“ἀλλ' ἄγε δὴ φιλότητι τραπείομεν εὐνηθέντε·
οὐ γάρ πώ ποτέ μ' ὧδέ γ' ἔρως φρένας ἀμφεκάλυψεν”
[1]
[con l'enfasi della canzone lirica]
Da ridente amena aura affascinato
mi accoglie al suo lido
Rosamarina in temprante soggiorno.
Dai suoi umori di bel nuovo ammaliato
allestisco il mio nido
d’aulenti e viridi arbusti adorno
sull’acclivio con ampia vista intorno.
Qui ripongo ogni affanno
tra i ricordi sopiti
dei trascorsi aviti
e libro i pensieri fuori d’ogni inganno
di rapporti complessi
in lirica canzone alfine impressi.
A un lancio di lenza sulle scogliere
dove s’infrange l’onda
e più spumeggia, sui bronzei ed irti bordi
delle pozze a lunula, qual saliere
albe e rossastre, un’orda
di stridenti gabbiani, viepiù ingordi,
saltella s’innalza affonda nei gorghi,
in becco un cefaletto
rigira e lesto ingoia,
e amoreggia con foia.
Torre San Leonardo osserva dall’aggetto
della rupe tal vita
e dalle sue roste a me altera addita.
Marinai sulla battigia bruna
rastrellano solerti
all’alba posidonia in foglie e balle
ivi traslata nell’ultima luna
dai fondali coverti,
poi che la ria burrasca e il ciel l’estolle.
Or l’arenile è biondo e non ribolle
più l’onda, sol s’increspa
già corta e sbarazzina,
s’appressa, mi s’inchina:
“Oh! Non temer se ti accolgo ancor fresca:
delizia repentina
godrai immerso nell’ora solar prima.”
[mosaico di Poseidone ed Anfitrite (part.)
Louvre museo (foto archivio RMN)]
Poseidone ha riposto il suo tridente,
da Anfitrite egli è atteso
[2]
in marino appuntamento d’amore;
con la mia amata torno sorridente,
ai suoi voti arreso,
nei viali del Pilone con ardore
e ad ogni passo un bacio seduttore.
Ovunque volgo il guardo
il mirto di Afrodite
[3]
passioni avviva ardite
ed Eros prosperità mi invia col dardo
dai lentischi, che antichi
miti del sesso almanaccano aprichi
[4].
Con la mia sposa mi appresto all’alcova
ove i sogni più spinti
si smorzano all’abbraccio dell’amore;
l’estatica stretta all’unione giova
e agli animi convinti
che giammai siano disgiunti sensi e cuore.
Conversano in singolar fervore
infatti le emozioni
coi tocchi ed il sorriso;
complementari, avviso,
nelle pià intense e incisive espressioni,
essenzial consonanza
ove lo spirto n’abbia padronanza.
[Britomarti si getta in mare, arazzo
(Metropolitan Museum of Art)]
L’amor terreno è fonte
della sensibil vita
ma ognuno il Cielo invita
all’arduo nobile intento a cui far fronte,
da ben mirar qual stella:
l’Amore Carità che ci affratella.
Lì, il Pilone di Rosamarina, 25 luglio 2019
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt
Note sui miti richiamati nei versi