controfacciata e cantoria

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cantoria
[La cantoria posta sulla controfacciata - elaborazione digitale su foto di Aurelio Malgherini]

Controfacciata e cantoria

La foto mostra la controfacciata della Chiesa vista dal centro della navata.
Ai lati della porta ornata di elaborati stucchi e sormontata dal cartiglio che indica l'artefice degli stessi, sono affisse le due lapidi che proclamano, l'una l'indulgenza concessa il 1563 con Breve da Pio IV, l'altra il termine dei lavori di ristrutturazione della Chiesa nel 1776.
Sulle paraste quasi angolari sporgono le due eleganti acquasantiere in marmi policromi srmontate da due delle dodici croci di consacrazione in marmi policromi (ora in cattedrale).
Nella parte superiore della controfacciata si distende la cantoria con la sua magnifica alta grata dorata e finemente intagliata, con alla base decori floreali e due grandi simmetrici cartigli in stucco riportanti brevi motti (illeggibili nella foto).
Sulla parete laterale di destra si apre la porta di accesso al campanile, sulla sinistra la corrispondente porta č finta. Al di sopra di dette porte sporgono le ornatissime gelosie dei due coretti.
Ai margini estremi della foto si intravedono parti dei magnifici altari policromi e del panneggio dei loro marmorei dossali eretti nei due fornici laterali.

Entrando in chiesa da piazza Cattedrale e Monache nel suddetto cartiglio della controfacciata si leggeva l'epigrafe che denunziava l'autore degli stucchi realizzati nel Settecento: «Io Domenico Catedra della / Cittą Monopolite˜ / A.D. 1775».
Il Borsella nella sua " Andria Sacra" scrive che vi fosse scritto "io Domenico Cocatrida della cittą di Monopoli feci A. D. 1775"; il Ceci nel suo " Un Monastero di Benedettine in Andria" scrive un testo simile "Dominico Cocatride di Monopoli f. 1775".
Tali trascrizioni sono errate come ha appurato Gabriella Di Gennaro e pubblicato nel suo sotto citato lavoro  (ma gią esposte nella tesi di laurea "ALTARI MARMOREI SETTECENTESCHI AD ANDRIA" del 1994-95), :

«Da un mio accurato studio di consultazione degli atti notarili del 1700 presso l’Archivio di Stato di Trani ho potuto ritrovare il contratto stipulato il 15 marzo 1774 tra il Monastero delle Benedettine nella persona della Badessa e Monache e un esperto maestro stuccatore della cittą di Napoli, un certo Domenico Catedra. Il documento riporta con esattezza tutte le clausole di contratto, i pagamenti e le modalitą e le opere in stucco da eseguirsi da parte di questo stuccatore e dai suoi aiutanti per l’ammodernamento della Chiesa. Leggendo l’iscrizione suddetta (ridipinta), da una foto d’epoca mostratami dalla Pasculli, ho potuto rilevare proprio il nome di Domenico Catedra, e non quello errato di Domenico Cocatride citato dal Ceci e poi riportato purtroppo in tutti i testi di storia andriese successivi a quello del Borsella fino ai nostri giorni. («Io Domenico Catedra della / Cittą Monopolite˜ / A.D. 1775»). É da notare perņ che la precisazione della cittą Monopoli e non Napoli č da addebitarsi ad un errore di colui che ha ridipinto l’iscrizione.»

[tratto da “Altari policromi marmorei del Settecento ad Andria ed altri arredi sacri”, Schena Editore, 2020, p. 159.]

Ai lati di questa porta d'ingresso sorgevano due stupende acquasantiere in commesso di marmi policromi alte m 1,40. Scrive il Borsella:

"Ma prima di escire piacciati, lettore, volgere lo sguardo alle due fonti dell'acqua santa, sorrette da festoni di foglie, ambo di marmo bianco, scanalate bellamente nei labbri, ornati di spalliere a marmi gialli, rossi, neri e verdognoli, che ergonsi con accartocciate cornici, come obelischi. Fermati quindi a leggere le due iscrizioni. ... In fronte alla prima ... vi č lo stemma del Patriarca Cassinese e nella seconda quello di Mons. Palica"

[tratto da Andria Sacra, di G.Borsella, Tip.Rossignoli, Andria, 1918, pp.234-236].

acquasantiera         acquasantiera
[le due acquasantiere attualmente poste in cattedrale - elab. su foto Michele Monterisi, Sabino Di Tommaso - 2011]

Le due acquasantiere dal 1938 sono poste in cattedrale, una nella navata sinistra sull'ingresso all'Oratorio del Santissimo, l'altra sulla parete sinistra del presbiterio uscendo dalla sacrestia capitolare.

(Come puņ vedersi nella foto d'inizio pagina) Ai lati dell'ingresso c'erano due grandi cartigli con due epigrafi, trascritte dal Borsella alle pp. 235-236 del suo "Andria Sacra":

- una epigrafe, con lo stemma benedettino (forse una croce sormontata dalla parola “PAX” ?), riportava la notifica delle indulgenze concesse a questa chiesa dal papa Pio IV con Breve emesso  il 7 maggio 1563, immediatamente dopo aver emesso, il 4 maggio 1563, la Bolla di fondazione della medesima:

[epigrafe] [traduzione]

Pius PP. IV edita bulla hujus sacri cœnobii fundationis
Sub die IV Mensis Maii 1563 ut magis
Paternę Charitatis suę erga illud documenta
Pręberet indulcenzię Plenarię thesaurum in forma
Iubilęi in perpetuum alio brevi elargitur
Omnibus utriusque sexus Fidelibus, qui facta peccatorum
Suorum confessione, ac devote sumpta Eucharistia
Ecclesiam SS. Trinitatis monialium cassinentium
S. Benedicti Civitatis Andrię visitaverint
ibique fusis pręcibus pro felici statu et conservatione
S. Ecclesię oraverint, toties prędictam acquisierint
Indulgentiam, quoties dictam Ecclesiam oratum
Ingressi fuerint a primis Vesperis festivitatis per
Totam octavam SS. Trinitatis inclusive: facultate
Ipsis concessa sibi Confessarium sęcularem, aut
regularem eligendi, suo arbitratu, ab Ordinario
Loci tamen ad probatum; a quo absolvi queant a
quocumque detineantur peccato; valeantque
Commutari vota in alia opera pia, haud tamen
Ultra mare, ad limina Apostolorum S. Iacobi in
Compostoellis. Castitatis et Religionis uti in dicto brevi
clare exaratur. Datum Romę die VII Mensis
Mai 1563. Anno V Pontificatus sui

Il Papa Pio IV, dopo aver emesso il 4 maggio 1563
la Bolla di fondazione di questo Sacro Monastero,
per maggiormente fornire prove della sua Paterna Caritą verso di esso,
con un altro Breve elargisce in perpetuo
il tesoro dell’Indulgenza Plenaria in forma giubilare
a tutti i Fedeli di ambo i sessi, i quali, dopo aver confessato i propri peccati
e ricevuto devotamente l’Eucarestia,
visiteranno la Chiesa della SS. Trinitą
delle monache cassinesi di S. Benedetto della Cittą di Andria
ed ivi pregheranno con ardenti preci
per il felice stato e conservazione della Santa Chiesa:
acquisiranno la predetta indulgenza tutte le volte
che saranno entrati e pregheranno in questa Chiesa
dai primi vespri della festa della SS. Trinitą e per tutta l’ottava.
Ad essi č concessa la facoltą di eleggersi
il Confessore secolare o regolare, a loro discrezione,
purché approvato dall’Ordinario del luogo,
dal quale possano essere assolti dal peccato ovunque commesso
e possano commutare i voti in un’altra opera pia, non proprio Oltremare,
alle Basiliche degli Apostoli, a S. Giacomo di Compostela.
In detto Breve chiaramente si evidenzia
l’osservanza della Castitą e della Religione.
Dato a Roma il 7 maggio 1563, quinto anno del suo Pontificato.

- l'altra invece, con superiormente lo stemma del vescovo del tempo mons. Saverio Palica, riportava la cerimonia solenne del 2 giugno 1776, in cui la chiesa, ristrutturata coi nuovi pregiati altari in marmi policromi lavorati a Napoli da Marino Palmieri, abbellita di stucchi dal napoletano Domenico Catedra e pavimentata di maioliche, dette "riggiole", venne solennemente consacrata dal vescovo mons. Saverio Palica:

[epigrafe] [traduzione]

D. O. M.
Templum hoc SS.mę individuę Trinitati sacrum
Ad hoc fastigium erectum, novamque formam restitutum
exultumque marmoreis sacellis, lapidibus musivis
Marmorato plastico super inducto inauratis cancellis
et testudine picturis exornata pavimento de vernicatis
lateribus strato eius sanctimonialium venerabilis collegio
et Abatissa Domna Heduvigi Totta suppliciter poscentibus
illustrissimus Dominus dom.ni Xaverius
Palica, Congregationis Coelestinorum, Ordinis S. Benedicti
Episcopus Andrię, Patritius Barolitanus
SS. D.ni nostri pręlatus domesticus solioque pontifici assistens
solemni ritu et pompa consecrarit
IV Nona iunias MDCCLXXVI

A DIO OTTIMO MASSIMO
Questo tempio intitolato alla Santissima e indivisibile Trinitą
a tal fine eretto, riedificato in una nuova struttura
e impreziosito con altari marmorei, mosaici,
decorato di stucchi e grate dorate,
con la volta ornata di dipinti e il pavimento coperto di maioliche,
dal suo venerabile collegio di monache
e dalla badessa Donna Eulogia Totta umilmente implorato,
l’ill.mo Signor Don Saverio Palica,
della Congregazione dei Celestini, dell’Ordine di S. Benedetto,
vescovo di Andria, patrizio di Barletta,
prelato domestico di Sua Santitą ed assistente al soglio pontificio
con solenne rito e sfarzo consacrņ
il 2 giugno 1776.

Nel largo bordo inferiore della cantoria si notano altri due cartigli contenenti due brevi iscrizioni che non ci sono state tramandate ed illeggibili nella foto; probabilmente contenevano due citazioni dei sacri salmi.
Come gią detto nei dettagli sui bordi laterali della stessa foto d'inizio pagina, si scorgono nelle due nicchie i panneggi in marmo rosso del postergale dei due pregiati altari laterali.