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testo estratto e trascritto da

Pagine sparse nella Storia Civile e Religiosa
di Andria

del Can. Menico Morgigni (1853-1932)


Frammenti
per la storia civile religiosa
di Andria antica


Elementi Classici
Iscrizioni Romane in Andria

Il Pratilli descrivendo la via Egnazia o Traiana dice, che questa, prima di lasciare il territorio andriese, inoltravasi nel tenimento detto volgarmente il Quadrone, dove
«si riconoscono le vestigia dell'antica via selciata per lo spazio circa seicento passi. Al lato ad un picciol boschetto d’essa contrada si veggono le rovine di un antico tempio; presso il quale fu rinvenuta l'iscrizione riportata dal Grutero Fol. 490 Corpus Inscript. La iscrizione fu poi altrove trasferita» [NdR1].
La via Appia.

Rintracciai la cosa sul Grutero: ed ivi difatti quella iscrizione era portata sotto il titolo di Rudiis in Apulia; cioè ritrovata in uno dei villaggi in Puglia, chiamati anticamente Rudiae. I quali, come altrove s'è dimostrato, rispondono ai Casali andriesi.

Chiaramente quel letterato intese distinguere gli abitati Rudiae in Apulia dalla città di Rudie nel Salentino o Calabria, la quale confinando con la Puglia avea termine a Brindisi, secondo Strabone.

Il Mommsen nel suo Corpus Inscriptionum, riportando la medesima iscrizione, corresse quel Rudiis in Apulia in Rudiae in Calabria. Credo, che ciò fece nella convinzione, che quel nome di città s’incontrasse solo nel Salentino o Calabria.

Ma con tutto il rispetto dovuto alla coltura di Mommsen, si conosce che oltre a Rudie presso Taranto; s'incontravano in Puglia i forti Casali Rudiae peucetiorum, sull'autorità di Plinio il Vecchio, di Strabone, della carta geografica di Peutinger.

Né stupisca il mio parere diverso da quello del celebre uomo, poiché lo stesso Guglielmo Ferrero, l'autore di «Grandezza e Decadenza di Roma» a volta si scosta dal Mommsen, e dice d’inchinarsi, ma non di genuflettere innanzi a lui.

Ora la iscrizione, di cui si ragiona, dicesi ritrovata non in Rudie di Calabria, ma in Rudiis in Apulia dal Grutero, che prese dal Manutio, che prese da Corrado nel Codice vaticano.
Ecco la iscrizione: Rudiis in Apulia.

P. CESELLIO: C. F. NUMERIANO. II. V.
REIP. IIII. LEG. TRlB. Q. V. A. XLII. M. II.
O. CESELL. F. ET. TIBURTIA . VX. INCOM-
PARAB. MOER.
H. S. E.

Grutero p. CCCLXXXVII ex Manutio, ex Corrado, Cod. Vat.
La si dovrebbe interpretare così:

Publio CESELLIO Cai Filio NUMERIANO Duum Viro
REIPublicae quartae LEGionis TRIBuno (militari) Qui Vixit Annis XLII Mensibus duis
Quintius CESELLius Filius ET TIBURTIA UXor
INCOMPARABiliter MOERentes.
Hoc Sepulcrum Erexerunt.

Come si sente bene in questa iscrizione la vita dci Romani. I duum viri erano i principali amministratori della giustizia e della pubblica azienda. Il loro governo ancora si sarebbe svolto negl’antichissimi – oppida Rudiae peucetiorum.

Anche oggi si vedono le rovine dell’antico tempio innanzi riferito, consistenti in un muro alto, grosso, durissimo; vera opera romana. I contadini sogliano chiamarlo: la pezza della Chiesa.

Quadrone, ruderi d'antico tempio - foto di Domenico Di Leo, 1971
[ruderi "antico tempio" presso località Quadrone. Elaborazione elettr. su foto dalla tesi sulle Origini di Andria di Domenico Di Leo, 1971]

«Dopo questo luogo del Quadrone – continua il Pratilli – la via gittasi nel territorio di Corato, nel luogo detto di San Elia» dirigendosi a Ruvo.

Altre Iscrizioni Romane in Andria.

SILVANIO
CAES (ARIANO)
VIXIT A. XL
H. S. E.

[La precedente iscrizione] Andriae in Apulia. De Costanzo odeporico f. 307. Tratta dal Corpus Inscript. del Mommsen.

P . SILI
ATTI I
(ATTIo I traditur)

Andriae apud Doct. Leonetti Troia Corpus Inscript. Vol. IX Mommsen. Parole forse che si leggevano nel mezzo un’impressione, o sigillo, o bollo sul collo d’un’anfora o mattone.

FE. VALENTINE.
CONIUGI. SANCTIS-
SIMAE. ANTO-
NIUS VINDEX
B. M. F.

cioè Bona Memoriam Fecit.

Si leggeva su una delle quattro faccie d’una colonnetta a piè della casa Del Giudice in Andria (Piazza Mulino Grande). Fu rinvenuta ivi, sotto uno strato di terreno nell’anno, che si fece il lastricato di pietra.
Quel soave aggettivo è di Virgilio: sanctissima coniux.

H. E. S.
VM. RADRIN

Questa iscrizione è sopra una pietra, che trovasi inserita nel pavimento delle Carceri mandamentali di Andria.
Si spiegherebbe: Hic Est Situs Vir Magnus Radrinius: Il situs o compositus era dei romani antichi – il depositus dei cristiani – Cantù. Archeologia.

La regione, cui si apparteneva questa iscrizione lapidaria – il terreno cioè intorno la Chiesa di San Francesco – spesseggiava nel sottosuolo di avanzi di antichità: cosi sotto la casa olim di Montaruli, si scoprì un tempietto pagano con colonnine di pietra e la testa di un Nume, la quale ora trovasi murata sull’angolo esterno della medesima casa col motto: VETUS CAPUT MARTIS.

In via Tesorieri, sotto la cappella di S. Fortunato ora demolita, si trovò una specie di Cripta, le cui pareti affrescate rappresentavano cavalli, figure ignude pagane: intorno poi erano canali o gallerie sotterranee; varii sepolcri con vasi ed oggetti di stile greco. Le quali notizie ci son pervenute per memorie scritte del Can. Riccardo Montaruli Seniore.

DOMINATORIBVS NOSTRIS
DOMITIANO ET MAXIMIANO
…………………..

Seguono molte altre parole poco leggibili. I punti sono in sostituzione delle parole che non si leggono.
Iscrizione questa su d’una colonna miliare, trovata nel fondo della valle Santa Margarita, ed ora nel parco del nobil uomo Francesco Ceci.

LXXXX
…………...……..
PIO FELICI INVICTO
…………………

Trovasi questa iscrizione su d’una piccola colonna miliare nel Museo di Bari, dono dei fratelli Marchio di Andria, che la rinvennero nella loro masseria di Arnieci, agro andriese.

C. CALVISIO. SAB
. COS. PATRON

Trovata a Gaudiano – hodie Andriae in domo Spagnolelli – Mommsen. Corpus lnscript.

SEX. DASIMIO
A. F. OVF. PRIMO
IIII VIR. AED IIII VIR. I. D.
QAESTORI
PVBLICE
D. D.

Trovata in Gaudiano – hodie Andriae in domo Spagnoletti – Mommsen. Corp. Inscript. Tale iscrizione erroneamente vien riportata tra le Iscrizioni Canosine da Domenico Morra, N. XXI: il quale così dice: «quest’epigrafe non si conosce ove fu scoperta, né esiste in Canosa ed è andata dispersa, come tante altre.» Ignorava perciò il Morra che si trovasse in Andria in domo Spagnoletti [NdR2].

colonna miliare della Via Traiana, oggi in una villa in contrada Lamapaola
[elaborazione elettr. su foto di. S. Di Tommaso - 2006]
Vi si legge:DIVI CONSTAN .
FL. VALERIO
CONSTANTINO
PIO FEL. INVICTO AUG.
CONS. III IMP. VIII
P. P. PRO CONS ...

DIVI CONSTAN.
F. L. VALERIO
CONSTANTINO
… INVICTO AVG.
CONS. III IMP. VIII
P. P. PRO CONS…

Iscrizione su d’una colonna miliare, rinvenuta nella valle dell’Ofanto, presso Canne nel 1901. Trovasi ora nel mezzo del piazzale della Casina del fu Consalvo Ceci in contrada Lama Paola in Andria.

M. AVRELIO AN
TONINO CAES
IMPE. DESTINATO
IMP. CAES. L SEPTI
MI SEVERI PII PER
TINACIS AVG ARABI..
… … PONTIF
MAX FORTISSIMI AC
MAXIMI ET SVPER OM
NIS PROVIDENTE S ...
PRINCIPIS F… VOTO
NVMINI MINERVAE
SVSCEPTO
ORDO POPVLVSQVE
CANVSINUS

Iscrizione trovata in una masseria e trasportata in Andria. Trovasi ora murata nel parco del palazzo del fu Nicola Porro.

Sottopongo alla curiosità degl’intelligenti l’iscrizione che segue. Si legge nel Corpus Inscript. Latinarum del Mommsen. Vol. IX. N. 2722.

M. HIRRIO. M. L. ANDRIÆ
IN. F. P. XVI. IN. AGR. P. XVI
V. F.

Si trovò in Isernia d’Irpinia colonia romana.

Il dubbio è sulla parola ANDRIÆ, se sia nome di persona o di città, della città cioè di Andria in Puglia.

Nel I° caso io interpreto così:

M. Hirrio marito L. Andriæ
In fronte pedes XVI in agro pedes XVI
Vixit felix

È un quadrilatero di terreno – avente cioè la medesima misura di piedi e sul fronte e nell’interno dei campi – nel quale quadrilatero si dichiara che sia sepolto un certo Marco Hirrio, marito di L. Andria, che visse felice.

Il Mommsen all’iscrizione fa seguire queste brevi note illustrative
«Esernia colonia deducta lege Iulia … ager cjus militibus Augusteis est adsignatus. T. Livius Ep. 72: Aesernia et Alba coloniae ab ltalicis obsessae sunt».:

Nel 2° caso interpreto così:

M. Hirrio militi loci Andriae
In fronte pedes XVI ib agro pedes XVI
Vixit Felix

fondandomi sulle parole di T. Livio, che gl’Italici abbiano fatta incursione su Isernia, di cui fecero conquista, come appare. Non erano gl’Italici gli abitatori della bassa Italia, dove trovansi la Puglia ed Andria?

Scrissi all’illustre scrittore di cose Romane Guglielmo Ferrero in Torino, per avere un parere. Questi mi rispose inviandomi una sua interpretazione, che certamente si merita maggior favore.

Marco Hirrio, Marci liberto.
Andriae, in fronte pedes XVI,
in agro pedes XVI. Vivus fecit.

Spiega il Ferrero: Secondo me si tratta di un liberto: Andria è il nome dello schiavo, che apparteneva a Marcus Hirrius, il quale lo liberò. Lo schiavo Andria (nome femminile?) diventò quindi, secondo l’uso latino, Marcus Hirrius Andria. Da vivo si eresse un monumento funerario, del quale egli indica le dimensioni, cioè del terreno ad esso consacrato, che per il fatto della sua destinazione ad un sepolcro diventa inalienabile.

[tratto da “Pagine sparse nella Storia Civile e Religiosa di Andria”, del Can. Menico Morgigni, Andria, Tip. B. Terlizzi, 1919, pp. 125-136.]]


NOTE (del redattore della presente pagina)

[NdR1] IL testo completo del Pratilli (nella sua opera «Della via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi», Libro IV, Capo XIII: “Via Trajana o sia Egnazia da Canosa a Ruvo”) è il seguente:
Nella villa volgarmente detta il Quadrone in territorio d’Andria, quando sulla pubblica strada, e quando dentro i vicini campi si riconoscono le vestigia dell’antica selciata per lo spazio di circa secento passi: e allato a un picciolo boschetto di essa villa veggonsi le rovine di un antico tempio, presso il quale fu rinvenuta l’iscrizione riportata malamente dal Grutero [9], che fu poi altrove trasferita. Dopo questo luogo del Quadrone entrasi nel territorio di Corato, in cui apertamente si riconosce la via Trajana per lungo tratto nel luogo detto S. Elia accanto al boschetto del capitolo della cattedrale di Trani.

[NdR2] Il testo inciso sulla colonna manca del numero miliario perché la colonna è tronca della parte superiore; dagli studiosi (Emanuele Mola, Theodor Mommsen, Menico Morgigni) il testo è stato così interpretato: [IMP(eratori) CAES(ari)] DIVI CONSTANTI [f.] FL(avio) VALERIO CONSTANTINO PIO FEL(ici) INVICTO AUG(usto), CONS(uli) III, IMP(eratori) VIII, P(atri) P(atriæ), PROCONS(uli). Ciò che è tra parentesi non è inciso nella colonna e tale interpretazione potrebbe così tradursi: All' (=in onore dell') Imperatore Cesare Flavio Valerio Costantino, pio, felice invitto Augusto, figlio del divo Costante, console per la terza volta, imperatore per l'ottava, padre della patria, proconsole.