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Chiesa suburbana di San Michele
Giacinto Borsella (1770-1856)
Due chiese
sacre al culto di S. Michele sono erette in Andria. S.Angelo chiamato
al lago,
e la seconda che é una cappella di città [
Sant'Angelo
dei Meli].
La prima è assai più capace, messa fuori l'abitato suburbano.
Ha una tal quale prospettiva con piccolo campanile.
Ha tre navi con otto archi quattro a destra ed
altrettanti a sinistra a sostegno della volta. Tre finestre due rotonde ed una
ovale site nella facciata che le danno sufficiente lume oltre quattro nei
fianchi del presbitero.
L'altare maggiore è formato di viva
pietra. Dietro allo stesso in faccia al muro scorgesi a fresco l'immagine a
San Michele, con lunga lancia alla destra confitta nel seno del comune
nemico avendo lo scudo a sinistra col motto Quis ut Deus?
Porta in testa un elmo piumato. Tiene
inoltre ai suoi piedi quattro spiriti di Averno, con attorcigliate code giacenti
nelle fiamme divoratrici con volti di fuoco, occhi di brace, bocche spalancate,
denti digrignanti, teste cornute con omeri alati, spietatamente orrendi e
smaniosi. Questo affresco offre nell'insieme un altare con colonne laterali,
basi e capitelli. In cima è dipinta la Concezione.
Nel muro a fianco dell'altare
osservasi S. Lionardo in abito di monaco basiliano con ferri e ceppi alla destra
e libro chiuso nella sinistra. Nel mezzo S. Michele con bilance in mano, in una
delle cui coppe un'anima a forma di fanciullo è messa. Imperciocché egli è
custode e patrocinatore delle nostre anime presso il giudice supremo. Quindi
vien chiamato Praefectus Paradisi quem horificant Coelorum Cives, cui tradidit Deus animas
justorum. Hic est Michael Arcangelus primus militiae Angelorum, cuius honor
praestat beneficia populorum, et oratio perducit ad regna coelorum. Accanto
S. Michele mirasi una Vergine con aureola in testa chiamata nimbus dai
Latini, e con la palma del martirio in mano. Il nimbo ornava anche le teste
degl'Angioli, sul che riflette il Macri nel suo lessico che il diadema era
simbolo delle quattro virtù cardinali. Accanto al dipinto in carattere
semigotico è scritto il nome di Nicola Tesse sacerdote di questa chiesa
cattedrale, forse perchè a di lui spese fu eseguito quel quadro nel pariete.
In una nicchia poi scorgesi una
statuetta di S. Michele con la iscrizione dell'Artefice, che la ritrasse:
Richardus Brudaglio sculpsit Andria a.d. 1711. S. Michele da guerriero
imbrandisce la spada contro la biscia infernale, la suddetta nicchia poggia
sopra un vecchio altare.
Entrando in sagrestia, vedesi altro
affresco di Gesù sulla croce col Padre Eterno. Dietro a Gesù una cortina di
cancelle quadrati, di colore scarlattino. Vi è la fonte dell'acqua benedetta in
vasca di pietra scanalata, con una rosa nel centro. Poggia sopra una colonnetta
nella cui base leggesi 1633. Locchè dimostra la diligenza degli antichi in
esprimere l'epoche delle varie opere che formavansi.
Questa chiesa chiamata S. Angelo al
Lago ha la rendita di circa ducati sessanta consistenti in canone e fitti di
casa che s'investono nella celebrazione di messe nei dì festivi, e per le spese
nel giorno della festa.
[integralmente tratto dal libro di Giacinto Borsella,
"Andria Sacra",
edito a cura di Raffaele Sgarra, Tip. Francesco Rosignoli, 1818, pagg. 292-293]