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Chiesa suburbana di S. Lorenzo e S. Crispino
Giacinto Borsella (1770-1856)
Chiesa Antica situata sul ciglio delle nostre fornaci.
In essa eravi un clero, difatti nell'archivio della Cattedrale si conservava
un testamento in pergamena di D. Angelo Aripenda prete della chiesa suddetta
stipulato a 25 Nov: 1345 da notar Nicola Galatino da Acquaviva.
A lato di questa Chiesa eravi l'altra dedicata a S. Crispino
che il tempo ha totalmente distrutto. Sopra le terre di questa Chiesa
esisteva un cimitero del X o XI secolo, in cui si sono rivenute
delle monete Greche del XI secolo Cristiano, anzi si scoperse
un sepolcro dei gentili, con vasi soliti ad apporsi nelle tombe;
ma di uno stile che indica i primi tempi o più bassi, allorchè
l'arte era ruvida. Tornando a S. Crispino fa mestieri sapere,
che il suddetto santo unito insieme con Crispiniano, nobili Romani,
nella persecuzione di Diocleziano sotto il preside Tutio Varo
soffrirono il martirio più crudele. Imperciocché situati
su di un cavalletto appellato eculeus furon loro mozze le teste
dal carnefice dopo aver arrostite le loro carni con le lamine infocate.
Le ossa dei prelodati martiri vennero tradotte nella Chiesa di S. Lorenzo
dove consumossi il loro martirio.
Edificata questa Chiesa nel secolo VIII venne appellata S. Lorenzo
in formoso o formonso, che riedificata da Bonifacio VIII
circa il 1300 fu detta in panis perna da un certo Perpenna Quadraziano,
che restaurò le prossime terme di Costantino, secondo una iscrizione
trovata in questo sito. Si crede da alcuni storici, che sia derivato
tal nome dal pane che si dispensava, e dove costumavasi da popolari
di andare a diporto, gustando quel pane benedetto insieme col presciutto.
A non preterir nulla aggiungiamo ciò che Varrone lasciò scritto
intorno la via Salaria:
Salariam via incipere a porta, quae nunc Collina, a colle Quirinali dicitur:
Salaria autem propterea appellabatur quod impetratum fuerit
ut eliceret a mari in sabinos salem portari.
[integralmente tratto dal libro di Giacinto Borsella,
"Andria Sacra",
edito a cura di Raffaele Sgarra, Tip. Francesco Rosignoli, 1818, pagg. 295-296]