sala Est, detta «del Trono»

Contenuto

bifora della sala del trono (foto N. Nemore)  serraglia
porta-finestra che dà sul cortile interno
crociera della volta

Sala Est, detta «Sala del Trono», sul portale d'ingresso

"... da una porta a destra [della sala a Sud-Est, l'VIII del piano superiore] si accede nella sala I, tradizionalmente definita «sala del trono», fornita di una scala nella torre 8 che porta al tetto, e di una grande finestra rivolta ad oriente, oltre una porta-finestra che dà sul cortile interno, una volta collegata alle altre porte-finestre delle sale IV e VI dello stesso piano, come è provato da una mensola che la sosteneva e che è ancora al suo posto. Questa è senza dubbio la sala più importante del maniero, per la sua posizione sovrastante l'ingresso principale dell'edificio la cui saracinesca veniva manovrata appunto dal vano della finestra, e per essere il punto di arrivo di un itinerario privilegiato e senza passaggio nella sala II. Non c'era forse un trono, ma era evidentemente stata progettata perché l'imperatore la usasse come suo soggioirno preferito, come luogo di colloqui, studio, lettura, e per trattarvi i necessari affari di Stato durante le brevi soste in questo luogo di riposo, sognato e quasi certamente mai goduto."

[da "Castel del Monte, il reale e l'immaginario" di Giosuè Musca, in "Castel del Monte" , Adda Editore, Bari, 1981, pagg.40-41]

"Già dalla 1a sala notiamo una più attenta cura dei particolari, una policromia di marmi, un più accentuato senso decorativo di ispirazione gotica, insieme ad aperture più funzionali ed eleganti, come la bifora e la porta - finestra, da cui la luce penetra abbondantemente, mettendo in risalto i motivi architettonici e dando un tono regale e raffinato agli ambienti.
Questa sala e le altre sette del piano superiore, di forma trapezoidale, come quelle già visitate, colpiscono per una variante di effetto, rispetto al piano inferiore: anche qui quattro pilastri riquadrano il trapezio, ma non in maniera così incisiva come nelle sale all'inferiore, poichè i basamenti poggiano sul sedile di pietra, che corre lungo tutta la sala come uno stilóbate. Ciò ci fa pensare che la pavimentazione (è difficile immaginare come sia stata, ma certamente impreziosiva l'ambiente) si stendeva ininterrottamente per tutta la sala, senza il disegno geometrico notato nella VIII sala [di Sud-Est] del piano inferiore, rimarcando così l'ampiezza dell'ambiente.
I pilastri sono tristili (è questa una membratura tipicamente gotica) fortemente rastremati verso l'alto, per raccogliersi, con un sottile astragalo a tre semianelli, nel capitello corinzio. L'abaco, come il plinto, è ottagono e libera cinque lati, da cui si dipartono cinque costoloni, con la medesima simmetria notata al piano inferiore. I costoloni in diagonale, però, hanno un profilo modellato a toro; mentre gli abachi si presentano, come abbiamo rilevato parlando delle porte - finestre, con dentellatura, e i capitelli si illeggiadriscono di acanto a foglia larga, lievemente scolpita, con efflorescenza aggettante.
Una cornice, fondendosi con gli stessi abachi, corre lungo tutto il perimetro della sala, iscrivendo in un ampio arco la bifora sul muro esterno, e in una riquadratura la porta - finestra che si affaccia sul cortile; essa separa nettamente in due le pareti, che nella parte inferiore erano rivestite di marmo, come si può ancora notare dietro i pilastri, e nella superiore sono formate da cubetti tufacei disposti in reticolo diagonale, alternato a fasce di pietra squadrata (opus reticulatum romanum) e i cui interstizi, come assicurano recenti indagini (relazione dell'ing. De Tommasi) producevano un effetto pittorico, riempiti a malta di colore rosso cupo. Alla bifora, poi, si accede con cinque gradini (quattro nelle altre sale) fiancheggiati, alla sommità, da due sedili di pietra.
Nel profondo squarcio della bifora è interessante notare la cura posta nell'arco leggermente acuto, il quale è modanato con un toro poggiante su peducci a foglia, raccordato con l'archivolto per mezzo di una cornice piatta. Lateralmente vi sono le due nicchie, anch'esse archiacute, a conci, per manovrare la saracinesca e, sul lato destro, l'accesso alla 8a torre con scala al terrazzo, ora interrotta. Sul muro di divisione con VIII Sala [di Nord-Est] vi è un occhio, a conci, a strombatura ben modellata.
La porta - finestra, invece, è ad arco a pieno centro, di breccia corallina, sormontata da una piccola monofora. Bellissima la serraglia che rappresenta una maschera umana dalla folta capigliatura e barba. I sedili hanno l'appoggio in una cornice di pietra, sovrapposta ai marmi venati. La porta di comunicazione, in breccia corallina, è ad arco ribassato, tipico dell'età comunale, avente come controfaccia un architrave piatto sorretto da due mensole a gola rovescia."

[dalla guida a "Castel del Monte" di Pietro Petrarolo, Tip. D. Guglielmi, Andria, 1981, pagg.67-72]

[foto Trimboli, N.Nemore, S.Di Tommaso]