“.... Era il terzo giorno di Pentecoste dell’anno millecinquecentonovantotto, e in una profonda cisterna, scavata nel tufo, e distante circa un cento passi dalla città di Andria, cadea inavvedutamente una fanciulla. .. .A caso alcuni Andriesi, passando vicino a quella cisterna, parve loro sentire il suono d’una voce languente, che di là usciva. Avvicinatisi ficcarono il viso a fondo, e con meraviglia videro la fanciulla sana e salva galleggiare a fior d’acqua. .. .La fanciulla, uscita incolume di mezzo alle acque, fu interrogata alla presenza di gran popolo ivi accorso, come mai fosse potuta stare tre giorni nell’acqua e non affogarsi, e non morire di fame. Allora la fanciulla col volto tutto raggiante di gioia, con le labbra infocate d’un angelico sorriso, rispose che la madre di Dio, la cui immagine stava dipinta sul muro di quella cisterna, l’avea pietosamente liberata dalla morte.
La fama di tale prodigio,
con la rapidità del baleno, fece il giro di tutta la città e dei paesi vicini, e
fu un accorrere frequente di gente per vedere e venerare la miracolosa Effigie.
In breve fu cavata l’acqua dalla cisterna, e da tutti conservata premurosamente
come preziosa reliquia di Maria. A fianco di detta cisterna venne scavata una
comoda scalinata, affinché ognuno potesse scendere a vedere, a venerare ed amare
la cara Immagine, la quale perché fu ritrovata in mezzo alle acque, come dentro
un mare, si ebbe il titolo di Santa Maria dell’Altomare da Monsignor Don
Vincenzo Basso, in allora Vescovo della città di Andria.
Vuolsi che questa
cisterna, nel primo millennio del Cristianesimo fosse una Catacomba dedicata a
Santa Sofia, e che ivi nel tempo delle persecuzioni, specie degli Iconoclasti,
si radunassero i Cristiani a celebrare di nascosto i sacri misteri. ...
di mezzo secolo era passato da che s’erano accesi
questi santissimi amori di Maria per Andria; quand’ecco improvvisamente
affacciarsi terribile e spaventosa, come in tutto il Reame, così nella nostra
città, la peste... Non bastarono i cimiteri a ricevere le salme illagrimate degli
appestati, e furono riempite a ribocco sette cisterne nelle adiacenze del
Carmine, tre nelle vicinanze di Santa Lucia, due accanto al Convento di Santa
Maria Vetere, non che la Cripta istessa di Santa Maria dell’Altomare! in tale
doloroso frangente gli Andriesi dimenticarono l’Immagine miracolosa, che per
lungo tempo rimase abbandonata. Solo una certa buona vecchierella, per nome
Angela, continuò a venerarla e ad accendervi una lampada. Frattanto, essendosi
ammalata una ragazza sua vicina, Angela, fiduciosa nel valido patrocinio di
Maria di Altomare, unse con l’olio di quella lampada l’ammalata, che, mirabile a
dire, guarì immantinente!... Ravvivata in tal modo nel popolo Andriese la
memoria d’una tanta benefattrice, fu subito su quei cadaveri ammonticchiati
fatto fare un lastrico di pietra, e ripulire la Cripta. ...
È perchè la miracolosa Effigie stava rimpetto alla porta,
per la quale si entrava nella cisterna, mutata in Chiesa; per maggiore
venerazione, venne segato il muro, e trasportata l’immagine sopra di un altare,
eretto nella parte sinistra. ...
eletto cappellano il Canonico Pnimicerio Don Giuseppe Maria Marziani, egli
spiegò tutto l’ardente suo zelo per mettere nel maggiore onore e venerazione
possibile la Chiesa di Santa Maria dell’Altomare. Concorsero spontanee e
munifiche le oblazioni dei ricchi e l’obolo dei poveri; ed il giorno tre Maggio
milleottocentosettantacinque si pose mano all’opera di una Chiesa più splendida,
che venne completata nel Dicembre del milleottocentosettantasette. ...
successero allora i Reverendi Canonici Don Nicola Maria Troya, e Don Gerardo
Magno, . . . spiegarono tutta la loro attività ed energia per abbellire sempre più la Casa di
Maria; e l’allungarono di vantaggio, e vi fecero costruire una bella abside, con
una bella cupola, che decorarono di stucchi e pitture.”
dal:Verbale di consegna per l’Incoronazione dell’ Immagine di Santa Maria dell’Altomare, redatto dal Notaio Isacco Guglielmi fu Francesco, il 4/9/1899 in Andria. (Archivio Diocésano Andria).