Meriggio - P.Cafaro

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Meriggio

Di ardente luce il cielo accende il castello vetusto.
La torrida estate divampa
dagli arsi cieli all'erbe bruciate del colle: silenzio
per tutta l'inerte campagna.

Io mi rifugio, solo, nel chiuso maniero che sembra
un vuoto palazzo incantato.
Per le sue porte rōsee, fantāsime forse usciranno
nell'ora ad ognuno preclusa.

Forse verranno pallide figure di vergini bianche
svanite in un sogno d'amore,
forse paggi inseguenti le dolci madonne scomparse,
o forse un troviero smarrito.

Ma no: tornate voi Valchirie, volanti tornate
con chiome diffuse nel vento,
e riportate l'eco dei dė che le corti di Puglia
fiorivano in corti di amore.

Assiso qui lo Svevo in mezzo ai poeti raccolti,
anch'egli cantava d'amore,
con Enzo e con Manfredi, nel nuovo idioma d'Italia
un secolo prima di Dante.

Ed era tutto un maggio dall'inclito clivo scendente
per vecchie boscaglie concluse
agli aperti vigneti, al mare alācre di vele:
un florido maggio di vita.

Pasquale Cafaro

[pubblicata in "Poeti di Puglia": Pasquale Cafaro - momenti lirici - "Castel del Monte"; collana edita da Centro Librario, Bari, 1966]
Foto di C. Sforza, 1900 (rielaborazione elettronica del colore)