Afflato della vita
Amore
nella notte dei tempi
si chinò a plasmarmi simigliante a sè:
il suo afflato la vita m’inalò:
e fu mio Padre;
Amore
due millenni fa
volle qui convivere i miei affanni:
nell’umile Maria Ei s’incarnò:
Fratello mio si fece;
Amore
con traslati e portamento
guidarmi intese alla maestra via:
la buona novella allora m’annunziò:
a mio Verbo assurse;
Amore
compiendosi Messia
alfine bramò purificarmi d’ogni colpa
sul vil legno di una croce Egli espirò:
morì mio Redentore.
Ed io ⁉
M’ingegno a seguire la sua traccia
ma, come il buon Pietro alla servetta,
professo d’amarlo e lo rinnego,
nell’opere abulico ristagno;
della mia fragilità poi gemo
e immantinente, incongruente,
ognor ricasco tra l’ignava gente.
Che il tuo Amore, Signore,
misericordia infinita,
afflato della vita,
riempia i bronchi dell’anima mia.
“Condivider l’Amore, a ciò io nacqui”
sia l’esergo del mio andare
e stare, tra i miei, gli amici,
il prossimo, stante o migrante,
che sia ostile od accogliente;
comunque agendo in convivenza
apporti sempre e soltanto amore,
… nella rimembranza che
’Immanu‘el,
afflato della vita,
Egli è
Colui che m’ama.
Nella Pasqua del Signore, 2018
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt