Santa Visita del vescovo Triveri del 23-11-1694

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La Chiesa del SS. Salvatore in Andria

dell’ing. Antonino Vinaccia

Con vivo compiacimento pubblichiamo le fotografie di un pregevole lavoro, progettato e costruito sotto la direzione dell’egregio sig. ingegnere cav. Riccardo Ceci, la chiesa del SS. Salvatore nei pressi della città di Andria.

la navata nel 1912

Detta chiesa, d’importanza superiore ad un semplice santuario di campagna, esce dalle ordinarie ibride costruzioni moderne ed assurge a vera manifestazione stilistica di arte medioevale, di cui l’autore si mostra perfetto conoscitore per la scelta dei materiali, per la elegante e semplice ornamentazione, per i motivi prettamente romanici lombardi, così adatti e significativi per costruzioni religiose.

L’ing. Ceci ha avuta una idea originale nel costruire al centro della facciata il campanile della chiesetta, formandone un tutto organico e stilizzato. Al bello pittoresco nuoce però un poco la soverchia altezza del campanile in proporzione dell’altezza della facciata. Questo lieve difetto è però compensato da moltissimi pregi dell’opera, specialmente quando si è osservato l’interno della Chiesa, che risponde perfettamente al carattere stilistico della facciata ed è ammirevole specialmente per gli effetti di policromia dati dalla ottima scelta dei materiali costruttivi. È notevole altresì la decorazione di tutti gli altari in marmo, intonati allo stesso stile della Chiesa, di cui il maggiore rappresentato dalla figura annessa, è il più bello.

Ed ora diamo qualche notizia particolare sulla Chiesa del SS. Salvatore in Andria.

l'altare maggiore nel 1912

Venne dato principio alla sua costruzione nel marzo del 1901 ad iniziativa della Colleggiata insigne di San Nicola in Andria, a cui è dovuta la cura e ne esercita il culto, e con offerte dei fedeli. Sorge a due chilometri circa dell’abitato sul posto d’un’antica Cappella, minacciante rovina, sotto il nome di Santa Maria di Trimoggia del nome della contrada, in attacco alla quale disordinatamente in tempo molto posteriore erano state costruite due Cappelle di nessuna importanza di arte o di tempo. Della prima, della cui esistenza si hanno notizie fino dal 1000, venne conservato un affresco rappresentante la effigie della Vergine col Bambino.

Vennero ritenuti nella nuova costruzione come assi della Chiesa quelli delle due Cappelle esistenti, per modo che restò così determinata l’ampiezza e posizione della nave centrale e delle laterali. La nuova pianta risultò quindi in tre navate terminate ciascuna da una Cappella. La navata centrale dagli archi normali all’asse della Chiesa è divisa in tre quadrati di metri 6 di lato, e comunica con le laterali che hanno la larghezza di 4 metri a mezzo di tre arcate; gli archi vengono impostati su due piloni mediani e finte di pilastro agli estremi. I piloni portano in tre lati addossate colonne per due terzi del diametro, e sono in bellissimo calcare colorato in rosso e giallo a pulimento, conosciuto col nome di marmo di Corato, dai cui giacimenti venne estratto. Le basi ed i capitelli delle colonne sono in marmo bianco, come in marmo bianco si completa il rivestimento dei piloni e delle finte di pilastro.

Le volte della navata centrale sono a crociera e gli archi e le cordonature diagonali a pieno centro; le volte delle navi laterali anche a crociera allungate. Le volte delle Cappelle terminali sono a cupola e illuminate dall’alto; quella centrale si eleva più di un secondo ordine di piedritto, ed in questo si aprono quattro finestre oblunghe a sguancio inclinato nelle pareti.

prospetto della facciata nel 1912

Alla facciata di prospetto, che è a paramento in pietra calcarea delle cave del Puro in Trani con fasce di mattoni, danno rilievo paraste del detto calcare, che salgono fino agli archetti sottostanti alla cornice e al fregio dentellato.

Nel mezzo il portale, che costituisce la parte più importante della facciata, porta due colonne in un sol pezzo in calcare del luogo lavorate a pulimento; i capitelli di stile e le basi sagomate anche in calcare.

Sul mezzo del prospetto si eleva il campanile su pianta ottagonale in un sol ordine, porta negli spigoli, colonnine allungate in calcare e termina con ricca cornice su cui si eleva la piramide terminale: di fronte e sui lati porta una bifora.

L’altare maggiore di stile simile al fabbricato è in marmo bianco con riporti e colonnine della stessa pietra colorata.

Tutta la costruzione fu eseguita da operai e scalpellini del luogo con molta precisione, la parte ornamentale in marmo e pietra colorata dallo stabilimento Bassi di Trani.

Ing. Antonino Vinaccia

[tratto da “ Rassegna tecnica pugliese: periodico mensile del Collegio degli ingegneri e degli architetti pugliesi”, 1912, luglio, fasc. 7, vol. 11, pp.103-105.]