Mèstę Raffaœilę

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Mèstę Raffaœilę

canto iterativo

In questa pagina il canto è stato arrangiato, inciso ed eseguito da "I Milords", gruppo folk andriese, negli anni 80, composto da:
- Mimmo Cristiani - batteria e percussioni,
- Enzo Cleto - pianoforte, piano Fender Rodhes, Polymoog, tastiere, voce e cori,
- Lino Albanese: chitarra acustica ed elettrica, cori,
- Franco Cava: basso e cori.

(per motivi di copyright è possibile ascoltarne solo un frammento in automatico all’apertura della pagina;
attendere comunque qualche secondo per il caricamento del canto!)
Si può anche ascoltare per intero il canto dei Milords " Mèstę Raffaœilę" su Youtube;
prodotto da Mimmo "Cristiani Music" - Italy, tale brano è incluso nell'album "Dalla Bella Puglia - Andria Folk" rimasterizzato nel 2007.

Ha un carattere diverso il canto dedicato a «Mèstę Raffaœilę» per l’agilità e l’armonia dei versi e per il suo ritornello che serve a darci un’idea più chiara di questo personaggio che fa debiti, ma firma cambiali e vive tranquillo.

Mèstę Raffaœilę

(il canto in dialetto)

I mèstę Raffaœilę sę nę vé cęddœirę ceddœirę
vèvvę u nírvę i vèvvę u cœirę
i sę mettę a mbriaké.
Mèstę Raffaœilę, kummę l’amma kęmbęné?

I nè, i nè, i nè,
sembę dìbbętę amma ffé.
Sò mèstę Raffaœilę,
appéndę i na ndę nę ngaręké.

I mèstę Raffaœilę pu skarpœinę pondę i takkę
i da sotte skíulę l’akwę
kummę sę sfizię a kammęné.
Mèstę Raffaœilę, kummę l’amma kęmbęné?

I mèstę Raffaœilę portę rę kalzę rottę nghíulę.
La męgghœirę sę pigghę apagiurę
na rę voulę arępęzzé.
Mèstę Raffaœilę, kummę l’amma kęmbęné?

I mèstę Raffaœilę au saptę dę la sèrę
akkarèzzę la męgghœirę
pę falla fadęghé.
Mèstę Raffaœilę, kummę l’amma kęmbęné?

[Una variante della prima strofa è questa, che però mi sembra più recente:]

I mèstę Raffaœilę sę nę vé kandìnę kandínę
addù trouvę u megghę vinę
dé sę mettę a mbriakà.
Mèstę Raffaœilę, kummę l’amma kumbinà?

Il signor Raffaele

(traduzione)

Il signor Raffaele va da una osteria all’altra
beve il vino nero e il vino bianco
e lì si ubriaca.
Signor Raffaele, come la mettiamo?

Nè, nè, nè,
sempre debiti dobbiamo fare.
Sono il signor Raffaele,
segna e non te ne preoccupare.

Il signor Raffaele con lo scarpino punta e tacco
da cui scola l’acqua
come si dimena nel camminare.
Signor Raffaele, come la mettiamo?

Il signor Raffaele porta i pantaloni rotti al sedere
la moglie ha paura
non li vuole rattoppare.
Signor Raffaele, come la mettiamo?

Il signor Raffaele il sabato sera
accarezza la moglie
per farla lavorare.
Signor Raffaele, come la mettiamo?

[Una variante della prima strofa]

Il signor Raffaele va di cantina in cantina:
dove trova il miglior vino
lì si ubriaca.
Signor Raffaele, come la mettiamo?


[Fonte del testo: "Letteratura popolare andriese" di Antonia Musaico Guglielmi, tip. Guglielmi, Andria, 1981, pagg. 130-131] ]

Alla fine di ogni strofa si ripete il ritornello.

Nel testo dialettale il simbolo fonetico della "ę" sta ad indicare una "e" muta.
La Musaico, nel libro su citato usa una notazione fonetica più precisa di quella qui trascritta.