MOLPETTA - Scuola Tipografica dell’Istituto Provinciale Apicella per Sordomuti
MCMLIII
Palazzo di Città, 31 maggio 1953.
Nel salire in veste di amministratori le scale del Palazzo di San Francesco il 16 giugno 1952, la mente di tutti noi era preoccupata dai tanti grandi e gravi problemi di cui conoscevamo e la complessità e la profondità, ma uno sicuramente primeggiava su tutti: l’annoso, secolare problema delle Grotte di Sant’Andrea.
Fiumi di parole e d’inchiostro, vive pennellate di colore nei mille articoli di corrispondenti, echi di processi celebri e tristi ricordi di giornate nere paesane, e studi, relazioni sanitarie ed altro ancora, tutto, tutto era presente alla nostra mente, ma soprattutto era vivo e fisso nei nostri cervelli e nei nostri cuori il sentimento di un dovere da compiere: quello di dare elementi di vita umana e civile a seicento nostri fratelli abitanti nel rione Grotte, e quello di togliere alla nostra città, ricca di uomini e di terre ubertose, questo marchio di inferiorità con cui viene sempre bollata, la città delle Grotte.
E da questa coscienza nostra è maturata la ferma volontà di risolvere tale problema ed oggi l’animo di tutti gli Andriesi esulta nel vedere realizzare il trasferimento del primo nucleo di quaranta famiglie dalle buie ed umide grotte in ariose e linde case a contatto del verde e della serenià della nostra campagna.
E tale verde e tale serenità noi auguriamo serva a lenire e cicatrizzare subito le piaghe e le stimmate che la lunga permanenza in quell’ambiente malsano ha impresso e sui loro corpi e nei loro animi.
Pertanto ad essi oltre il calore del nostro sole dobbiamo assicurare sempre il caldo del nostro affetto.
Altri lotti di case per i rimanenti abitanti sono stati già finanziati e pertanto il problema e potenzialmente risolto per tutti.
Non leggi speciali abbiamo chiesto ma continuamente con costanza e fede abbiamo bussato a tutte le porte, abbiamo cercato di rendere operanti tutte le disposizioni legislative che potevano essere utili, ed a tutti coloro che hanno compreso il nostro appello un grazie dal cuore di Andria che noi abbiamo umilmente servita, guarendola da questo grave, secolare, umiliante morbo.
Noi amministratori sentiamo oggi nel nostro animo gli stessi sentimenti di un sanitario che vede risorgere a nuova vita un grave infermo che ha curato con tutte le risorse del suo intelletto ma, anche e prima, col suo cuore.
Dr. Giuseppe Marano
Assessore all’Igiene e Sanità ed ai Lavori Pubblici