D. Andrea Peretti spedita da Roma nel dì 6. Dicembre del 1602. al nostro Vescovo D. Vincenzo Basso, in cui raccomandava la esatta osservanza del Decreto Reale intorno a queste due fiere. Queste sono state nel loro pieno vigore sino all’anno 1770. con un concorso immenso di mercatanti, e compratori. Eranvi nel dintorno del Monistero tante baracche per comodo delle merci da negozio e tanti stanzini, de’ quali ancora esistono gli avanzi. La fiera però più clamorosa, e frequentata da un numero incalcolabile di forestieri era quella di Agosto.
Ma corrono circa anni settanta, come ho testé segnato, dacché queste si sono dimesse, e ne fu questo il motivo. Era attribuzione del Governatore di questa Città farne personalmente l’apertura, a patto però che il Monistero dovesse forzosamente mandare la sua carrozza con un Padre a rilevarlo da qui. In una delle volte avvenne che il Governatore trovossi assente, ed un nostro concittadino lo sostituiva [1]. In questo stato di cose i Monaci Benedettini imprudentemente si avvisarono, nè doversi mandare la vettura, e nè praticarsi questo solito officio da un Padre. Il nostro concittadino, rispettando i dritti patrii, si rifiutò da per sé conferirsi sul luogo. Mentre intanto correvano scambievolmente le proteste, i Monaci volendo spiegare il loro mal talento posero a rovescio tutte le tende, e baracche perchè fatte a loro spese; ed i negozianti espulsi, ebbero a fuggirne. Così per deplorabile debolezza degli Andriesi, si perdé quel privilegio, ch’era di tanta rinomanza per essi. Tale e tanto era l’impegno de’ forestieri per venire in occasione delle fiere, a visitare questo Santuario, che ne’ capitoli matrimoniali uno de’ patti precipui, che mettevasi nella stipula, era quello di essere strettamente tenuto lo sposo condurre la futura consorte a visitare il Tempio di S. Maria de’ Miracoli di Andria nel primo anno dell’Imeneo. Ma lasciamo questa si amara ricordanza, che muove assai la bile.
Avendo il nostro Duca Antonio presa per moglie D. Francesca de Lanoy [2], figlia del Duca di Bojano, ed erede universale degli stati paterni; da costei riportò un figlio chiamato Fabrizio. Questa Duchessa, oltre alle tante ricchezze portate nella casa Carafa, vi aggiunse in famiglia una stretta economia. Quindi in breve tempo non solo appianò tutt’i vuoti da lei trovati; ma anche vi ammassò tesori. Essendosi allora aggiudicata al Regio Fisco la terra di Corato per la morte della Marchesa D. Beatrice Ruo senza eredi, presto Antonio presentò supplica al Re Cattolico Filippo III. per farse la compra. Sua Maestà gliela concesse, e per mezzo del suo Vicerè di Napoli D. Pietro Ernandez de Castro, Conte di Lemos, si convenne sul prezzo di ducati settantamila. Si effettuò la compra, ed il pubblico Istrumento fu rogato dal notajo Nicola Gentile colla data del dì 26. Giugno 1615. sborsandosi la indicata somma nell’atto della stipula.

Scovrimento di una immagine della Madonna della Grazia.

Essendo giunto l’anno 1622. il Duca Antonio soggiacque al tempo, e gli successe il figlio Fabrizio III. ma Duca V. di Andria. A tempo di costui avvenne lo scoprimento della Santissima Vergine, detta Madre della Grazia.
Eravi nel centro di Andria, accanto all’Orologio de’ Duchi del Balzo, una piccola Cappella eretta da tempo immemorabile, sotto il titolo del Precursore S. Giovanni Battista, dalla nobile e vetusta famiglia de Majoribus. Essendosi questa da qualche secolo estinta, era perciò rimasta la Cappella nella dimenticanza ed abbandono. Quando nell’anno 1624. la Santissima Vergine pretese l’onore dovuto ad una sua Immagine dipinta in quella Chiesa. Si compiacque presentarsi in visione ad una pia e santa Donzella chiamata Dorotea Vangella, colla quale tra il sonno e la veglia lamentossi della ingiuria, che Essa riceveva in quella cappella. Questa pia Donna il mattino levatasi di letto, corse a manifestare la visione al Vescovo, ch’era tuttafiata Monsignore de Franchis. Questi ricevuta appena la notizia, si conferì nella predetta antica e crollante Cappella; e facendovi diligenza, scoperse nella parete la Immagine della Vergine, tenente nelle braccia il Bambino Gesù, e sotto eravi questa indicazione «Sancta Maria Mater Gratiae.».
L’andata del Vescovo, lo spaccio della visione, lo scovrimento della Immagine ch’era sotto un panneggio di ragnatela, vi attirarono in folla gli Andriesi. Ma qui non furono tanto profusi e frequenti i miracoli, come nella valle di S. Margherita. Fu però oltremodo chiassoso il primo in persona di un cieco, il quale non aveva riportata la grazia della vista innanzi alla Immagine della Santissima Vergine de’ Miracoli, e l’ottenne innanzi a questa. Si videro perciò affollarsi anche a questa Chiesa le ricche obblazioni de’ Fedeli. Fu cura del Vescovo destinare alcuni probi Ecclesiastici per raccoglierne le offerte, e formarne un deposito. Per mezzo di questo venne dopo edificato quel Tempio, ch’è di non mediocre considerazione, come osservasi tuttavia. Vi assegnò del pari dalla Chiesa Cattedrale alcuni Cappellani i quali dovessero interessarsi pel suo culto, e mantenimento. Dalle posteriori obblazioni si formarono tanti utensili di argento, come calici, candelabri, lampade, e la investitura dell’Altare maggiore tutta a piastre di puro argento. Questi ricchi oggetti durarono in detta Chiesa sino al 1760. e poi passarono a materiale di monete.
NOTE    (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva dell'intero argomento)
[1] Il Galantuomo D. Pasquale Spagnoletti.
[2] Era questa anche Signora di Capriata in Terra di Lavoro , e Domina della Guardia Lombarda. Il di lei avo fu D. Carlo de Lanoy Principe di Solmona, e Vicerè di Napoli per l’Imperadore Carlo V.