di A. Lamesta (Responsabile della Sezione WWF di Andria), M. Pizzolorusso (Studente in Scienze Agrarie)
Prima di entrare nel merito del patrimonio faunistico del pulo di Gurgo è opportuno rendersi conto in che contesto geografico esso si pone. Gurgo si trova in un'area abbastanza antropizzata: nelle immediate vicinanze, infatti sorge il Santuario del SS. Salvatore, mentre i dintorni sono coltivati a vigna e oliveto. L'unica area vicina non coltivata, anche se ormai degradata dall'abusivismo edilizio, é il complesso di Monte Faraone - Monte S. Barbara, zona, tra l'altro, che è sede di importanti ritrovamenti preistorici.
Il pulo, grazie alla sua particolare conformazione topografica, è poco frequentato dalla gente, e perciò rappresenta un'oasi per una rilevante popolazione animale. Le specie sono abbastanza varie e annoverano i rappresentanti di tutti i gradini di una piramide alimentare; ciò è indice di una situazione ambientale che sebbene stia risentendo sempre di più di un crescente degrado risulta ancora sostanzialmente non compromessa.
A partire dal dicembre del 1991 sino al febbraio 1993, è stata avviata una campagna di appostamenti tesa all'individuazione e riconoscimento delle specie presenti in maniera da definire il patrimonio faunistico dell'area. Le osservazioni sono avvenute prevalentemente nel pomeriggio, sebbene molti appostamenti sono stati effettuati anche di mattina. Preme sottolineare l'ovvia possibilità che alcune specie, soprattutto le più piccole, siano sfuggite all'avvistamento.
Le piante, presenti nel pulo con una vegetazione rigogliosa, forniscono l'alimento base per una moltitudine di erbivori, che nel nostro caso sono rappresentati per lo più dagli insetti. Gli insetti si sono evoluti e differenziati in una varietà strabiliante di forme. Non c'è un solo habitat, una sola nicchia ecologica delle terre emerse, a cui non si sia adattato un insetto. Per avere un'idea del numero delle specie di insetti, basterà dire che questa classe annovera i tre quarti delle specie animali viventi. In questa sede, quindi, non si potranno considerare tutti gli insetti presenti nella struttura carsica, ma solo un ordine, quello dei Lepidotteri meglio noti come farfalle.
[Fig. l. Macaone (Papilio macaon). Il suo bruco, caratteristico per avere
gli stessi colori dell'adulto,
si trasforma in una crisalide di tipo "succinto"; cioè che è legata al substrato
per mezzo di un filo di seta che le cinge i fianchi.]
Le farfalle rappresentano sicuramente il gruppo di insetti più conosciuto e più amato per la bellezza delle forme e la varietà dei colori. Inoltre le farfalle hanno un alto valore in quanto sono degli ottimi indicatori ecologici. Cioè la loro presenza, segnala condizioni ambientali poco alterate, per esempio l'assenza di pesticidi, diserbanti etc.
[Fig.2. Il podalirio (Iphiclides podalirius) è una delle più
belle farfalle europee.
In estate non è raro assistere ad allegri inseguimenti tra due o
più esemplari:
sono gli individui maschi che cercano di accoppiarsi con le femmine.]
Tra le specie più diffuse ben visibili per la grandezza e la bellezza del colori sono il macaone (Papilio machaon, Fig. 1) e il podalirio (Iphiclides podalirius, Fig. 2), entrambe appartenenti alla famiglia dei Papilionidi. Le due farfalle si differenziano per la particolare forma delle ali, triangolari nella prima e a semiluna nella seconda. I due individui presentano due code tipo "coda di rondine", e presentano una colorazione di fondo gialla o quasi bianca (più scura nel macaone) con striature nere, e posteriormente delle macchie azzurre e rosse .
Tra i Pieridi, famiglia che annovera farfalle di medie e piccole dimensioni, di colore quasi sempre arancione, bianco o giallo, si trova la comunissima cavolaia maggiore (Pieris brassicae), bianca con due macchie nere sulle ali anteriori, e l'aurora (Anthocaris cardamines) le cui femmine possono essere confuse con delle comuni cavolaie. Quest'ultima è caratterizzata da dimorfismo sessuale ossia il maschio è diverso dalla femmina perché possiede due grosse macchie apicali arancioni sulle ali anteriori, che la femmina non ha.
[Fig.3. L'icaro (Polyommatus icarus ) piccolo e delicato, come
molti licenidi porta sulla pagina inferiore dell'ala numerose macchiette scure.]
Un'altra farfalla di dimensioni medio-grandi e colori ben vistosi, è la vanessa atalanta (Vanessa atalanta) o vulcano. Appartenente alla famiglia delle Ninfalidi, questa farfalla è scura con macchie bianche e arancioni ed è comune anche nell'ambiente urbano. Anche la vanessa io (Inachis io) appartiene a questa famiglia. È di medie dimensioni, con una colorazione di fondo rossastra e una grossa macchia rotonda (ocello) di colore azzurro su ogni ala, che la rende inconfondibile.
Un'ultima specie, appartenente alle Ninfalidi è la vanessa del cardo (Cynthia carduz), di notevoli dimensioni, con ali brune e sfumature rossicce e bianche. È la farfalla più diffusa sulla terra ed ha delle spiccate abitudini migratorie.
Meno vistosi, riconoscibili per la colorazione spesso azzurrina, per le tipiche macchioline sotto le ali e le minuscole dimensioni, sono i Licenidi (Fig.3).
[Fig.4 L'alimentazione onnivora e le buone doti di arrampicatore
fanno del ratto nero (Rattus rattus) un pericolo reale per l'avifauna di Gurgo. Il
roditore non esita a cibarsi di uova e nidiacei una volta scoperti.]
Più su nella catena alimentare di Gurgo, si trovano i primi vertebrati, per lo più erbivori anch'essi, ma che non disdegnano una dieta complementare a base di insetti e altri animali. Si tratta di roditori come il ratto nero (Fig. 4 Rattus rattus) e i topolini dei campi (Cricetidi e Muridi non meglio identificati), delle lucertole (Podarcis sicula e Podarcis muralis) quasi esclusivamente insettivore, e soprattutto gli uccelli, che per numero di specie e individui, sono i vertebrati più diffusi e rappresentativi.
Anche se dotati di estrema facilità di spostamento, gli uccelli sono legati, come gli altri animali, a determinati ambienti. Il motivo è essenzialmente uno: le varie specie sono specializzate ognuna nel reperimento di un determinato alimento, che ovviamente non si trova dappertutto, ma solo in un luogo o su una pianta particolare. Per questa ragione, anche in un ambiente non malto ampio come può essere il pulo, se ci sono dei "microambienti diversi", con tutta probabilità si noteranno delle diversità anche nella distribuzione spaziale delle specie di uccelli. È proprio quello che succede a Gurgo.
[Fig.5. Nido di gazza (Pica pica). La gazza è uno degli uccelli più
noti e diffusi grazie alle sue spiccate capacità di adattamento.
Il suo nido ha l'aspetto
di un ammasso caotico di rami e sterpi;
in realtà è ben congeniato in quanto è
provvisto di una struttura portante costituita dai rami ricoperta da fili d'erba e fango.]
Sul fondo della struttura carsica, ove vegeta un boschetto di noci e in generale di piante mesofile, nidifica una delle specie più rappresentative: il rigogolo (Oriolus oriolus). Si tratta di un uccello dalle dimensioni di un merlo (circa 24 cm), il cui maschio è dotato di un piumaggio giallo e di ali nere, la femmina e gli individui giovani sono giallo-verdi sul dorso e chiari inferiormente. Il rigogolo si nutre di frutti ed insetti, e normalmente se ne sta tra le chiome degli alberi. È quasi immediato il suo riconoscimento per via del tipico canto flautato. Nello stesso ambiente è molto probabile la riproduzione dei tordi (Tordus spp), che sono stati segnalati durante tutta l'estate. Le pareti più ripide e il versante esposto a sud, rappresentano il luogo preferito dal passero solitario (Monticola solitarius), un raro uccello più snello del passero comune, di colore nero bluastro. Nello stesso ambiente si riproduce l'occhiocotto (Sylvia melonocephala), un piccolo uccello grigio con capo nero e occhi cerchiati di rosso, e che è un tipico abitante della macchia mediterranea. Fessure praticate nei tronchi e buche nei muretti a secco, sono spesso i nidi dell'upupa (Upupa epops), inconfondibile per la sua cresta, le ali e la coda, bianche e nere, il corpo nocciola e il vola a farfalla. Molto adattabili, quanto ad ambiente in cui nidificare (Fig.5), e quindi reperibili un po' ovunque, sono la cosmopolita gazza (Pica pica), il cardellino (Carduelis carduelis), le acrobate cince (Parus major e Parus caeruleus), il merlo (Tordus merula), il cui maschio ha un bel piumaggio nero con il becco giallo. Anche i predatori come la civetta (Athene noctua) e il barbagianni (Tyto alba), ormai adattati alle campagne antropizzate, nidificano nel Gurgo e nelle immediate vicinanze. Meno probabili come nidificanti, anche se avvistati più volte, sono il rampichino (Certhia brachydactyla), animale piccolo, dal lungo becco ricurvo e dal piumaggio mimetico, capace di arrampicarsi sui tronchi, il verzellino (Serinus serinus), la capinera (Sylvia atricepilla), la ghiandaia (Garrulus glandarius. Fig.6) e il gheppio (Falco tinnunculus), il classico falchetto.
[Fig.6 La variopinta ghiandaia (Garrulus glandarius) è un corvide
molto legato all'ambiente boschivo,
ma questo non le ha impedito di colonizzare habitat
antropizzati come i parchi cittadini.
Pur essendo fondamentalmente onnivora, il suo cibo
preferito sono le ghiande, perciò è comune nei querceti.]
Alle specie sedentarie che abitano la zona durante tutto l'anno, e a quelle estive, sono da aggiungere le numerose presenze invernali o quelle rilevate durante i periodi delle migrazioni (primavera e autunno). Tra queste ultime sono interessanti la passera scopaiola (Prunella modularis), l'averla capirossa (Lanius senator), il luì verde (Philloscopus sibilatrix , Fig.7), e il codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros).
[Fig.7. Luì verde (Philloscopus sibilatrix). Il nome scientifico
lo definisce sibilante,
forse perché quando si muove tra le chiome degli alberi (suo
habitat d'elezione) produce un leggero frullio d'ali.]
Occhiocotto (Sylvia melanocephala)
Verzellino (Serinus serinus)
Cardellino (Carduelis carduelis)
Gazza (Pica pica)
Merlo (Turdus nierula)
Capinera (Sylvia atricapilla)
Passero comune (Passer domesticus)
Passera mattugia (Passer montanus)
Rampichino (Certhia brachydactyla)
Cinciallegra (Paus major)
Ghiandaia (Garrulus glandarius)
Passero solitario (Monticola solitarius)
Gheppio (Falco tinnunculus)
Barbagianni (Tyto alba)
Cinciarella (Parus coeruleus)
Pettirosso (Erithacus rubecula)
Fringuello (Fringilla coelebs)
Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochuros)
Passera scopaiola (Prunella modularis)
Luì verde (Phylloscopus sihilatrix)
Averla capirossa (Lanius senator)
Balestruccio (Delichon urbica)
Pigliamosche (Muscicapa striata)
Rigogolo (Oriolus oriolus)
Rondone (Apus apus)
Sterpazzolina (Sylvia cantillans)
Tordo (Turdus spp.)
Tortora comune (Streptopelia turtur)
Upupa (Upupa epops)