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[manoscritto - foglio 28, verso]
[traslitterazione in caratteri stampati]



//  Fu publica=
ta quest'ope=
ra data alla
stampa nell'an=
no 1596, con
l'approvazione
del Pontefice Cle=
mente 8° che
molto la cōmē=
ta
.
nelle Sante Visite: nella fine del qual libro registra la Regola di S. Be=
nedetto, formata in grazia delle Religiose Cassinese di Andria, // delle facen=
de, che lo turbarono, ne daremo un saggio fra breve. Il Duca, che domi=
nava in Andria in questo tempo era Fabrizio II° Figlio del fu Antonio,
e di D. Adriana Carafa, il quale gia era congionto in matrimonio
a D. Maria Carafa Figlia di Luiggi Principe di Stigliano. Di qual me=
rito andasse adorna questa Dama, bisogna rilevarlo da quel tanto, che
ne scrisse il P. Bartoli della Compagnia di Gesu: dice egli, che Maria
Carafa di Stigliano, Duchessa d'Andria non ebbe pari nell'innocenza,
nella penitenza, e nella Carità di Dio, e del Prossimo, e da cui nell'an=
no 1585 nacque quel Personaggio, che fu ornamento della Compagnia
di Gesu, avendola Retta da Ministro Generale Settimo, dico il Padre
Vincenzo Carafa, la di cui Vita registrata và in un libro, composto dal
pred.o P. Bartoli, chiariss.o per il suo sapere.
   In quest'anno 1585 dà termine alla sua vita il Pontefice Gregorio
XIII°, e li vien dato per succesione Sisto V. Il Vescovo d'Andria facile ad
si conduce
intraprendere brighe, fortemente vien querelato in Roma, dove, o per
esser essersi
stato ivi chiamato, o per  condotto ad ossequiare il nuovo Pontefice, sap=
che s'è trattenuto in quella città [?].
piamo, che fu ripreso della sua condotta, ed a voce ammonito di mutar
sistema. Nel trattenimento che colà egli fece, quall'uomo assueto alla
litteraria fatiga, penzò di comporre un nuovo Uffizio di S. Riccardo, rifor=
mando il vecchio, che si recitava dal Clero Andriano, e ridurlo alla for=
ma del Breviario Romano, giusta la costituzione del S. Pontefice Pio V°
che abolito aveva l'uso, e prattica di quelli Uffizj antichi, che anda=
vano vaghi, e senza uniformità al d.o Breviario Romano sin dall'anno
1568. 9. di Luglio, quale appunto era l'Uffizio di S. Riccardo in Andria.
Compita l'opera, disposta in quella maniera che oggi da noi si prattica,
la presentò al Sommo Regnante Pontefice Sisto V., da cui, commessa all'
esame de' Periti, questi ne fecero l'approvaz.e in tal tenore: Sancti huius
gesta ab Anonimo scripta, et per lectiones distincta, Romæ examinata,
tanquam a puriss.o fonte deducta .... e dal Pontefice approvato il tutto,
ne formò il decreto, e lo sottoscrisse di propria mano ad. 16 marzo 1586.
Ottenuta la grazia dell'approvaz.e e concessione di celebrarlo, ebbe il pen=
siero di metterlo alla stampa, ed in capo del libello premise una Pìstola
al Clero, e Popolo di Andria, in cui significa loro, quanto adoprato si era per
venirne a capo. Cum itaque ante hæc tempora, proprium illi dicatum
officium Iýpis executum, eiusque diebus Festis recitandum circumferret.r
Nos, ut tali Patrono cultum, ac pietatem quam possumus exhiberemus
... multis laboribus, vigiliis, ac diligentia nostra ... Id ad Breviarii no=
vi formam reductum formavimus, ac privilegiis S.D.N. Sixti V° beni=
gnissime ditatum, concedendo in qualibet vice omnibus illud recitanti=
bus quadraginta annorum indulgentiam ... in lucem edidimus. Romæ
XI Kalend. April. 1586. Pervenuto tall'Uffizio in Andria s'incominciò
dal clero a celebrarlo sulla nuova forma, abolendosi l'antico, che sin'
allora erasi pratticato. Ed il predetto Vescovo nella fine del medesimo
anno, partitosi da Roma, fu di ritorno alla sua residenza. Dove giun=
to, con