la grotta

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interno cripta

La grotta dell'affresco: l'ingresso

Mons. E. Merra nel 1906, dopo aver descritto il vestibolo di accesso, così parla dell'ingresso alla cripta:
"Quivi nella balza, che guarda l'occidente, avvi una solitaria grotta scavata nel tufo con dei sedili intorno a guisa di coro, ed un modesto altare su cui si vedea dipinta l'Immagine della Martire S. Margherita ... A destra dell'altare un arco metteva in un'altra grotticella, che avea parimenti un altare scavato nel tufo, e dietro una tribuna alta circa ventidue palmi, e larga dieci, su cui alla graca era effigiata la Vergine Maria, assisa sopra un trono alla greca ... .
La grotta è piuttosto profonda, e la sua volta è di tufo, scavata nel masso, è sorretta da dodici pilastri a colonne. ... .
Fu pure a spese del Monarca [Francesco II di Ferdinando II] lastricato di bianco marmo il pavimento del tempietto e della Cripta, chiusa da tre magnifici e sveltissimi cancelli di ferro battuto, sormontati ed ornati di gigli angioini."

[testo tratto da "Monografie Andriesi" di E. Merra, Tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol.II, pagg. 294, 326,430]


" ... tentare una ricostruzione della zona absidale e della navata sud. ... Il piano di calpestio era più alto non più di 2,50-2,60m, abbastanza normale negli edifici rupestri ...; ciò spiegherebbe anche come mai siano state sfruttate al massimo le curvature delle absidi e delle pareti per la stesura degli affreschi ... L'ambiente era completato da sedili addossati alle pareti perimetrali e da anelli per la sospensione di lampade al soffitto."

[testo di G.Lepore, tratto da "La Madonna d'Andria" di AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2008, pag.55]


capitello all'interno della cripta

I capitelli

I dodici capitelli interni allla grotta e il frontone nel '600 furono rivestiti di stucchi; sono stati poi rimessi a nudo nel 1911, come racconta il Ferriello:
"Nel secolo XVII si ebbe il barbaro fanatismo di sostituire ornati di stucco, stile barocco, all'antica ed artistica arte decorativa, ... .
A ricuperare  parte dei nascosti tesori artistici, nel 1911 a proprie spese e iniziativa, si intrapresero i lavori di scrostamento, denudando la ben lavorata pietra di travertino che sostiene la mole.
S'incominciò dalla terza chiesa, furono rimossi cautamente lo stucco, i calcinacci ed i tufi dalla singolare facciata addossata alla grotta, cui da tre archi romani si accede. Il frontone apparve tutto di pietra ornato e fregiato d'alti e bassi rilievi e di torciglioni romani, affreschi ed altro di puro stile del cinquecento.
Per rendere più appariscente questo mirabile intreccio di lavori, fu spostato l'organo e demolita la tribuna di esso, che sporgeva nel mezzo della chiesa, sotto la quale, per avventura furono trovati dei pezzi di pietra che facevano da puntelli sui quali si legge parte dell'antica iscrizione."

[testo tratto dal libro "Gli Agostiniani in Andria" di M.Ferriello, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1931, pagg.48-49]]