Opera Pia Monte dei Projetti: statuto del 1862

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da "L'Ospedale di Andria:"

dal passato al futuro

documento raccolto da Nicola Maiorano (____-____)
stralcio    del documento

L'Ospedale vecchio [1844]

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Statuto dell’Opera Pia Monte dei Projetti (1862)

PROVINCIA DI TERRA DI BARI
CIRCONDARIO DI BARLETTA
COMUNE DI ANDRIA

Opera Pia sotto il titolo di Santa Maria della Misericordia
ossia Monte dei Projetti

Relazione storica di detta Opera Pia da unirsi all’inventario
ai termini dell’art. 30 della Legge 3 agosto 1862.

Capitolo I

Origine di detta Opera Pia

La carità cittadina non fu mai scarsa nel Comune di Andria. Si ha nel fatto che sin dal 1267 esistevano in Andria due Ospedali, l’uno sotto il titolo di S. Riccardo e l’altro sotto quello del Santa Maria della Misericordia, entrambi fondati con datazioni private. Era il primo destinato ad alloggiare i pellegrini infermi, nonchè i poveri del paese, ed il secondo al mantenimento nel proprio locale di ventidue Proiette, che dalla età settenne rimaner doveano fino a quella di anni ventuno. Il dippiù della rendita del cennato Ospedale della Misericordia era destinato a sussidiare il baliatico che nell’Ospedale medesimo era istituito in pro degli esposti od orfani poveri del Comune di Andria. La strettezza dei luoghi e dei mezzi, ed il bisogno sempre più crescente ridestò vieppiù la pietà dei cittadini tra i quali si distinsero Jacopo Gammarrota e le altre illustri famiglie, di Quarto, Marulli, Fanelli, Madia e Superbo, le quali unitamente al Gammarrota fondarono altri due Ospedali: quello della Trinità e l’altro di S. Bartolomeo, come appare delle memorie di due pubblici istrumenti, stipulati il primo da notar Enrico Zaccaro nel 1268 ed il secondo dal notar Taddeo Cirece nel 1268. Di detti quattro Ospedali se ne trova pure fatta menzione nel testamento del Duca di Andria Francesco primo del Balzo del dì 23 aprile 1420, ricevuto dal notaro Antonelli Montagnone, perchè si ebbero detti pii stabilimenti dei particolari legati dal detto Principe del Balzo, e per quello che riflette l’Ospedale di Santa Maria della Misericordia è detto così: “Item lasso al Spitale di S. Maria della Misericordia oncie venti pro una vice tantum, con ciò compra tante robbe di Zuccaro per quelli poveri, che vi vanno”.

E siccome in detti due pubblici istrumenti del 1267 e 1268, era convenuto che le famiglie fondatrici ed i di loro discendenti potevano col pubblico Magistrato, ossia Sindaco, nominare gli Amministratori e fare delle innovazioni, così nel 1562 si avviddero che per la loro incuria le rendite di questi Luoghi Pii per lo più non si dirigevano all’uso determinato, ma venivano abusivamente ripartite a genio degli Amministratori, per cui da questo e da altri motivi mossi, mentre ridussero a due i cennati quattro Ospedali, conservando cioè quello della Misericordia e l’altro di S. Bartolomeo, che era pur mantenuto da una parte della rendita del primo, ne cedettero fin d’allora le rendite e l’amministrazione al Comune di Andria. Dagli altri due ospedali poi, cioè di quello della Trinità e dell’altro di S. Riccardo con le rispettive rendite e locali si fondò un monastero di Clausura per le figlie di S. Benedetto, cui vennero pure assegnati dalle rendite dell’Ospedale della Misericordia annui ducati cento, come appare da una memoria dell’ istrumento di tale assegno, stipulato dal Notaro Nicolangelo Facinio degli 8 febbraro 1563, inserito nella Platea di detto Monastero delle Benedettine, il quale poi in pagamento del capitale corrispondente all’annua rendita di docati cento, si ebbe dal prelodato ospedale della Misericordia il fondo denominato li petrarelli della estenzione di carra due, pari ad ettari quarantotto, ari trentacinque e trentotto centiari di terreno ambiguo messo alla distanza circa un miglio dalla città e che tuttavia trovasi determinato da antichi termini lapidei con leggenda Ospedale della Misericordia.

Le luttuose vicende politiche del 1799 produssero in Andria quella terribile catastrofe di essere stata, cioè, messa a pane e fuoco; perlocchè tutti gli archivi e la maggior parte delle schede notarili addivennero preda delle fiamme, per cui le più preziose memorie andarono perdute. Nullamanco la origine di detti ospedali, la di loro dotazione e trasformazione non potè cancellarsi dalla memoria dei cittadini e di ciò ne fa pure prova una iscrizione lapidaria sovrapposta alla porta maggiore nella parte esterna della chiesa di dette Monache Benedettine che è del tenore seguente.

"D. 0.M.
Quod olim orbis redempti saeculo XIII. decurrente
Quinque andrienses familiae inter patricias aelectae
De Matteo Quarti Fanelli Superboque et Gammarota
Pecunia sua Xenodochium a fundamentis erectum
Sanctissimae et Individuae Trinitati
Divoque Richardo dedicarunt
Quodque temporum vicissitudine
Suis depauperatum redditibus
Anno MDLXIII. magistratus populusque andriensis
Aere publico pro dignitate Urbis
In Asceterium Virginum Cassinensium
Sub regula S. P. Benedicti commutarunt novissime
Vetustate corruptum ipsae Santimoniales Anno
Ab hinc quinquaginta coepto et continuato opificio
Priscis aedibus temploque demolitis
Novisque adactis proprio sumptu in ampliorem
Prestantioremque formam, magnificentius redigerunt
Ineunte anno II praesulatus Domini Xaverii Palica
Ordinis Coelestinorum ac Patricii Barolitani MDCCLXXIV"
 

Risulta pure dall’ istrumento rogito da questo defunto Notaro Antonio Pitoggio a 27 Octobre 1634 che l’Università di Andria per essere ben governati ed assistiti gl’infermi poveri non trovò altro mezzo più proprio che quello di affidarne la cura ai frati di San Giovanni di Dio. Di fatti si assegnò per abitazione a costoro l’istesso Ospizio dell’Ospedale della Misericordia messo in attacco a questa Chiesa di Porta Santa, nonchè la somma di docati quattrocento, pari a lire milleseicento novantanove e centesimi novantasei, dalla vendita dell’Ospedale medesimo; e così i Fatebene Fratelli principiarono sin da quell’epoca l’esercizio della loro carità a sollievo degl’infelici, mentre l’Ospedale di S. Bartolomeo si ridusse per alloggio ai pellegrini ed agli accattoni.

Emerse ancora dal testamento di Notar D. Gianlorenzo Topputi, chiuso e sigillato a 21 Aprile 1777, aperto e depositato a 28 febbraio 1782 presso gli atti del Notar D. Giuseppe Sinisi di Andria, che il detto Notar Topputi lasciò a titolo di Legato, particolare la somma di docati cinquecento, pari a lire duemilacentoventiquattro e centesimi novantacinque, in favore del venerabile Ospedale sotto il titolo della Misericordia delli poveri infanti esposti del Comune di Andria onde impiegarsi e dalla rendita fare in ogni anno, o in ogni due anni dei maritaggi in favore di una o più zitelle delle esposte di questa Città solamente, e che non siano meno dell’età di anni diciotto e con le dote di docati trentacinque pari a lire 148,75; ed a saldo che morendo senza figli la Projetta, possa disporre di soli ducati dieci, pari a lire 42,50, devolvendo il dippiù in favore del Monte, meno per i ducati cinque anticipati nell’atto dell’affido. Detti docati, cinquecento lire 2124,95 trovansi già impiegati sul gran libro del debito pubblico e dalla rendita si eseguono i maritaggi giusto il prescritto dal Testatore.

Risulta pure dal testamento per atto pubblico, ricevuto da questo defunto Notar D. Giuseppe Sinisi a 24 Marzo 1787 che questo Giuseppe Di Renzo nel disporre dei suoi beni lasciava in favore del Sacro Monte dei poveri infanti esposti sotto il titolo di Ospedale S. Maria della Misericordia di questa Città un vignale e mezzo di terre seminatoriale mandorletate pari ad ari 70,44, messo in questo tenimento nella contrada della Chiuso Primeloppe e dalla vendita, tranne talune mezze, il dippiù convertirsi in mantenimento dei poveri infanti esposti.

Detto Ospedale della Misericordia sotto la occupazione militare passò alla beneficenza, la quale conservò all’Opera Pia in parola il solo titolo di Monte dei Projetti, come attualmente si appella.

Capitolo II

Oggetto della sua istituzione

La suddetta Opera Pia si ebbe allora per fine di mantenere nell’Orfanotrofio annesso all’Ospedale Civile di Andria, numero ventidue Projette, e con la resta della vendita supplire al baliatico che si manteneva in vantaggio degli infanti illegittimi ed anche legittimi purchè orfani di madre e poveri, mentre l’obbligo principale per tale baliatico era appeso al Municipio come ora a carico del Governo.

Ma per l’avvilimento in cui si ricupera i fondi si per la diminuzione della popolazione, e quindi, scarsezza di vendita, si per la mancanza di commercio, avvenne che diminuitasi la vendita non più si rinchiusero le giovani projette nell’Orfanotrofio annesso all’Ospedale della Misericordia, (cosa che si sta ora praticando, trovandosi già rinchiuse ventidue giovani projette) e tutta la vendita, sebbene contro la volontà dei Fondatori, s’invertì nel dare fuori dell’Ospedale medesimo il baliatico agli esposti stimandosi un tale uso, come casa di maggiore urgenza e di più comune utilità.

Capitolo III

Come si mantiene, con quali mezzi cioè e rendite

La cennata Opera pia si mantiene ora con le proprie rendite ammontanti in uno alla somma di annui docati duemilaquattrocento ventisette e grana settantanove, pari a lire 10317,87, che ritrae, cioè, dal Gran Libro docati centoventidue, lire 518.49 dai fitti dei fondi rustici docati 11: lire 46,75 e dai Canoni e Censi docati 2294,79: lire 9752,63 totale docati 2427,79 pari a lire 10317,87.

Capitolo IV

Da chi e come si amministra

L’Amministrazione dei beni destinati al conseguimento di quei fini, di cui si è di sopra fatto parola, è ora affidata alla Congregazione di Carità subentrata alla disciolta Commissione Comunale per effetto della Legge 3 Agosto 1862, sotto l’osservanza però delle leggi sulle Opere pie.

Il Segretario ed il Tesoriere della Congregazione di Carità esercitano il loro rispettivo ufficio rimpetto all’Opera Pia suddetta.

Capitolo V

Attuale sua condizione

La condizione attuale di detta Opera pia è molto vantaggiosa, poichè ebbe il lodevole divisamento di dare ad enfiteusi perpetua ed a piccoli tratti il latifondo denominato l’Ospedaletto, nonchè gli altri fondi costituendi il suo patrimonio perchè la sua vendita da circa docati mille, lire 4249,89, ora trovasi per tal fatto aumentata, come di sopra si è detto, sino a docati 2427,79: lire 10317,87 ed è perciò che la Commissione, sin da che si realizzò un tale aumento di rendita, fu sollecita di dare in parte esenzione alla volontà dei Fondatori, allogando nell’Orfanotrofio annesso a questo Ospedale Civile, quattordici giovinette projette, dietro superiore autorizzazione racchiusa nel Decreto del Ministro dell’Interno del 5 Novembre 1859, n. 7697 e nell’altro del 25 Luglio 1861, quinto ripartimento, 2^ Sezione, n. 2300: ed un tale numero sarà per cura della Congregazione di Carità portato a quello di ventidue, giusta la volontà dei Fondatori, tostochè si darà opera allo ingrandimento del locale dell’Ospedale Civile.

Fatto in triplice originale in Andria il 20 Giugno 1864.

Margiotta Gramsci
Vice Presidente della Congregazione di Carità

[tratto da “L'Ospedale di Andria: dal passato al futuro” di N. Maiorano, grafiche Guglielmi, Andria, 2010, pag.31-35]