Contenuto
da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi"
capitolo IV "Chiese figliali della Cattedrale di Andria"
di Michele Agresti (1852-1916)
Chiese antiche, che ora più non esistono
“
Molte altre Chiese antiche, che ora più non esistono, si appartenevano al Capitolo [della Cattedrale].
Esse faceano parte di tanti villaggi vicini alla città, come: S. Ciriaco, messa sulla via di Corato;
S. Angelo e S. Maria in Chiancula, sulla medesima via di Corato e Trani.
S. Angelo dei Ricchi, sulla via di Barletta, S. Vito e
Mauro, nei pressi del Seminario;
S. Pietro, nelle vicinanze di S. Maria Vetere;
S. Barbera, a circa due miglia dalla città
[1];
S. Martino, sulla via anticamente detta Rughe lunghe, oggi via Tupputi, nei pressi di S. Domenico;
S. Simone, sulla via Flavio de Excelsis, e propriamente sull'angolo del portone dell'attuale Conservatorio;
S. Caterina, a piè della via Pendio, adiacente alla casa del famoso Tommaso De Liso,
una volta proprietà del Capitolo Cattedrale;
S. Fortunato, in un angolo della via Zingari, oggi via Tesorieri
[2];
S. Maria la nuova, accanto alla Chiesa dell'Altomare
[3];
S. Colomba, messa accanto alla Chiesa di S. Domenico,
e poscia aggregata a quel Monistero
[4].”
[1]
Il territorio di S. Barbera
si apparteneva alla Mensa Vescovile. Nei lavori colonici si trovano spesso, in quel territorio,
ruderi di case, vasi antichi. ossami umani ed anche monete antiche.
[2]
Nel costruire le nuove abitazioni,
in questo sito, dai Signori Squadrilli e da altri furono rinvenute varie sepolture,
antichi dipinti, tracce di altari ed altro.
[3]
Questa Chiesa godeva anticamente la commenda dei Cavalieri di Malta.
Oggi è adibita ad abitazione, e si vedono delle tracce dell'antica Chiesa,
avente la porta maggiore ad arco acuto e due finestroni ai lati, del medesimo stile.
[4]
Questa Chiesetta fu eretta dalla pia Contessa Beatrice d'Angiò,
sposa in seconde nozze di Bertrando del Balzo.
[tratto da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi",
di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 76].