G.Ruotolo - I Casali di Andri

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da "Il volto antico di Andria Fidelis"

di Giuseppe Ruotolo (1889-1970)
(stralcio)

I CASALI DI ANDRI


La parola Casale appartiene al latino medioevale e significa un piccolo gruppo di case. La formazione dei casali avvenne subito dopo la colonizzazione romana.
Lo sfruttamento dei terreni più adatti alla coltivazione fu principalmente opera di ufficiali e soldati romani, che avevano anche il compito di difendere il territorio per la grandezza e prosperità di Roma. I militari avevano diritto, secondo le disposizioni del tempo, a far propria la terra di conquista, quando avevano raggiunta una certa anzianità di servizio. Ogni soldato riceveva in premio 50 jugeri, il centurione 100 e il cavaliere 150.
Inoltre alcune famiglie patrizie, allettate dal clima e dalla fertilità dell’Apulia e Calabria, vennero a stabilirvi la loro dimora. Così sorsero le ville romane e, con l'andar del tempo, moltiplicatesi le famiglie, si formarono numerosi villaggi, di cui alcuni ricordano i nomi di quelle famiglie.
Comunemente si ritiene che i paesi con desinenza in anum, come Conversano (Cupersius), Cassano (Cassius), Rutigliano (Rutilius) in provincia di Bari e molti piccoli comuni del Salento, abbiano origine gentilizia.
I casali ebbero anche nome di santi, cui era dedicata la chiesetta del luogo, come S. Lucia, S. Ciriaco, o denominazioni tratte dalla natura del terreno come Spineto (luogo coperto di spine), oppure con la stessa denominazione di casale. Trinitapoli è chiamata dal popolo il Casale: Casali si denominano ancora molti comuni in provincia di Salerno, Chieti nell’Italia centrale e settentrionale. Un buon numero di essi sorse nei vasti possedimenti dei monaci e gli abitanti vivevano sotto la paterna giurisdizione dei monasteri.
Inoltre distrutte in tutto o in parte le popolazioni di antiche città, nel recinto di esse si formarono diversi gruppi di abitazioni. somiglianti ai casali, sparsi nelle campagne. Ciò si può arguire dalle tombe di epoca remota, sparse a gruppetti nell’ambito delle città, come si è constatato a Canosa. Ogni famiglia aveva accanto alla casa il campicello, che coltivava, e gli avelli, in cui riponeva con cura religiosa i resti mortali dei defunti.
Andri ebbe i suoi casali, in cui si suddivideva la città come in tanti quartieri. Ciò è dimostrato anche dalla toponomastica locale, che ricorda il Casalino. Si noti l’esistenza di un comune nella provincia di Novara col nome Casalino.
I casali, che formavano nell’alto medioevo Andri erano, a quanto sembra: Casalino, Catacana, (voce greca che significa collocato in basso), Grotte S. Andrea, S. Fortunato, S. Lorenzo. S. Onofrio, S. Ciriaco, il Borghello.
Nel territorio agricolo di Andri erano disseminati altri casali, come Cicaglia, Trimoggia (1), S. Lizio, Spineto, Calicchio (forse abbreviazione di Casalicchio), S. Lucia ed altri. Col tempo, per scorrerie e devastazioni, compiute da soldataglie di popoli rapaci, questi villaggi scomparvero in quasi tutta la Puglia settentrionale, mentre continuarono ad aver vita nel Salento.
I grossi centri della provincia di Bari possono essere spiegati dall’incremento dato dai normanni specialmente con la costruzione di fortificazioni. Certamente i superstiti casali del territorio di Andria si estinsero dopo la formazione della cinta di mura, avvenuta per opera del normanno Pietrone. Il clero di Trimoggia si rifugiò ad Andria nel 1104. Pur essendo di dubbio valore la pergamena, conservata nell’archivio della Collegiata di S. Nicola, che riporta gli accordi tra il capitolo della cattedrale e il clero di Trimoggia, la notizia riferita del trasloco è di assoluta certezza. Sacerdoti e popolo trimodiensi si raccolsero in Andria ospitale e innalzarono un tempio a S. Nicola, le cui reliquie gloriose rapite a Mira formavano il vanto e la speranza di grandezza dei ma-rinai baresi.
Riuniti tutti i casali, avemmo l’Andria del sec. XII con l’aspetto di una vera città con diversi quartieri e circondata di mura. Non facciamo la quistione se Andria prima di questo tempo era una città. La crediamo oziosa. Andria può essere denominata città anche in riferimento al medioevo ob antiquitatem, essendo continuazione della Netium peuceta.
[da “Il volto antico di Andria Fidelis”, di G. Ruotolo, tip. G.Martano-Negri, Chieri, 1945, pagg.46-49]

(1) Questi due casali sono ricordati in una pergamena dell’843, esistente nell’archivio della cattedrale di Trani - Prologo: Le carte della Cattedrale di Trani - Vecchi, 1880.