[sulla melodia di una lauda del Cinquecento]
Se la desolazione un dì m’assale,
Vergine Addolorata,
l’alma mia ingrata
riduci a Cristo e para d’ogni male.
Il tuo Figlio mirasti desolata
là sulla croce morto;
l’attendesti risorto:
la fede accresci in me, di già sbandata.
La memoria d’ogni triste sorte
volgimi in saviezza,
fa ch’io abbia contezza
di che m’attende poi che vien la morte.
Dammi perseveranza e poi costanza
d’incamminarmi, Madre,
per l'acclivio che al Padre
adduce chi non perde la speranza.
Or tu infondi nel mio pigro core
forza d’accoglier tutti
che sian probi o bruti;
rimembrami che questo è vero amore:
al mio prossimo dispiegar la vela
della speranza e il fato
di scoprirsi amato
così come ciascuno spirto anela.
Melopea, adorata, alfin Ti canto
miracolosa d’Andria
Protettrice, alla via
del Cielo siimi guida e ch’io sia santo.
meditando sulla Parasceve, nell’aprile 2019
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt
Ho composto questa lauda utilizzando lo stesso metro che regge
una lauda del Beato Giovenale Ancina, dedicata alla nostra Madonna dei
Miracoli e stampata a pag. 71 del "TEMPIO ARMONICO della
Beatissima Vergine N.S.".
A seguire si ricopia la sola melodia (di ignoto), ponendo come testo quello
della mia su scritta composizione.
Come può esumersi dallo spartito, nell'eventuale esecuzione corale della
lauda, gli ultimi due versi vanno ripetuti qual ritornello. Inoltre
nell'accompagnamento musicale con organo, a voler essere coerenti con
l'impostazione originale, si selezionino i registri che al meglio imitano
gli strumenti originali del Cinquecento: clavicembalo, l'arciliuto, il
liuto, il violoncello e chitarrino rinascimentale.