Albe speranze d'Epifania
Un sisma, contro l’umano disegno,
dai lor beni ha diviso
famiglie ormai senza alcun apporto;
e qui sosta, cappello in mano sporto,
su di una scranna assiso
moro fuggiasco che attende sostegno;
due grevi condizioni
da insane guerre sorte, da sventure,
genti migranti per danni o paure
or senza provigioni.
Sullo schermo vidi città atterrate
templi crollati e rocche,
vecchi e bambini in tende a tremolare;
e frotte impaurite assiepate in mare
su sconquassate brocche
da morte nei gorghi tratte e salvate.
Nei centri d’accoglienza
per qualche mora offrono un tozzo e letto;
lungi è il tepore dell’avito tetto
dei cari l’afferenza.
In si cruda afflizione
dov’è la mia cura
ad una mediazione,
che a quei tristi soddisfi con premura
le estreme urgenze
le albe speranze …
così che splenda l’odierna Teofania
e la Certezza smorzi ogni Nostalgia‽
Dal campo visivo detti integrabili
vige oggidì scartare,
impicci a un quieto tran tran quotidiano;
si sostanzia l’appariscente e il vano
senza tema di sballare
in euforici appagamenti labili.
Nei fatui luccicori
d’ardenti feste e itifallici carmi
con falsi amici anch’io credei di darmi
ad effimeri amori.
Ma Arpocrate zittì quei miei pensieri,
ché il messaggio divino
cogliessi tra i clamori contrastanti,
(che insistenti oltremodo e frastornanti
blandivano di fino)
onde redire ai riposti doveri:
«È da calar lo scudo
dell’indifferenza e scorgere il Cristo
nell’indigente derelitto e tristo,
d’ogni affezione ignudo.
In si tetra abbiezione
ognuno si premuri
di una ferma attenzione,
che a quegli risolva, lenisca o curi
le prime urgenze,
doni speranze,
sì che fulga tuttora l’Epifania,
l’Amore apporti solidal compagnia.»
Nell’avvento del Signore, 25 dicembre 2016
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt