enza di tale
urbanità, ed a negarsi dal Clero della Cattedrale a quello della
Colleggia
ta l'invito a sedere nel coro; ad esser
ammesse le Dignita di questa
a portar
unitam.e con le Dignità di quella le aste del
Pallio, ed i Preti
dell'una con quei dell'altra; Ne piu il Preposito esser chiamato nelle
sol[en]=
ni Processioni ad unirsi coll'Archidiacono, ed Arciprete siccome per il
passato era in costume. Quindi da Preti del Colleggio si fecero delle
querele,
con replicate istanze al Superiore, non tollerando d'esser spogliati di
quei
diritti onorevoli, de' quali ne avevan goduto il possesso da lungo
tempo.
Per quanto appare dagli atti il Vescovo D. Gianfrancesco de' Fieschi non
si ri=
trovava in residenza; ma sol tanto compare il suo Vicario D. Antonio Bo=
nelli Protonotario Apostolico, ed Arciprete di Barletta, chi non
propenso
al Colleggio, mal providde alle querele, ed istanze di costui; Per la
qual'ingi=
ustizia da tutto il corpo della Colleggiata se ne fe' appello nella
curia
metropolitana, querelandosi e del Vicario, e dell'intiero corpo della
Cattedrale. Cominciano trattanto gli atti, e cominciano le spese, conse=
guenze di tali litiggi; ma conoscendosi dall'una, e l'altra parte la
depauperazione in cui
sensibilm.e andavano a
soggiacere, de bono,
et æquo si determinano ad un compromesso, e di commun consenti=
mento scielg[o]no per Arbitri due Vescovi viciniori.
Di questi due Vescovi fu l'uno D. Antonello Lupicini, cittadino
Andria=
no Vescovo di Biseglie; e l'altro D. Cesare Lambertini, cittadino Trane=
se, Dottor dell'una, e l'altra Legge, Vescovo dell'Isola, sita a fronte
del=
la Dalmazia, Nipote al
pred.o
Vescovo Lupicini qual figlio di sua sorella
D. M. Lupicini. La di lor residenza era in Biseglie, dove per convenu=
to fra di loro, ambidue esercitavano
giuridizz.e, ed
il fruttato della
menza si ripartiva fra d'essi. Chiamati questi quai Giudici Arbitrarj,
vo=
lentieri acconsentirono: e conferitisi in Andria, dopo aver inteso le
preten=
zioni, e raggioni d'ambedue, e fattisi carichi del merito delle
controver=
sie, nel dì otto di marzo 1534, raccoltisi tutti nella sagrestia della
Cattedrale
presente il Vicario di Andria D. Antonio Bonelli, li due predetti
Vescovi, le
Dignità tutte delle due Chiese con li loro respettivi Preti, a suon di
cã=
panello, si pronunzia dagli Arbitri la sentenza, che registrata, e letta
viene
dal Notaio D. Luiggi Lorido di Barletta: in tal tenore: Che le aste del
Bal=
dacchino si debbano portare nel giorno della sollenne
Process.e
del SS. Corpo
di Gesù Christo, prima dalli Personati, e Preti della Cattedrale,
cominciando
dall'altar maggiore di
d.a Chiesa sino alla Chiesa di
S. Nicola; dove, de=
poste da questi le predette aste, si debban prendere in secondo luogo
dalli
Personati, e Preti di S. Nicola, li quali portar le debbano sino alla
Chiesa di S.
Francesco: ed ivi lasciate da questi, prender si debbano dal rimanente
de' Pre=
ti di essa Cattedrale, e portarsi sino all'altar maggiore di essa: e ciò
in
quãto
al p° articolo. Riguardo al secondo: cioè al luogo, che il Capitolo di
S. Nicola
pretende avere nel coro della Cattedrale, quallora ivi si conferisce o
per do=
vere, o per altra raggione, che se li dia luogo onorato, ma non fisso, e
per
debbito, bensì debba mutarsi
d.o luogo, che al
Preposito, e Personati di S. Nico=
la si