chiesetta di San Pietro (scomparsa)

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Chiesetta di San Pietro

Di questa Chiesetta accenna il Can. Michele Agresti nel sotto citato volume, indicando le Chiese antiche scomparse; scrive lo storico:

“Molte altre Chiese antiche, che ora più non esistono, si appartenevano al Capitolo [della Cattedrale]. Esse faceano parte di tanti villaggi vicini alla città, come: ... S. Pietro, nelle vicinanze di S. Maria Vetere; ...”

[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 76]

Nelle visite pastorali ci rimane una testimonianza di fine Seicento; il 13 settembre 1697 mons. Andrea Ariano visita la chiesetta, dopo essere stato poco prima nella Chiesa di Sant'Angelo al lago e, a seguire, in quella di Santa Lucia.  Si trascrive anche l'inizio di queste due visite precedenti perché indicano, sia pur vagamente, a quale distanza si ergesse la chiesa di San Pietro.
Annota il vescovo:


[trascrizione del testo originale in latino]

Die 13. Mensis Septembris 1697

“Ill.mus Dominus visitavit Cappellam S. Angeli dicti del lago extra mœnia in via quæ Coratum ducit. …

Ecclesiã S. Luciæ ad alios quingentum passus ultra in campestris visitavit. …

Ecclesiam S. Petri ad alios ferè sexcentum passos distantem ultra in vineis visitavit, invenit Imaginem dicti Apostoli in vinculis in pariete depictam deturpatam, medietatem cappellæ fornicẽ malè coopertam, alteram verò medietatem discopertam subdiù, iussit fieri diligentias si adsint redditus, aliàs aliter reparari, et provideri.”

 

[traduzione]

13 settembre 1697

“L'Illustrissimo Signore [visitatore] visitò la Cappella [chiesetta] di Sant'Angelo al Lago fuori mura sulla strada che conduce a Corato …

Visitò poi la Chiesa di Santa Lucia più in là tra i campi di altri cinquecento passi …

Visitò ancora la Chiesa di San Pietro distante circa altri seicento passi più lontano tra i vigneti; trovò sulla parete un affresco rovinato di San Pietro in vincoli, la parte centrale della cappella con la volta in parte mal coperta in parte a cielo aperto; comandò pertanto che si indagasse se esistessero redditi, e che comunque altrimenti la si restaurasse e si provvedesse in merito.”

visita di mons. A. Ariano alla chiesetta di S. Pietro

In sintesi, integrando le poche informazioni disponibili,
- questa scomparsa chiesetta di San Pietro poteva sorgere a poco più di 1000 metri (per 1 passo = 185 cm) ad est della Chiesetta di Santa Lucia e (forse) poco meno a Sud della Chiesa di Santa Maria Vetere, nei pressi del complesso attualmente (2018) in costruzione della Parrocchia Madonna della Grazia;
- sulla parete, forse sull'altare, era dipinta l'immagine di San Pietro in vincoli.


Nella relazione sullo Stato della Chiesa di Andria inviata alla Santa Sede nel febbraio del 1712 mons. Adinolfi, accennando alla tradizione che vorrebbe l'Apostolo Pietro passato per Andria nel suo apostolato itinerante verso Roma, parla di questa cappella, ai suoi tempi diroccata. Questa la relativa citazione:

[trascrizione del testo originale in latino]

“Dicit[ur]… Sanctum Petrũ Apostolorum Principem e Grecia discedentem appulisse ad Tarentina lictora, à quibus ad hanc Regionem pertransisse, ubi fidem catholicam prædicando prima dictæ fidei fundamenta in hac Civitate iecisse; et quædam Cappella diruta mõstrat[ur] cum quodam Altari, in quo Apostolus ipse sacri peregit. Adhuc Eccl[esi]a S. Petri nuncupata in memoriam tanti beneficij ab eodem Apostolorũ Principe recepti: asserunt insup[er] Civitatem Andriensem fuisse patromonium Eccl[esi]æ, sed de his cogni[ti]bus fides sit penes Auctores, cum nullum hactenus autenticũ viderim documentum.

Andriæ Idibus Februarij 1712.”

 

[traduzione]

“Si racconta … che San Pietro, il principe degli Apostoli, venendo dalla Grecia sia approdato a Taranto, abbia attraversato questa Regione predicandovi la fede cattolica ed abbia gettato le prime basi di detta fede in questa Città; vi si vede una certa Cappella diroccata con un certo altare sul quale operò lo stesso Apostolo. È chiamata ancora oggi Chiesa di S. Pietro per ricordare i tanti benefici ricevuti dallo stesso Principe degli Apostoli: dicono inoltre che la Città di Andria sia stata patrimonio della Chiesa, ma di queste notizie ne parlano solo gli Autori, perché ad oggi non mi risulta alcun documento autentico

Andria, 13 febbraio 1712.”


Una ricerca effettuata dall'arch. Vincenzo Zito presso il Fondo notarile dell’Archivio di stato di Trani evidenzia che, nella stessa località dove sorgeva nel Seicento la chiesetta di San Pietro, a fine Settecento c'era l'intenzione “di costruire una cappella rurale sotto il titolo di S. Pietro, nel chiuso detto appunto di S. Pietro”.
Ecco la sintesi dettagliata del documento redatta dal suddetto architetto:

CANNONE PASQUALE (1770-1799)

Protocollo n. 440 anno 1786

f. 212 atto del 1° giugno 1786
Il Rev. D. Giuseppe Arciprete Ceci ha deciso di costruire una cappella rurale sotto il titolo di S. Pietro, nel chiuso detto appunto di S. Pietro, su terreni di sua proprietà dove esiste un “magnifico casino” utilizzato per la villeggiatura del suddetto Arciprete e dei suoi familiari. La cappella viene dotata di una rendita di D. 10 annui da servire per l’arredo e per celebrare messe tutti i giorni festivi a beneficio dei familiari, dei lavoranti e di quanti si trovano nelle vicinanze.

Allegata l’autorizzazione del Marchese D. Scipione Parisi, regio uditore della S. R. Udienza di Trani.


Chiesetta diroccata a Torre S. Pietro
[Al rudere di Torre S. Pietro con alunni - foto di Sabino Di Tommaso, 03/05/2000]

Forse un'altra chiesetta rurale a nome San Pietro sorgeva in cima alla collina a destra della SP 149, a meno di 2 Km da Montegrosso, andando verso la SP 155, esattamente dove la strada curva leggermente a sinistra prima di affrontare una ripida salita, lì dove ancora oggi (2018) è visibile un rudere col toponimo Torre San Pietro.
Di questo rudere ad oggi non ho trovato documenti.