La seguente Visita Pastorale del giugno 1704, effettuata da mons. Andrea Ariano alla Chiesa Cattedrale nonostante descriva molto sommariamente i luoghi, e spesso non li descrive affatto, aggiunge comunque nuove informazioni, ed č molto importante perché č completa, ricca dei riti e degli usi del tempo, stesa su un manoscritto quasi tutto ben conservatosi negli anni e di facile leggibilitą.
di † Andrea Ariano (vescovo di Andria dal 1697 al 1706)
In Deo nomine Amen.
Universis, et singulis & attestamus, qual[ite]r Ill.mus, et R.mus Dnus Andreas Arianus Ep[iscop]us Andrien[sis] volens pro sui Pastoralis officij munere Sanctam Visitationẽ Localem, realem, et personalem incipere, prosequere, et perficere hoc anno millesimo septincentesimo quarto, pręmisit litteras edictales sub die 26 Maij eiusdem anni, quę fuerunt affixę in Cathedrali, et Collegiatis toto termino dierum quinque assignato, et in ipsis fuit pręscripta dies secunda Iunij dicti anni ad incipiendam d.[ict]ć S.[anc]tć Visitationem.
Die igitur prędicta ut sup[r]Ŗ pręscripta secunda m.[ensi]s Iunij 1704, pręvio solito signo campanę convenerunt
ad Cathedralem Capitulũ, et Clerus eiudẽ, Capitulum Colleg[ia]tę S.ti Nicolai, et Colleg[ia]tę
SS.mę Annunciationis, quę omnia unitim devenerunt ad Palatium E[pisco]pale,
et _ Ill.mus Dnus, et unum cũ Rmus Dnus D. Dom.[ini]cus Ant.[oniu]s Menafra Prot[rotonotarius] Ap[osto]licus V. I. _ _ Vic.
Gen[era]lis et Convisitator, necnon Ad.m RR. V. I. et S. I. Professor D. Nicolaus de Robertis Archidiaconus,
et Dnus D. Nicolaus Palombella Archipresbiter assistentes electi in S.[an]ta Visitatione, item D. Fran.cus Ajello Promothor fiscalis,
et egomet D. Fabritius Evangelista Cancellarius, et Secret.s S.tę Visitationis, hora circiter decima tertia,
pręcedentibus Dignitatibus, Capitularibus, et Clero processionaliter sub eorũ vexillo cum cottis, solitis dalmutijs
canemtibus “Veni Creator Spiritus” & ipse Ill.mus, et Rmus Dnus Cappa magna indutus, Pileo E[pisco]pali coopertus,
e cubuculo proprij Palatij sub baldacchino fuit ductus ad Cathedralem Eccl[esia]m, dextera per viam Populo benedicens,
in ianua maiori eiusdem crucem argenteam sibi oblatam ą p.[ri]ma Dignitate adoravit, et fuit deosculatus,
genuflexus in pulvinari supra stratum accomodato, deinde aspergillo argenteo ab eadẽ cum osculo manus
__ se et adstantes asperxit, postea triplici ductu incensatus, postquam incense benedixit, indutus vestibus Pontificalibus, et Mitra pretiosa;
et ita prę eunte Clero cantantibus organis, populo benedicens perrexit ad Altare maius ipsius Cathedralis
sub titulo Assumptionis Beatę Marię Virginis in faldistorio ad id parato oravit, Divinć assistentiam implorans ad maiorẽ sui gloriam;
interim precibus, prout in Pontificali recitatis per R.dũ Archidiaconũ, pręfatus Illmus Dnus E[pisco]pus,
et Visitator ascendit altare in medio illud fuit deosculatus, et solemniter omnibus benedixit.
Inde descensus, ascendit sedem e[pisco]palem in presbiterio ante dictũ altare maius ą later evangelij collocatam, ibique sedens assistentibus Dignitatibus excepit ad obedientiam infrascriptos gradatim, et singulatim vocatos per Cancellarium:
[segue l'elenco delle dignitą, sacerdoti e chierici della Cattedrale e delle altre chiese collegiate]
… … …
Nel nome di Dio, amen.
Dichiariamo universalmente e singolarmente a tutti che l’Ill.mo e Rev.mo Signore Andrea Ariano vescovo di Andria, intendendo per dovere del suo impegno pastorale iniziare la Santa Visita locale, indi proseguirla e concluderla in questo anno 1704, il 26 maggio di tale anno emise il relativo editto, che fu affisso in Cattedrale e nelle Collegiate nel termine dei cinque giorni assegnati, e in essi fu scritto che detta Santa Visita sarebbe iniziata il due giugno di detto anno.
Quindi nel predetto su scritto secondo giorno del mese di giugno del 1704, al solito previsto suono della campana
convennero in Cattedrale il Capitolo ed il Clero della stessa, i Capitoli delle Collegiate
di S. Nicola e dell’Annunziata, i quali tutti insieme si portarono al Palazzo Episcopale;
l’Ill.mo Signore, insieme con il Rev. D. Domenico Antonio Menafra, protonotario apostolico,
vicario generale e con-visitatore, nonché con D. Nicola de Robertis, professore di ___ e arcidiacono,
con D. Nicola Palombella arciprete, eletti assistenti nella Santa Visita, ed anche con D. Francesco Ajello
promotore fiscale e con me scrivente D. Fabrizio Evangelista cancelliere e segretario della Santa Visita,
circa all’ora 13Ŗ, precedendo le Dignitą, i Capitolari e tutto il Clero processionalmente
con i loro stendardi e vestiti di cotta e solita almuzia cantando il “Veni Creator Spiritus”,
lo stesso Ill.mo e Rev.mo Signore vestito di cappa magna e coperto col pileo vescovile,
fu portato dalla stanza del suo palazzo sotto il baldacchino alla Chiesa Cattedrale, benedicendo per la strada il popolo con la destra;
baciata sulla porta maggiore la croce argentea portagli dalla prima dignitą, l’adorņ e la baciņ,
inginocchiato sul cuscino poggiato a terra; quindi avuto dalla stessa prima dignitą, che gli baciava la mano, l’aspersorio d’argento,
asperse sé e gli astanti, poi, dopo aver benedetto l’incenso, vestiti gli abiti pontificali, fu tre volte incensato;
cosģ preceduto dal clero al suono dell’organo, benedicendo il popolo si recņ all’altare maggiore della stessa Cattedrale,
intitolato all’Assunzione della Beata Maria Vergine, e pregņ sul faldistorio a ciņ preparato,
implorando l’aiuto divino a maggior gloria di Dio; intanto, mentre dal Rev. Arcidiacono erano recitate
le preghiere proprie del pontificale, l’Ill.mo Signor Vescovo e visitatore salģ al centro dell’altare e, baciatolo, benedisse tutti solennemente.
Inde sceso dall’altare, salģ al trono episcopale collocato nel presbiterio davanti all’altare maggiore sul lato evangelo, quivi seduto, assistito dalle Dignitą, ricevette l’obbedienza dei sottoscritti gradualmente e singolarmente chiamati dal Cancelliere:
[segue l'elenco delle dignitą, sacerdoti e chierici della Cattedrale e delle altre chiese collegiate]
… … …
[ Altare Sant.mi Sacramenti ]
Immediate fuit facta solemnis absolutio defunctorum, prout in Pontificali.
Inde se reduxit Ill.mus Dnus ad visitationẽ Altaris SS.mi Sacram[en]ti in propria Cappella fornice cooperta
ad cornu epistolę Altaris maioris, ubi structa est, icon ex lapidibus minutim sectis operę anaglifico deaurato nimis eleganter,
et supra secundũ gradũ collocatum est tabernaculũ simil[ite]r ex opera ligneo eleganter inciso, et deaurato,
in quo asservatur SS.mũ Sacramentũ in duplici pixide, qua_ una deservit ad communicandũ non tantũ infirmos,
sed alios, altera vero minor pro adoratione, quoties maior ad infirmos defertur.
Habent suas vestes et in tabernaculo est conopeũ sericum.
Decrevit, et mandavit Ill.mus Dnus Visitator fieri supra dictum Altare umbellam pensilem quę defendat ą pulvere.
Item spillis firmari corporale, quod detinetur sub pixide intus tabernaculum. Telć strangulam adhiberi
finitis missis supra tobaleas, provideri de vasculis ligneis deauratis pro floribus.
Mutari situm lampadarũ quotidie lucentium ante Dominũ ad vitandũ inconvenientia. Vasculum cum purificatorio,
ut purgare valeat sacerdos communicans suos digitos, semper detineri ad visũ in angulo planitiei Altaris in cornu epistolę.
Infra biduũ exhiberi statũ reddituũ et computa dictę Cappellę, eiusque Confraternitatis; et doceri de satisfactione missarũ.
Successivč Ill.mus Dnus Comitatus & se contulit ad … situm in pariete lateralis evangelij d.[ict]ę Cappellę SS.mi Sacramenti, in quo asservantur sacra olea; mandavit, quod gossipiũ(?) cum oleo non excedat labia vasorum, sed sistat in medio ipsorũ, né deinceps oleum extravasetur, et bustam commaculet.
[ Altare del SS.mo Sacramento ]
Immediatamente si eseguģ il rito dell’assoluzione dei defunti come si usa nel Pontificale.
Indi l’Ill.mo Signore si recņ a visitare l’altare del SS. Sacramento nella sua cappella con la volta a botte
sul lato epistola dell’altare maggiore, dove č eretta una icona di pietre tagliate in piccoli pezzi
con cesellature dorate, molto elegante; sul secondo gradino del postergale sta il tabernacolo di legno,
ugualmente inciso e dorato con eleganza, nel quale č conservato il SS. Sacramento in due pissidi,
delle quali una serve per comunicare non tanto gli infermi quanto gli altri, la seconda,
in veritą pił piccola serve per l’adorazione, tutte le volte che la pił grande si porta agli infermi.
Le pissidi sono rivestite e nel tabernacolo c’č un conopeo di seta.
L’Ill.mo Signor Visitatore decretņ e comandņ di realizzare su detto altare un ombrellino pensile che lo ripari dalla polvere.
Inoltre fermare con gli spilli il corporale che nel tabernacolo sta sotto la pisside. Dopo le messe porre sulle tovaglie
dell’altare una tela di protezione ed acquistare i vasi di legno dorato per i fiori.
Cambiare il posto delle lampade accese ogni giorno davanti al Signore, per evitare inconvenienti.
Tenere sempre ben in vista in un angolo lato epistola del piano dell’altare la vaschetta col purificatorio,
con cui il sacerdote comunicante possa pulirsi le dita. Entro due giorni esibire la situazione dei redditi
e i conti della Cappella e della sua Confraternita; inoltre dimostrare l’adempimento delle messe.
Successivamente l’Ill.mo Signore col seguito si recņ a visitare l’armadietto posto nella parete lato evangelo della Cappella del SS. Sacramento, nel quale si conservano i sacri olii; ordinņ che l’olio non superi le labbra dei vasi, ma raggiunga la metą di essi, in modo che poi non travasi e macchi il supporto.
[ Fontis baptismalis et Sacrarium ]
In visitatione Fontis baptismalis invenit vas parvum, seł ampullam qua infunditur aqua bap[tis]malis valdé conspurcatam, et tubum supra fontem telis araneis, et pulvere repletum, nec non sal madefactum, idque ob incuriam Sacristę D. Iosephi Voita, ipsum multari decrevit pœna ducorum trium, et interim sub pœna ducatorum quinque prędicta nitidé expurgantur, et fiat armariolum intra dictum conopeũ ligneum eminens, in quo conserventur sal siccum, et vasa oleorum.
Propé dictum fontem est Sacrarium, quo nihil abominabitius, plenum pulvere, et alijs immunditijs, decrevit sub prędicta pœna in termino dierum octo fieri in eo operculum cum cardine fixo lapidi p[er] plumbum, et adaptari seram ferream, qua clausum detineatur postquć aqua in ipsum immissa erit.
Item in claustro, quo circumnatur fons prędictus fiat portella, qua claudatur, né ab animalibus introentibus immundetur, et circa vas parvũ exequatur decretũ pręcedentis Visitationis.
[ Fonte battesimale e suo sacrario ]
Nella visita del fonte battesimale trovņ molto sporca l’ampolla con la quale si versa l’acqua battesimale, il condotto sul fonte con ragnatele e coperto di polvere, nonché il sale inzuppato, e ciņ per incuria del sacrista D. Giuseppe Voita; decretņ di multare il sacrista con una pena di tre ducati e intanto su minaccia di una ulteriore pena di cinque ducati pulisse tutto brillantemente e facesse nella copertura lignea un piccolo armadietto sporgente, entro il quale conservasse il sale asciutto e i vasetti dell’olio.
Accanto a detto fonte c’č il sacrario, nulla di pił brutto di esso, pieno di polvere e di altro sudiciume; decretņ con minaccia della stessa pena che entro otto giorni fosse ivi realizzato un coperchio agganciato alla pietra con piombo con chiavistello di ferro, il quale fosse sempre richiuso dopo avervi immesso l’acqua.
Inoltre ordinņ che sulla cancellata di detto fonte fosse realizzata una porticina, la quale venisse chiusa perché [l'ambiente] non fosse sporcato da animali che vi si introducessero; in merito al vasetto si eseguisse quanto prescritto nella precedente visita.
[ Altare Maior ]
In visitatione Altaris Maioris sub tit[ulo] Assumptionis Beatę Marię Virginis decrevit fieri tobaleas novas, quarũ commoditate singulis hębdomadis valeant mundari, et mutari.
In d.[ic]to Altari adest Beneficium, quod antiquitus erat familię Vitalianis huius Civitatis iam extinctę; de ipso est provisus Sacerdos Michael Morselli Magister ceręmoniarum, eidem fuit iniunctũ, ut exhibeat statum reddituũ dicti Beneficij, cuius dos erat ducatorum mille ex quibus sunt sex centum pœnes(?) Universitatem huius Civitatis, mandavit dicto Bonificiato, quatenus diligentias adhibeat, et manuteatur cautelas dicti crediti, né amplius fraudentur animę fundatorũ debitis suffragijs.
[ Altare maggiore ]
Visitando l’Altare maggiore intitolato all’assunzione della Beata Maria Vergine decretņ che si facessero delle nuove tovaglie, che si potessero lavare e cambiare comodamente ogni settimana.
Questo altare gode di un beneficio, che anticamente era della famiglia Vitaliani di questa Cittą ormai estinta; di esso č dotato il sacerdote Michele Morselli maestro di cerimonia; [dal visitatore] gli fu ingiunto di esibire la situazione dei redditi di detto beneficio, la cui dote era di mille ducati, dai quali circa seicento li trattiene l’Universitą di questa Cittą; ordinņ a detto beneficiato di usare prudenza e molte cautele con detto credito, affinché le anime dei fondatori non vengano ulteriormente defraudate dei dovuti suffragi.
[ Altare S.ti Richardi ]
Eodem die de vesperi circa hora vigesima idem Ill.mus Dnus Ep[iscop]us Visitator comitatus, ut sup.[r]Ŗ prosequens Sanctć Visitationẽ visitavit Altare S.ti Richardi a latere Evangelij, et in eo reliquias eiusdem Sancti, et compluris aliorũ Sanctorum, prout in p[ri]ma visitatione, et invenit omnia bene disposita, et conservata.
Dictum Altare est Privilegiatũ quotidianũ perpetuum; mandavit exhiberi computa reddituũ et eleemosinis ut ex visit[ation]e E[pisco]pi Cassiani 3 martij 1656.
In eodem Altari adsunt sex Beneficia.
Primum Prepositi Damiani.
Secundum D. Blasij Sinisi familię de Colucijs.
3.m Cl[eri]ci Leonardi Antonij Micali de sua familia.
4.m Cl[eri]ci Ioannis S[anc]ta Croce familię Longo.
5.m R.di D. Oratij Carbutti de sua familia.
6.m R.di Prioris Gurgo familię de Stillatello.
Mandavit sub pœna ducatorũ decem p[er] totũ crathinũ diem doceant de satisfaction missarum.
[ Altare di San Riccardo ]
Ai vespri dello stesso giorno, circa le ore venti, l’Ill.mo Signor Visitatore accompagnato come sopra proseguendo la Santa Visita, visitņ l’Altare di San Riccardo [eretto] sul lato evangelo, nonché in esso le reliquie dello stesso Santo e le numerose degli altri Santi, come nella prima visita; trovņ tutto ben ordinato e conservato.
Detto altare č in perpetuo quotidianamente privilegiato; ordinņ di esibire i conti dei redditi e dell’elemosina, come risulta dalla visita del vescovo Cassiano del 3 marzo 1656.
In questo altare esistono sei benefici.
Il primo del [beneficiato] prevosto Damiani.
Il secondo di D. Biagio Sinisi [eretto] dalla famiglia dei Colucci.
Il 3.° del chierico Leonardo Antonio Micali, della sua famiglia.
Il 4.° del chierico Giovanni Santa Croce, della famiglia Longo.
Il 5.° del R.do D. Orazio Carbutti, della sua famiglia.
Il 6.° del R.do priore Gurgo, della famiglia degli Stillatello.
Ordinņ, sotto pena di dieci ducati, che entro il giorno successivo mostrino la soddisfazione delle relative messe.
[ Altare Nativitatis D. N. Iesu Christi
dicti S.tę Marię de Capitulo ]
In visitatione Altaris Nativitatis Dni Nri Iesu Christi, dicti
S.tę Marię de Capitulo invenit omnia sufficienter disposita, mandavit exhiberi statum, et computa
et interim, stante quod onera sunt nimis inferiora redditibus, et ex deficentia Seminarij debent fundari
iuxta decreta Sac. Conc. Trid. scolę pię perpetuę pro educatione puerorũ d.[ic]tę Civitatis, pręsenti decreto mandavit assignari,
prout assignantur annui ducati centũ ex redditibus eiusdem Cappellę pro subsidio dictarũ scolarũ,
vigore facultatis tributę in eodẽ Sac. Conc. Trid.,
quod quidem decretũ in eodem actu fuit latũ, et notificatũ R. D. Nicolao de Russi hodierno Amministratori eiusdem pręsenti,
audienti, et acceptanti cum protestatione, quod prędicta quantitas remaneat etić pro subsidio Seminarij pro tempore quo, Deo adiuvante, erigatur.
In eo est beneficiũ familię de Morgignis collatũ R. D. Leonardo Zinfolino, d.to doceat de satisfactione missarum.
[ Altare della Nativitą
detto “di S. Maria del Capitolo” ]
Visitando l’Altare della Nativitą di Nostro Signore Gesł Cristo, detto “di S. Maria del Capitolo”
trovņ tutto sufficientemente ordinato; ordinņ di esibire la situazione reddituale e i conti;
intanto, poiché le spese sono molto inferiori ai redditi e poiché, mancando un Seminario,
in base ai decreti del Sacro Concilio di Trento, devono essere fondate delle scuole religiose stabili per l’educazione dei fanciulli di detta Cittą,
col presente atto decretņ che come sussidio di dette scuole fossero assegnati cento ducati annui dai redditi di questa Cappella,
in virtł della possibilitą concessa nello stesso Sacro Concilio tridentino;
tale decreto fu contemporaneamente dato e notificato al Rev. D. Nicola de Rossi, attuale amministratore della cappella,
presente e ascoltante che accetta dichiarando che la predetta somma rimanga poi disponibile
come sussidio per il Seminario quando, con l’aiuto di Dio, verrą eretto.
In questo altare c’č un beneficio proveniente dalla famiglia dei Morgigni, assegnato al Rev. D. Leonardo Zinfolino; questi dimostri la soddisfazione delle messe.
[ Altare S.ti Iosephi ]
In Altari S.ti Iosephi, invenit omnia optimč disposita.
In eo est Beneficium familię de Excelsis, de quo est provisus Ad.m R.dus D. Nicolaus Ant.[oniu]s Palombella Archip[resbite]r, qui satisfecit oneribus missarũ.
[ Altare di San Giuseppe ]
Nell’Altare di San Giuseppe trovņ tutto ottimamente ordinato.
In esso c’č un beneficio della famiglia de Excelsis, del quale č provvisto il Rev. D. Nicola Antonio Palombella arciprete, il quale aveva soddisfatto gli oneri delle messe.
[ Altare S.ti Lucę ]
In Altari S.ti Lucę tanquam in loco campestri invenit exulem Religionẽ, non obstante quod asseratur in eo adesse Beneficiũ familię de Quarti Ducum Belgiosi.
Quia non fuerunt executa decreta aliarum visitationũ, decrevit, quod nisi infra mensem doceatur de prętenso iure patronatus, et de satisfactione oneris missarũ, nec provideatur in eodem tempore de necessarijs ad celebrationẽ sint privati iurepatronatus, et omni alio iure in eadem Cappella, seł loco, prout nunc, ex tunc & et pro effectu pręd.[ic]to squestrentur, prout sequestrantur redditus eorundẽ de Quarti, quę existunt hic Andrię.
[ Altare di San Luca ]
Trovņ l’Altare di San Luca come in una chiesa abbandonata nelle campagne, non ostante si dichiari esservi un beneficio della famiglia dei Quarti, dei Duchi di Belgioioso.
Poiché non erano stati eseguiti i decreti delle altre visite, decretņ che entro un mese dimostrino il preteso giuspatronato e la soddisfazione degli oneri delle messe; se nello stesso tempo non procurino il necessario per la celebrazione siano privati del giuspatronato e di ogni altro diritto esistente nella Cappella; per il momento, da allora per tale motivo siano sequestrati i redditi dei Quarti, che ora vivono in Andria.
[ Altare omniũ Sanctorũ ]
In Altari omniũ Sanctorũ, quod est decenter ornatum, et adsunt sex candelabra assignata p[er] R.dũ Priorem Gurgo,
qui in eodem altari possidet Beneficium familię de Rocci, asseruit satisfecisse oneri missarum.
2.m Beneficium sub titulo S.tę Elisabeth in eodem possidet R.dus D. Franc.[is]cus Cocco.
3.m Beneficiũ erectũ ab illis de Casella sub tit.[ulo] S.ti Hieronymi vacat, decrevit sequestrari redditus ad finẽ, ut satisfiat oneribus missarum.
[ Altare di tutti i Santi ]
Visitņ l’Altare di tutti i Santi, che č decorosamente ornato, e vi sono sei candelieri dotati dal Rev. priore Gurgo,
il quale in questo altare possiede il beneficio della famiglia dei Rocci; egli dichiarņ di aver soddisfatto gli oneri delle messe.
C’č un 2.° beneficio intitolato a S. Elisabetta, posseduta dal Rev. D. Francesco Cocco.
Il 3.° beneficio eretto da quelli dei Casella, intitolato a S. Girolamo, č vuoto; decretņ di sequestrare il reddito per soddisfare gli oneri delle messe.
[ Altare S.ti Petri ]
In Altari S.ti Petri, quo invenit competenter ornatum.
Est Beneficium sub titulo S.ti Antonini familię de Marullis ex Civibus Ascoli, quod possidetur R.do D. Leonardo Scarcelli
cum onere unius missę in qualibet hebdomada, mandavit doceri de satisfactione.
In eodem fuit translatum Beneficium Beatę Marię de Chiancola [3], quod possidetur ą D. Antonio de Anelli, cum onere viginti missarum, de quarũ satisfactione etiam mandavit doceri.
In eodem altari asseritur executus fuisse Beneficiũ ą familia Scarlo de Modunei, vigore instrum[en]ti manu Not[a]ri Donati Manduni, mandavit fieri diligentias.
[ Altare di San Pietro ]
Visitņ l’Altare di S. Pietro, che trovņ correttamente ornato.
Esiste un beneficio intitolato a S. Antonino della famiglia dei Marulli della cittą di Ascoli, che č posseduto dal Rev. D. Leonardo Scarcelli
con l’onere di una messa la settimana; ordinņ di dimostrare la loro soddisfazione.
Allo stesso altare fu trasferito il beneficio della Beata Maria di Chiancola, che č posseduto da D. Antonio de Anelli, con l’onere di venti messe; anche di queste ordinņ di certificarne la soddisfazione.
Allo stesso altare si dice che fu assegnato un beneficio dalla famiglia Scarlo di Modugno, in vigore dell’atto redatto dal notaio Donato Manduni; ordinņ di verificarlo.
[ Altare S.tę Columbę ]
In visitatione Altari S.tę Columbę, quod invenit competenter ornatum, et necessarijs pręditum;
est Beneficiũ sub tit.[ulo] S.ti Ioannis Evangelistę
quod possidetur p[er] R.dum D. Michaelem Morselli M[agist]rũ ceręmoniarũ, qui asseruit satisfactione oneri missarũ.
Caput prędictę S.tę Columbę conservatur in armario Reliquiarũ in Altari S.ti Richardi.
[ Altare di Santa Colomba ]
Nella visita trovņ l’Altare di S. Colomba correttamente ornato e dotato delle suppellettili necessarie;
ivi c’č un beneficio intitolato a S. Giovanni Evangelista
che č posseduto dal Rev. D. Michele Morselli maestro di cerimonie, il quale asserisce di aver ottemperato agli oneri delle messe.
La testa di S. Colomba č conservata nell’armadio delle reliquie presso l’altare di S. Riccardo.
[ Altare S.ti Iacopi Apostoli ]
In Altari S.ti Iacobi Apostoli, quod medio inter ornatũ invenit mandavit fieri nova candelabra, et tabellam secretorũ et provideri de tabella ultimi Evangelij [4], et renovari crucifixum.
In eo sunt tria beneficia.
P[ri]mũ sub tit[ulo] S.ti Iacobi de Iure patronatus, ut asseritur, de Cinnis, quod possidetur ab Ad. R.do Primicerio
[Ioannes B.] de Robertis cum onere triũ missarũ in hębdomeda.
2.m ab eodem possidetur sub tit[ulo] Pręsentationis B. M.[arię] V.[irginis] familię de Robertis
cum consimili onere missarũ; decrevit, quatenus intra tres dies doceat de satisfactione missarum.
3.m etić sub tit[ulo] Pręsentationis, ut asseritur, de Cinnis, quod possidetur p[er] R.dũ D. Nicolaũ de Noia
sacerdotẽ Colleg[ia]tę S.ti Nicolai cum onere missarum
[spazio vuoto]; mandavit, quod in biduo doceat de satisfactione.
[ Altare di San Giacomo Apostolo ]
Nell’Altare di S. Giacomo apostolo, che trovņ mediocremente ornato, ordino di realizzare nuovi candelieri, procurare la tabella delle “segrete” e quella dell’ultimo vangelo, rinnovare il crocifisso.
In esso esistono tre benefici.
Il primo intitolato a S. Giacomo di giuspatronato, si dice, dei Cinni, che č posseduto dal Rev. primicerio [Giovanni B.] de Robertis con l’onere di tre messe la settimana.
Il 2.° č posseduto dallo stesso, č intitolato alla Presentazione della Beata Maria Vergine [eretto] dalla famiglia de Robertis
con uguale onere di messe; decretņ che entro tre giorni dimostri la soddisfazione delle messe.
Il 3.° č anche intitolato alla Presentazione, si dice, dei Cinni, ed č posseduto dal Rev. D. Nicola di Noia
sacerdote della Collegiata di S. Nicola, con l’onere di
[spazio vuoto] messe; ordinņ che in due giorni dimostri adempimento.
[ Altare S.ti Antonij Abbatis ]
In visitatione altaris ti Antonij Abbatis, quod est decenter ornatum.
Adest Beneficium S.ti Antonij Abbatis, antiquitus exectũ p[er] illos de Pellagrinis, quod vigore Decreti Sac.[ri] Conc.[ilii] Trid.[identini] fuit in S.ta Visitatione unitũ prębendę pœnitentiali collatę Ad.m R.do D. Sebastiano Renza sub titulo perpetuę inseparabilis unionis, et habet suos redditus, qui possidebantur per _ D. Ioannẽ Mariam Marchio Ap[osto]licum procu[rato]rẽ, et pacificum possessorem quod vixit.
In eodem altari possidet R.dus D. Leonardus Scarcelli Beneficium sub tit[ulo] S.ti Antonij, et possidet partem reddituũ,
quia antiquitus Episcopi p[er] errorem Beneficia illa, quę plura habebant onera missarũ, dividebant pluribus,
et ita divisim conferebant idem Beneficiũ sub titulo Cappellaniarum pluribus sacerdotibus,
et deindč in vacatione per mortem alterius ipsorum continuabatur similis collatio contra formć Sanctorum Canonũ,
ideo idem unicũ Beneficiũ fuit habitum pluribus, quę omnia claré liquent ex Visitationibus, et relationibus beneficiorũ antiquis,
in quibus idem error dignoscitur in beneficio SS.mę Trinitatis Eccl[esi]ę Monaliũ, alio Nativitatis B. M.[arię] V.[irginis]
in hac Cathedrali, qui possidentur, et percipiuntur per d.m R.dũ Pœnitentiariũ Renza, quam alij,
qui percipiuntur per d.m R.dũ D. Leonardũ Scarcellum, prout pręsenti decreto.
[ Altare di Sant’Antonio Abate ]
Visitņ l’Altare di S. Antonio abate, che č decorosamente ornato.
Esiste un beneficio intitolato a S. Antonio abate anticamente ricavato dalla famiglia dei Pellegrini, il quale (beneficio), in vigore del decreto del Sacro Concilio tridentino, nella Santa visita fu unito in perpetuo alla prebenda penitenziale conferita al Rev. D. Sebastiano Renza; i suoi redditi furono pacificamente posseduti, finché visse, da D. Giovanni Maria Marchio procuratore apostolico.
Nello stesso altare il Rev. D. Leonardo Scarcelli possiede un beneficio intitolato a S. Antonio, ma gode tuttavia di una parte dei redditi;
questo perché anticamente, per errore del Vescovo, quei benefici che avevano l’onere di molte messe venivano divisi tra molti,
in tal modo separatamente si attribuiva lo stesso beneficio, a titolo di Cappellanie, a molti sacerdoti, onde,
venendo a mancare per morte uno di essi, tale attribuzione continuava contro la normativa dei Sacri Canoni;
per questo motivo lo stesso unico beneficio fu posseduto da molti, come appare chiaramente dalle Visite e dalle antiche relazioni dei benefici,
nelle quali si riconosce questo errore nel beneficio della chiesa delle monache della SS. Trinitą e nell’altro
della cappella della Nativitą di Maria Vergine in questa Cattedrale, che sono posseduti e percepiti dal Rev. penitenziere Renza,
cosģ come gli altri percepiti dal Rev. D. Leonardo Scarcelli, su detti in questo decreto.
[ Altare SS.mi Crucifixi ]
In visitatione Altaris SS.mi Crucifixi, quod est mediocriter ornatum, mandavit provideri de tabella ultimi Evangelij, et teneri clausũ claustrũ cancellatũ ex lignis tornatilibus balausticis.
In eo sunt plura Beneficia.
P[ri]mũ familię de Tesourerijs, quod possidetur ą R.do D. Fran[cis]co Cocco cum onere annuarũ missarum iuxta redditus.
2.m ą Cl.[eri]co Philippo Tafuri Vigiliens, etiam familię de Tesaurerijs cum onere duarũ missarũ in hębdomada.
3.m ą R.do D. Iosepho Lupardi Romano cum onere missarum. Mandavi pnũs in triduo doceant de satisfactione missarũ.
[ Altare del SS. Crocifisso ]
Nella visita all’Altare del SS. Crocifisso, che č mediocremente arredato, ordinņ di procurare la tabella dell’ultimo vangelo e chiuso l’ingresso della balaustra lignea.
In questo altare esistono molti benefici.
Il primo della famiglia Tesorieri, č posseduto dal Rev. D. Francesco Cocco con l’onere di messe annue proporzionate al reddito.
Il 2.° dal chierico Filippo Tafuri di Bisceglie, anche questo della famiglia Tesorieri, con l’onere di due messe la settimana.
Il 3.° dal Rev. D. Giuseppe Lupardi romano con l’onere di messe. Ordinņ che entro tre giorni dimostrino la soddisfazione delle messe.
[ Altare Nativitatis B. M.arię Virginis
seu S.ti Rochi ]
In Altari Nativitatis B. M.[ari]ę V.[irgini]s seu S.ti Rochi,
in quo cessatum est ą divinis vigore decreti in pręcedentibus visitationibus, eo quia d.[ictu]m altare
nequit permanere in Pręsbiterio, est fundatũ Beneficium, quod erat antiquitus extructum ab illis de Mione,
ut indicant arma in lapide excussa,
quod possidetur p[er] R.mũ Dnũ D. Dom[ini]cũ Ant[oni]ũ Menafra Gen[era]le Vic:[ar]io ex provisione Ap[osto]lica,
cum onere duarũ missarũ in qualibet hębdomada,
quas ill.mus D.nus Visitator decrevit, quod celebrare possit ubilibet sibi placuerit, et sic deinceps continuaret.
[ Altare della Nativitą della B. Maria Vergine
o di S. Rocco ]
Nell’Altare della Nativitą della B. Maria Vergine, o di S. Rocco, che č interdetto alle celebrazioni
con i decreti delle precedenti visite, perché detto altare non puņ restare sul presbiterio, č fondato un beneficio,
anticamente eretto dai Mione, come indicano gli emblemi scolpiti nella lapide;
tale beneficio č posseduto dal Rev.mo Signor D. Domenico Antonio Menafra vicario generale
per approvigionamento apostolico, con l’onere di due messe in qualunque settimana;
l’Ill.mo Signor Visitatore decretņ che le potesse celebrare ovunque gli piacesse, e cosģ poi continuare.
[ Oratorium SS.mi Crucifixi ]
Die 3Ŗ Iunii 1704 Ill.mus, et R.mus Dnus Ep[iscop]us Visitator comitatus &, persolutis horis canonicis, et celebrata missa accessit prosequens S.ć Visitationem ad Oratoriũ in quo visitavit Altare SS.mi Crucifixi, quod invenit decenter ornatum, et in eo qualibet sexta feria recitatur parvũ psalterium pro meditatione plagarũ Xρί Dni.
In d.[ic]ti altari est Beneficiũ de Iure patronatus familię Attolini, de quo ex provis[us] R.dus D. Hector Attolinus Magister cęremoniarũ, qui pręsens declaravit se satis fecisse oneri missarũ.
Oratorium prędictum est fornice coopertũ, tam in ingressũ, quam in medio ubi est elevata tumba
cum fenestris ad modũ tabernaculi, et deinde alia fornice continuatũ,
fuit fundatũ, et exutum in fundo Palatij Ep[iscop]alis, partim ex pecunijs
muntę Ep[iscop]alis tempore Episcopi Egiptij, partim antea ex eleemosinis fideliũ.
Est pars, et membrũ Eccl[esi]ę Cathedralis, eo fine exectum, ut absque in comodo functionũ agendarũ in corpore d.[ict]ę Eccl[esi]ę, possent in eo privatę Congregationes, … spirituales, et alię etić partiales functiones pię peragi tam ą Sacerdotũ, quam aliorũ piorũ Congregationibus, ut canendo anniversaria, recitando officium defunctorũ, Psalteriũ B.ę Marię Virginis, plagarũ Christi Dni & tamquć in loco seorsim remoto nullum pręstando impedimentũ pubblicis Eccl[esi]ę functionibus.
Proinde Ill.mus Dnus mandavit, quod in eo se congregent Congregationes Confratrũ, nec non Sacerdotum,
diebus tamen sic invicem distinctis, ne ullum sibi pręstent impedimentũ.
Et stante quod ex fideliũ eleemosinis ad finẽ participandi de pijs operibus, et orationibus, quę in d.° oratorio fiunt,
non solũ ipsũ est constructũ sed omnia alia, quę in eo sunt ad illius ornatũ, commodũ, et usũ; mandavit,
quod refectio dictę fornicis, et parietũ dealbatio, nec non picturę resarcitio fiat ex eleemosinis fideliũ
noviter ęlargitis, et collutis p[er] R.dus D. Sebastianus Paradies.
In eodem Oratorio est altare B.ę M.[arię] Virg[inis] de Monte Carmelo,
in quo est erecta Congregatio Confratrũ sub tit[ulo] Agonizantiũ, et utuntur saccis albis cũ almutijs coloris Religionis de Monte Carmelo.
Habet onera missarum, quę qualibet feria secunda cantantur pro animabus Purgatorij;
item suppellectiles, et ornam[en]ta tam ferialia, quam festiva; mandavit fieri status reddituũ, et bonorũ d.ę Congregationis.
In pręfato altari sunt tria Beneficia.
P[ri]mũ sub tit[ulo] S.tę Marię de Monte Carmelo, quod possidetur p[er] R.dum Priorem D. Richardũ Gurgo.
2.m sub tit[ulo] S.ti Stephani, quod possidetur p[er] R.dum Prępositum Damiani cum onere duorum missarũ.
3.m sub tit[ulo] S.ti Sebastiani, quod possidetur ą R.do D. Iulio Lionetto
cum onere nonaginta missarũ annuarũ; mandavit quod doceant de satisfactione missarũ.
In eodẽ oratorio 3.m altare est sub tit[ulo] B. M.[arię] V.[irgini]s sine labe concepta,
habet necessaria ad celebrationem.
In eodem est Beneficiũ fundatũ ab illis de familia Sarceno Civit[ati]s Iuvenatij manu Not.[a]rij fuit celebratũ, decrevit fieri diligentias.
[ Oratorio del SS.mo Crocifisso ]
Il 3 giugno 1704 l’Ill.mo e Rev.mo Signor Vescovo visitatore con il comitato, adempiuto l’obbligo delle ore canoniche e celebrata la messa, proseguendo nella Santa Visita si recņ all’Oratorio nel quale visitņ l’altare del SS. Crocifisso; lo trovņ decorosamente ornato e in esso ogni venerdģ si recita un piccolo salterio in meditazione delle piaghe di Cristo Signore.
In detto altare esiste un beneficio di giuspatronato della famiglia Attolini, del quale ne usufruisce il Rev. D. Ettore Attolini maestro di cerimonie, che presente dichiarņ aver soddisfatto gli oneri delle messe.
L’oratorio ha la volta a botte, sia nell’ingresso, che al centro dove č eretto
un sepolcro con finestre come un tabernacolo, e infine č prolungato con un altro fornice;
fu fondato ed eretto nel podere del Palazzo vescovile, parte con i soldi del fondo episcopale del vescovo Egizio, parte innanzitutto con le elemosine dei fedeli.
Č una parte e un braccio della Chiesa Cattedrale, eretto, oltre che per comoditą delle funzioni che si svolgono all’interno della Chiesa, al fine che in esso le Congregazioni private possano svolgere attivitą spirituali, ed anche altre funzioni parzialmente pie, sia che siano di Sacerdoti, che di altri devoti (laici), cantando anniversari, recitando l’ufficio dei defunti, il salterio della B. Maria Vergine o delle piaghe di Cristo Signore, come in un luogo abbastanza distante da non arrecare impedimento alle pubbliche funzioni della Chiesa.
Quindi l’Ill.mo Signore ordinņ che quando in esso si riuniscono le Congrege di confratelli, non si riuniscano
quelle dei Sacerdoti, in giorni pertanto tra loro distinti, cosģ che non si ostacolino vicendevolmente.
Inoltre, considerando che dalle elemosine raccolte dai fedeli partecipanti alle opere pie e alle funzioni
che si svolgono in detto oratorio, non solo quest’ultimo č stato edificato, ma anche dotato di tutto quanto
in esso c’č d’ornamento, comoditą e uso, ordinņ che la riparazione delle volte, l’imbiancamento delle pareti,
il restauro delle pitture siano effettuati utilizzando le elemosine dei fedeli ultimamente elargite e raccolte dal Rev. D. Sebastano Paradies.
In questo oratorio c’č l’altare della B. Maria Vergine del monte Carmelo, nel quale č eretta la congrega
intitolata degli Agonizzanti, i cui confratelli usano un saio bianco con l’almuzia dei carmelitani.
Sull’altare grava l’onere della messa cantata ogni lunedģ per le anime del Purgatorio nonché delle suppellettili
e decori sia feriali che festrivi; ordinņ verificare lo stato dei redditi e dei beni di detta Congrega.
In questo altare esistono tre benefici.
Il primo intitolato al S. Maria del monte Carmelo č posseduto dal Rev. Priore Riccardo Gurgo.
Il 2.° intitolato a S. Stefano č posseduto dal Rev. Prevosto Damiani con l’onere di due messe.
Il 3.° intitolato a S. Sebastiano č posseduto dal Rev. D. Giulio Lionetto con l’onere di novanta messe l’anno;
ordinņ che tutti dimostrino la soddisfazione delle messe.
Nello stesso oratorio c’č un terzo altare dedicato alla Beata Maria Vergine concepita senza macchia;
ha quanto č necessario alla celebrazione.
Nello stesso altare esiste un beneficio fondato dalla famiglia Sarceno della Cittą di Giovinazzo, redatto da un notaio; decretņ si facessero ricerche.
[ Chorus ]
Successivč Chorus visitavit, et in eo renovavit omnia decreta pręcedentis Visitationis, pręcipuč prohibuit sumptionẽ tabacci sub pœna ducatorũ trium; [5] et insuper, stante quod massa choralis est nimis pinguis, et omnes debent Choro interesse, psallere, et canere; decrevit, quod omnes discant cantum gregorianũ, et usquequo se reddant peritos non participent de distributionibus, et massa chorali iuxta decreta Sac. Cong[regatio]nis in Andrien 12 Martij 1620.
Insuper decrevit, quod omnes maneant in suo stallo, ita ut vagantes habeantur pro absentibus, et puntentur.
Item quod hebdomadarius p[er] se adimpleat suũ officium, et ad omnes horas retineat stolam sub pœna carolenorũ viginti, exceptis impotentibus,
et Dignitatibus, cum licentia tamen E[pisco]pi, prout quotidie d.[ict]a licentia petitur ab impeditis.
Libri chorales expletis horis conserventur in suo armario.
[ Il Coro ]
Successivamente visitņ il coro; in esso rinnovņ tutti i decreti della precedente visita, particolarmente proibģ di fiutare [sniffare] il tabacco su pena di tre ducati; e soprattutto, visto che la massa corale č enormemente ricca, e tutti devono stare nel coro, salmodiare e cantare, decretņ che tutti apprendano il canto gregoriano e finché non diventino esperti non partecipino alla distribuzione (delle quote) e alla massa corale, in osservanza dei decreti della Sacra Congregazione comunicati ad Andria il 12 marzo 1620.
Inoltre decretņ che tutti stiano nel loro stallo, in modo che i vaganti siano ritenuti assenti e segnalati.
Poi decretņ che il sacerdote ebdomadario adempia egli stesso al suo ufficio liturgico e in tutte le ore indossi la stola su pena di venti carlini,
eccetto gli impossibilitati e le Dignitą, col permesso tuttavia del vescovo, permesso che va richiesto giornalmente.
I libri corali, cantate le ore, si conservino nel loro armadio.
[ Sacristia ]
Die 4 m.[ensi]s Iunij post prandiũ hora vigesima assignata Ill.mus Dnus Visitator assistentibus & coninuavit visitationem realem Cathedralis,
in cuius Sacristia observavit vasa sacra: pixidem magnć, calices, patenas &.
Mandavit deaurari una patena infra duos menses. Deindč sacram suppellectilem, mandavit refici duas planetas violaceas,
et aliam albam, provideri de pluviali damascene nigri coloris, de velo Crucis violaceo, nec non de velis humeralibus albi,
rubri, viridis, et violacei coloris, qui omninņ deficiunt, pro quorũ impensa vendantur bursę cum corporalibus, et velis,
quę devenerunt ex spolijs Sacerdotũ defunctorũ pręsenti anno.
Fuerunt visitata armaria singulorum Sacerdotum cum vestibus, et utensilibus necessarijs ad celebrationẽ; fuit dictum, quod Angelus Acquaviva, Nicolaus Brunetti, et nonnulli alij mutent in albis manicas iam corrosas, nec non amicta; Alijs fuit iniunctum quod se provideant de velis, bursis, corporalibus, et nonnulla alia iniuncta, et decreta notificata principalibus pręsentibus, et audientibus cum prefixione competentis termini dierum, quę provisio sit plena iuxta colores Rubricę su pœna arbitraria.
Insuper attento quod ą comunitate subministrantur planetę, et utensilia calicis tantum pro missa Conventuali,
quę celebratur p[er] turnũ ą sacerdotibus participantibus: pro missis vero privatis etić de tabella,
seł libro Ecc[lesi]ę quilibet debet sibi provideri de planetis, et utensilibus prędictis iuxta varios Rubricę colores;
decrevit quod infra sex menses quilibet sibi provideat de ornamentis, et planetis illis, quę sibi deficiunt,
dum maior pars illas habet, sed non omniũ colorũ;
et licet annis pręteritis dicti Capitulares octo planetas albas, totidem nigras, totidem rubeas sibi
construi fuerunt proprio eorum pecunia attamen non sufficiunt omnibus, et insuper debent suppleri planetę violacei coloris,
non sufficientibus illis communicatis, quę devenerunt ad sacristić ex spolijs sacerdotũ pro tempore defunctorum,
ex quibus detinentur ex singulis coloribus decẽ pro missis finalibus, duplicibus conventualibus tantum;
ultra planetas pretiosas, quę cum tunicellis deserviunt pro solennitatibus p[ri]mę, et secundę classis tantum;
et ita conservabitur decor, et commoditas sacristię, prout ab antiquissimo tempore ex spolijs sacerdotum thesaurus
Sacristię conservatus fuit, qui deindč ex iniuria fuit omissus, tali modo, quod annis prope decursis promiscuč
abutebantur coloribus paramentorum, celebrantes de requiem cum planeta alba, rubra, viridis &.
Imo interim fiat inventariũ spoliorum, quod conservetur in Archivio, et ita semper futuris temporibus observetur;
et insuper dicta spolia impendant[ur] iuxta decreta huius S.[anc]tę Visitat[io]nis.
Iteravit decretũ antecedentis Visitationis, quod in sacristia servetur silentium de mane ab ortu solis usque ad meridiem, de sero durantibus divinis officijs sub pœna carolenorũ triginta.
Item decrevit corporalia expurgari semel in hebdomada, dealbari vero quolibet bimestre, sicuti albam, et cottam cuiusque;
nec non calices etić quolibet bimestri mundari, sicuti cœtera vasa sacra sub pœna arbitraria.
In eodem termino sepč purgari Sacristić telis a raneis, pulvere vero semel in hebdomada sub pœna librarũ cęrę elaboratę triũ pijs usibus &.
In visitatione tabellarũ, et librorũ missarũ invenit per Capitulares non fuisse satisfactũ puntualiter missis in pręiudiciũ animarũ Purgatorij, mandavit R.do D. Nicolao Muntaruli Proc[urato]ri, q[uate]ńus ex portionibus deficientiũ satisfactionẽ procuret quanto citius p[er] alios sacerdotes tum seculares, tum regulares iuxta notulam factć, et respectivč faciendam, p[er] R.dũ D. Cesarẽ Tesse p[ri]mũ Sacristam.
Eandem deficientiam invenit in Beneficiatis, non obstante, quod redditus exegerint, decrevit, et mandavit singulis ipsorũ, q[uate]ńus sub pœna ducatorũ decem pro singulis, prũs in term[in]o peremptorio decem dierũ in particulari libro satisfactionẽ describant, et respectivč satisfaciant sub pœna prędicta, pręcisč, et peremptorič.
[ La Sacrestia ]
Il 4 giugno, dopo il pranzo alle ore venti previste, l’Ill.mo Signor visitatore con gli assistenti continuņ la visita della Cattedrale,
nella cui sacrestia esaminņ i vasi sacri: la pisside grande, i calici e le patene.
Ordinņ di indorare una patena entro due mesi. Indi (controllņ) le sacre suppellettili; ordinņ di riparare due pianete violacee e una bianca,
comprare un pluviale damascato nero, un velo violaceo per la croce, nonché i veli omerali bianchi, rossi, verdi e violacei
che mancano completamente; per l’acquisto di essi si vendano le borse con i corporali e i veli risultanti dallo spoglio dei sacerdoti defunti nell’anno in corso.
Furono visitati gli armadi di ogni sacerdote con il loro contenuto di vesti e utensili necessari alla celebrazione; fu detto che Angelo Acquaviva, Nicola Brunetti e non pochi altri usino camici con le maniche gią consunte, nonché amitti; ad altri fu ingiunto che si dotino di veli, borse, corporali, poi l’acquisto completo e secondo i colori canonici di molte altre suppellettili fu ingiunto e notificato con decreto a gran parte dei presenti e udenti entro un prefissato termine di giorni su pena arbitraria.
Inoltre preoccupato che dal gruppo fossero forniti le pianete e gli utensili del calice soltanto per la messa conventuale,
che č celebrata a turno dai sacerdoti partecipanti, per quelle private invece, anche se registrate nel libro della Chiesa,
ognuno deve provvedersi di pianete e dei predetti utensili secondo i vari colori canonici;
stabilģ che entro sei mesi ciascuno si dotasse degli ornamenti e delle pianete che gli mancano, anche se ne ha la maggior parte,
ma non di tutti i colori; nonostante negli anni passati i Capitolari si siano dotati a proprie spese di otto pianete nere e di altrettante rosse,
tuttavia non sono sufficienti per tutti, e soprattutto vanno integrate le pianete violacee, non essendo sufficienti
quelle dichiarate provenienti in sacrestia dallo spoglio dei sacerdoti morti nel frattempo, delle quali si hanno
di ogni colore solo dieci per le messe finali, doppie e conventuali; in pił [bisogna dotarsi] delle pianete preziose
che con le tunicelle servono solo nelle solennitą di prima e seconda classe.
Cosģ si manterrą il decoro e la comoditą della sacrestia, come dai tempi pił antichi con le spoglie dei sacerdoti
fu preservato il tesoro della sacrestia, che in seguito a torto fu tanto trascurato che negli ultimi anni si usavano indistintamente
i colori dei paramenti, celebrando da requiem con una pianeta a caso, bianca o rossa o verde.
In fine intanto si faccia l’inventario delle spoglie e lo si conservi in archivio, e cosģ sempre in avvenire si osservi;
e soprattutto si adoperino dette spoglie, come decretato in questa Santa Visita.
Confermņ il decreto della precedente visita che ordinava il silenzio in sacrestia dal sorgere del sole al mezzogiorno e di sera durante gli uffici divini su pena di trenta carlini.
Inoltre decretņ di purificare i corporali una volta la settimana, sbiancarli poi ogni bimestre, cosģ anche il camice e la cotta; inoltre pulire i calici ogni bimestre, come anche gli altri vasi sacri su pena arbitraria. nello stesso termine pulire spesso la sacrestia dalle ragnatele e una volta la settimana dalla polvere, su pena di tre libre di cera lavorata per uso sacro.
Visitando le tabelle e i libri delle messe trovņ che i Capitolari non avevano soddisfatto puntualmente l’onere delle messe a detrimento delle anime del Purgatorio; ordinņ al procuratore Rev. D. Nicola Montaruli che dalle porzioni dei capitolari inadempienti la soddisfazione delle messe, in base alla nota fatta e rispettivamente da farsi dal 1° sacrista Rev. D. Cesare Tesse, provvedesse quanto prima attraverso altri sacerdoti sia secolari che regolari.
La stessa mancanza trovņ nei beneficiati, non ostante avessero riscosso il reddito; decretņ e ordinņ a ciascuno di essi che, su pena di dieci ducati ciascuno, entro il termine indilazionabile di dieci giorni scrivessero in un particolare libro la soddisfazione, e rispettivamente soddisfacessero [i loro oneri di messe], in modo preciso e perentorio.
[ Suggestum, sive pulpitũ ]
Visitavit suggestum, sive pulpitũ, et inhęrendo Dec[re]to lato in pręcedenti S.ta Visitatione,
alijsq[ue] dec[re]tis Sac.[rę] Cong.[regatio]nis, attento quod M.ca Universitas subministrat annuć eleemosinam ducatorum sexaginta,
et solet Predicatorẽ nominare, decrevit, q[uate]ńus nominationẽ pręfatam faciunt singulis annis M.ci de Regimine, sive Sindicus electus,
seu & p[re]cise et perentorié p[er] totć diem Epiphanię D. N. I. C. 6.° Ianuarij, iuxtą laudabilẽ totius Regno consuetud[in]ẽ
confirmatć et Regiis etiam Tribunalibus et Sacro Coll.[egia]li Consilio;
… d.[ict]° termino elapso, pro et iure devolut_ prout de iure ad Episcopũ deputatio Predicatoris in d.[ict]a Cathedrali,
verũ adhuc M.[agnifi]ca Univ[ersi]tas teneat[ur] d.[ict]ę consuet[udini]s eleemosinć somministrare, p[er] ut & p[rese]nti Dec.[re]to.
[ Il Pulpito ]
Visitņ il pulpito e, aderendo al decreto emesso nella precedente visita e agli altri decreti della Sacra Congregazione,
visto che la magnifiva Universitą elargisce l’elemosina annua di sessanta ducati ed č solita nominare un predicatore,
decretņ che i Magnifici governanti o il Sindaco eletto facciano ogni anno detta nomina,
precisamente e perentoriamente per il 6 gennaio Epifania di Nostro Signore Gesł Cristo,
in rispetto della lodevole consuetudine di tutto il Regno confermata sia dai tribunali regii che dal Sacro Collegiale Consiglio;
trascorso tale termine, č diritto del vescovo scegliere il predicatore in detta Cattedrale,
e la magnifica Universitą sarą comunque ancora tenuta a elargire l’elemosina di tale consuetudine, in virtł del presente decreto.
[ Campanilis, seu turris campanarię ]
In visitatione Campanilis, seu turris campanarię, invenit fuisse fractam pluribus ab hinc annis campanam maiorem sitam ad prospectu orientis versus altare maius, quam tenet[ur] Universitas reficere et renovare expensis Universitatis, quę inde recipit spirituale … qua ad Divina convocat[ion]ẽ et qua Ecclesia dotem non habet.
Decrevit, per modo prudentialis provigionis, ad lites et dissidia vitanda, q[uate]nus quantitas illa quę erit expendenda proxime sequentibus annis pro devotione candelę populo at alijs distribuendę in festo Purificat[io]nis B. M.[arię] V.[irginis], retineat[ur] penes Procura[to]res eo usque quo compleat[ur] summa necessaria prņ renovatione campanę antedictę.
[ Il Campanile ]
Visitando il campanile, o torre campanaria trovņ che la campana pił grande, posta ad oriente verso l’altare maggiore, era fessurata da diversi anni; l’Universitą č tenuta a ripararla e rinnovarla a sue spese, in quanto da essa riceve aiuto spirituale … e la Chiesa non ha fondi per ripararla.
Decretņ, come modo prudenziale di finanziamento onde evitare liti e discordie, che quanto era da spendere nei prossimi e successivi anni in candele per la devozione del popolo e in altre da distribuire nella festa della purificazione della B. Maria Vergine, vengano trattenute dal procuratore finché si raggiunge la somma necessaria per rifondere la suddetta campana.
[Lo stemma e l'epigrafe commemorativa di A. Ariano - pietra tombale dello stesso vescovo del 1706 (foto 2 della Soprintendenza)]
La pietra tombale (dalla Soprintendenza misurata in cm 310 x 95 x 14) č una lastra modanata a basso rilievo: appare il vescovo coi relativi paramenti e a figura intera in una edicola trilobata; ai lati dell'arco trilobato sono scolpiti due stemmi identici, sormontati dal galero vescovile, nei quali č raffigurato un uccello con le ali spiegate. In calce č incisa una epigrafe: ANDREAS ARIANUS NEAPOLIS ...
NOTE
[1]
Questa Visita Pastorale č stata letta e trascritta, dall'originale
"Acta Sanctę Visitationis Episcoporum Andriensium" (ASVEA),
presso la Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria.
Detto documento manoscritto č stato traslitterato in caratteri di stampa da Sabino Di Tommaso
e da lui digitalmente pubblicato in prima assoluta su questo suo sito culturale
www.Andriarte.it nel 2016
(fino ad allora mai integralmente edito), affiancandogli contemporaneamente una sua traduzione in italiano.
Il documento ha poi fatto parte di una raccolta che nell’ottobre del 2022 Sabino Di Tommaso
ha anche editato a stampa per i tipi di “Grafiche Guglielmi Andria”,
in una pubblicazione distribuita ed archiviata secondo le disposizioni della legge n.106 del 15 aprile 2004 con il titolo
“L’Assunta, Cattedrale di Andria nel Seicento – La storia del suo edificio nelle relazioni delle visite pastorali e delle visite ad limina”,
Vol I, ISBN 979-12-80582-01-0;
Vol II, ISBN 979-12-80582-03-4.
[2]
Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto,
non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
[3]
Nons. Ariano il 18 settembre 1697 aveva visitato la chiesetta di S. Maria in Chiancola e avendola trovata in gran parte crollata,
ordinņ di apporre sul posto una croce a ricordo del luogo un tempo sacro;
per il beneficio decise che doveva comunque essere soddisfatto.
In questa visita si intuisce che allora egli abbia trasferito quel beneficio a questa Cappella di S. Pietro presente in Cattedrale
[4]
L'insieme delle "carte-gloria" č un trittico di carte incorniciate che, dal Seicento a norma del Concilio di Trento, e fino al Concilio Ecumenico Vaticano II,
erano poste sull’altare contenenti alcune formule rituali recitate a voce bassa (perciņ dette anche “segrete”)
dal celebrante in vari momenti della messa:
- quella sul lato dell’epistola, chiamata “Lavabo”, riportava le formule recitate appunto alla detersione delle mani ed alla benedizione dell’acqua;
- quella sul lato dell’Evangelo, chiamata “In principio” o anche “Ultimi Evangelij”
riportava l’inizio del Vangelo di Giovanni da recitare a fine messa;
- quella centrale, detta “Gloria”, perché riportava il canto del “Gloria in excelsis Deo”
e le formule del Canone dell’offertorio e della consacrazione, il Credo e altre della comunione.
[5] Si tenga presente che gią a metą Seicento, Urbano VIII (1623-1644) con la sua bolla "Ad futuram rei memoriam" del 30/01/1642 (poi anche Innocenxo X), minacciņ la scomunica per quanti fumassero o fiutassero tabacco in un luogo sacro. Tale pena di scomunica fu sospesa nel 1725 da Benedetto XIII (sembra) per evitare che i fedeli si allontanassero durante le funzioni per andare a fumare fuori chiesa.