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Lo stemma di Andria proposto

Lo Stemma di Andria

Ricerche

dell’Ing. Riccardo Ruotolo


Capitolo Secondo

Il significato religioso della figura del leone,
nello stemma della Città e di famiglie andriesi
(da S30 a S33b)

A questo punto viene da chiedersi: qual è il significato della presenza del leone nello stemma? Qual è stata la trasformazione che ha subito lo stemma di Andria dall’anno 1861, di costituzione dell’unità d’Italia, all’anno 1929 quando il podestà Pasquale Cafaro si pose il problema di rivedere la struttura stessa dello stemma della nostra Città?

Per la prima questione possiamo dire che nello stemma di Andria c’è sempre un leone, come del resto in tanti altri stemmi di Città d’Italia e tanti stemmi di famiglie nobili, o presunte tali, e che il leone e l’aquila, sono gli animali più presenti negli stemmi.

Significativa a tal proposito è la raffigurazione degli “Stemmi delle Famiglie Nobili di Andria” (foto S 30) contenuta nel libro “Delle Città d’Italia e sue isole adiacenti compendiose notizie sacre, e profane compilate da Cesare Orlandi, Patrizio di Fermo, di Atri, e di Città della Pieve. Accademico” pubblicato in Perugia nel 1770. In questa raffigurazione ci sono 15 stemmi di altrettante famiglie andriesi e in ben otto è presente un leone rampante, precisamente in quelli delle famiglie Accetta, Chio, Conoscitore, Marchio-Palladini, Tota, Friuli, Tupputi e Zaccaro.

I 15 stemmi di altrettante famiglie andriesi nell'opera dell'Orlandi
[Foro S 30: I 15 stemmi di altrettante famiglie andriesi nell'opera dell'Orlandi]

Il leone è il simbolo della forza e del coraggio, quindi, per una comunità al tempo del Medioevo era un motivo di orgoglio avere un leone nello stemma. Non è da dimenticare che gli stemmi araldici derivano da quelli dei cavalieri medioevali, per i quali avere un leone nel proprio stemma era di grande importanza, perché di forte impatto per l’avversario che gli stava di fronte.

Però, il leone è anche un forte simbolo cristiano: È il simbolo della tribù di Giuda dalla quale discendeva Gesù Cristo.

Giacobbe, figlio di Isacco e nipote di Abramo, ebbe numerosi figli che dettero il proprio nome alle tribù d’Israele; Giuda era il quarto figlio di Giacobbe e la sua discendenza prese il nome di tribù di Giuda. Nei versetti 8 e 9 del capitolo XLIX del Genesi, Giacobbe parla a suo figlio Giuda e dice: “Giuda, a te daranno laude i tuoi fratelli, tu porrai la mano sulla cervice dei tuoi nemici; ti adoreranno i figli di tuo padre. Giuda giovane leone, tu figlio mio sei corso alla preda; poi riposandoti ti sei sdraiato come un leone o una leonessa: chi andrà a stuzzicarlo?”.

Della tribù di Giuda era Davide e figlio di Davide era Salomone. Gesù di Nazareth apparteneva alla casa di Davide e quindi, alla tribù di Giuda: per questo motivo Gesù Cristo è anche rappresentato come il leone di Giuda.

Nel Medioevo, a custodia delle cattedrali, dei palazzi reali, delle tombe, molto spesso si mettevano davanti alla porta d’ingresso due leoni. In quel tempo il leone oltre ad essere il simbolo della tribù di Giuda, della forza, della magnanimità, della giustizia e dell’amore, era anche il simbolo della vigilanza, di custode dell’ingresso, perché si credeva anche che i leoni dormissero con gli occhi aperti e, quindi, davano sicurezza e protezione anche quando dormivano, come il leone di Giuda: chi poteva andare a stuzzicare un leone?

Come scrive il Parroco di San Francesco Don Gianni Agresti in un suo appunto “Nella storia dell’arte della Chiesa il leone, come simbolo, viene sempre riletto in relazione alla figura di Cristo, divenendo uno degli emblemi più ricorrenti e pregnanti. Nel contesto biblico il leone oltre ad essere emblema della tribù di Giuda e segno di regalità, rappresenta anche le prove della vita (Eccl. 47 – Sansone Gde 14,6 – Davide 1 Sam 17,32-37). Davide e Daniele hanno la meglio sui leoni solo grazie a Dio, e questo sta a significare che la forza è sottoposta alla santità dello spirito. L’emblema dell’evangelista Marco è il leone e discende dall’immagine del leone alato nella visione di Ezechiele (Ez 1,10) e in quella di Giovanni (Ap. 4,7).

Nell’iconografia dei Santi, il leone figura come attributo di Gerolamo, Adriano, Eufemia, Tecla e la tradizione vuole che abbia affiancato nel deserto gli eremiti S. Antonio il grande e San Paolo.

Nell’arte cristiana il tema del leone trova rilevanza nel Medioevo quando ogni elemento era visto come immagine del trascendente e, caricando la pregnanza simbolica a scapito del naturalismo figurativo, si posero leoni a complemento delle architetture; stilofori a guardia di portali e in tutte le simbologie bibliche, cristologiche e moraleggianti, su bassorilievi (di archivolti, capitelli, cornici, mensole, ecc..) in mosaici pavimentali e su vetrate, ma anche su tutto il corredo liturgico (avori, reliquiari, calici e tessuti).

Forse il più antico riferimento al leone come simbolo araldico di Andria si trova in una lapide dell’inizio del Quattrocento.

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La lapide con gli stemmi sulla facciata laterale della Chiesa di S. Domenico
[Foto S 31: la lapide con gli stemmi sulla facciata laterale della Chiesa di S. Domenico]

Sulla facciata laterale della Chiesa di San Domenico (foto S 31), la cui erezione iniziò nel 1398, fu murata una grossa lapide di pietra, chiusa da una cornice sempre in pietra e suddivisa in tre parti. Nella prima parte è scolpito lo stemma della famiglia Del Balzo, Duchi di Andria, consistente in una stella con sedici raggi; altri esemplari in pietra si trovano infissi sulle facciate interne della nostra Chiesa Cattedrale e in quella dell’Annunziata (in quelli dipinti, la stella è di argento ed il campo è di colore vermiglio). Nel secondo riquadro è scolpito lo stemma della famiglia Orsini, consistente in uno scudo che ha nella parte superiore un grosso fiore e nella parte inferiore tre bande diagonali. Fu la vedova del Duca di Andria Francesco I Del Balzo, Donna Sveva Orsini, a volere fermamente che fossero costruiti in Andria per i Frati Predicatori Domenicani una Chiesa con campanile e un Convento con Chiostro, come quelli realizzati per i Frati Minori Francescani (è da precisare che gli attuali campanili furono realizzati nel Settecento); per questo motivo nel secondo riquadro è riportato lo stemma della famiglia Orsini. Nel terzo riquadro è scolpito un leone rampante, con la coda bifida, forse a significare il potere che il Duca aveva sulla Università. Questa lapide con i tre stemmi fu affissa sulla parete esterna della Chiesa o in corso d’opera o a costruzione finita: sono, quindi, stemmi del Quattrocento.

In conclusione, si può dire che in Araldica il leone rappresenta la forza, il coraggio, la sovranità, la sicurezza, il simbolo che può sconfiggere il male, la bestia antagonista del drago, la fiera simbolo di giustizia, di sapienza e di fede. è questo il motivo per cui nel mondo ecclesiastico il simbolo del leone è molto diffuso, soprattutto negli stemmi dei vescovi.

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Significativo, a tal proposito, è quanto riportato da Ferdinando Ughelli nel suo importante lavoro di ricerca storica intitolato “ITALIA SACRA” del 1721, in cui parla dei Vescovi delle diocesi d’Italia. Il capitolo che contiene notizie sui Vescovi della Diocesi di Andria e intitolato “Andrienses Episcopi” si apre con l’immagine di uno stemma, dallo scudo quasi sannitico, con un leone che tiene fra gli artigli un ramo (foto S 32) di una essenza non ben definita.

Foto S 32: Immagine dello stemma di Andria nell' "Italia Sacra" dell'Ughelli
[Foto S 32: Immagine dello stemma di Andria nell' "Italia Sacra" dell'Ughelli]

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Ricordo quando sul presbitero della Chiesa Cattedrale, dove ora è posizionato una bellissima testa d’angelo alata, c’era un grande leone, scolpito in legno e tutto dorato, che nel periodo subito dopo la Pasqua reggeva con la zampa anteriore il grande cero pasquale (foto S 33a). Sulla base che lo sosteneva era scritto: VICIT LEO DE TRIBU IUDAE, che può tradursi HA VINTO IL LEONE DELLA TRIBU’ DI GIUDA; il significato biblico è molto evidente: il leone simbolo della tribù di Giuda, da cui discendeva Gesù, regge il simbolo della luce del Cristo che risorge.

Il presbiterio della Cattedrale nella Pasqua del 1910, col leone portacero pasquale     Il presbiterio della Cattedrale nella Pasqua del 1910, col leone portacero pasquale
[Foto S 33a e S 33b: Il presbiterio della Cattedrale nella Pasqua del 1910, col leone portacero pasquale e le statue dei Patroni]

La foto S 33a è stata scattata nel 1910 in occasione dell’avvenuto miracolo della Sacra Spina: è un documento segnato dal tempo, con le statue dei Santi Patroni, tanti personaggi e il Cristo risorto al centro dell’altare. La foto è molto vecchia, ha i contorni non ben definiti, ma insieme alla foto S 33b sono le uniche che mi è stato possibile trovare.

[da “Lo Stemma di Andria - ricerche”, di R. Ruotolo, tip. Pubblicom, Andria, 2012, pp. 38-41]