San Riccardo alla bandiera

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stele di San Riccardo
[elab. elettr. su foto di Michele Monterisi, 2010]

Obelisco di "San Riccardo alla bandiera"

Così il D'Urso racconta l'occasione della sua erezione:
Statua di S.Riccardo posta nella nicchia destra sotto il portico della Cattedrale
"...Ed un esempio spaventevole si avverò nell'Aprile del 1741. trovandosi invasa la provincia di Bari da immensi sciami di locuste, o sia Brucus de' Latini. Essi nel prossimo Maggio crebbero a tal segno, soprattutto in questi tenimenti, che ne divorarono interamente i campi. Nelle ore calde era lagrimevole lo spettacolo; poiché a spesse torme svolazzando, toglievano al sole la sua chiarezza: apparendo coperto il Cielo come da folta nebbia (*). In questo mentre parte ne cadeva in città, nella guisa che discende a spessi fiocchi la neve, e n'empiva i tetti, le pareti, e le strade; parte s'intrometteva nelle case e tormentava i Cittadini nelle cucine, nelle tavole, e ne' letti. Percossa la popolazione da un sì orribile gastigo, coese alla mediazione dell'inclito Protettore S. Riccardo, affinché avesse liberati i figli suoi da sì trista calamità. S'incominciò la novena nella sua Cappella, coll'intervento di tutto il Clero e Secolare, e Regolare, non che di questa Università. Quando nella notte dell'ultimo giorno compiacendosi Iddio, ad intercessione del suo Santo, accordarne la grazia, tutti morirono. Quale non fu la sorpresa degli Andriesi in quel mattino, trovando annientato il nemico, e dal vento trasportato, come piume leggiere? Presi questi Bruchi nelle mani erano così friabili, che si riducevano in minutissima polvere. Notate il miracolo: se questi fossero stati capaci di corruzione, ne sarebbe venuto un male maggiore, qual era la contaminazione dell'aria.
Allora gli Andriesi, per lasciare un attestato perenne della loro gratitudine al Santo Protettore per questo sì segnalato miracolo, innalzarono a pubbliche spese quella guglia nel largo della Corte; e sopra si adattò quella statua di marmo grigio, di scarpello Andriese, che vedesi tuttafiata, con apposita iscrizione dell'accaduto.
"
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(*)Dimorava allora in Andria un distaccamento di Spagnuoli. Questi, mentre gli Andriesi gemevano, tripudiavano per le tante fritture, che ne facevano, mangiandoli con avidità in tutte le ore.

[Dal testo  " Storia della città di Andria", Tip. Varana,Napoli, 1842, libro VII, cap.XIII, pagg. 162-163]

Nella lapide posta in calce alla statua si legge:

«D.O.M.
DIVO RICHARDO BRITÃ[N]NO
QUI POSTQUÃ[M] POPULŨ[M] IN Ã[N]TIQUAS ERRORŨ[M]
TENEBRAS RELAPSŨ[M] AD XPI SACRA TRADUXIT
PRIMUS DELATÃ[M] SIBI Ã[N]DRIENSIS ECCLESIÆ
CURAM ACCEPIT
QUOD URBĒ[M] SĒ[M]PER VALIDISS:[IMO] TUTATUR PRÆSIDIO
EI GRAVI LOCUSTARŨ[M] INCURSIONE ADFLICTÆ
AÑ[N]O CIƆIƆCCXLII CIRCŨ[M]AGENTE
MIRŨ[M] IN MODŨ[M] SUCCURRERIT
CIVES ANDRIENSES
PATRONO PRÆSĒ[N]TISSIMO
GRATI ANIMO MONUMENTŨ[M]
PP.»

A proposito della statua posta in cima all'obelisco, Filimena Lorizzo, nel sul libro "La Cattedrale di Andria", (tip. S.Paolo, Andria, 2000, pag.19) scrive:

"Le nicchie [sotto il porticato sulla parete della Cattedrale] erano destinate a contenere statue, funzione rispettata solo nella nicchia tra il portale destro e il centrale [oggi, 2010, nella nicchia della parete sinistra], che accoglie la statua di San Riccardo, in origine posta sul monumento addossato alla parete esterna sud, poi sostituita da una copia."