[Selene ed Endimione, dipinto di Victor-Florence Pollet del 1850c, al Victoria & Albert Museum di Londra]
Per quattro notti, splendida Selene,
[1]
ad ogni ciclo abbracci Endimione
la sua beltà rapì la tua passione
poi che dormiente lo baciasti lene.
Da Pan fuggivi allor per il suo inganno:
qual pecora in manto s’era mostrato
e a forza il piacere t’avea rubato;
nella grotta entrasti con grande affanno
l’addormentato eroe vi scovristi,
da Ipno sopito a palpebre schiuse,
e senza remore le membra ottuse
nell’intimo abbraccio l'amor fruisti.
Dall'amato torni anche ad ogni eclisse;
del diciotto oggi, ventisette luglio,
nella sua tana entri in gran subbuglio
stasera ardente qual braci affisse.
Non ti coprir di nembi onde mirarti
in quel momento clou, o mia Splendente,
non obnubilarmi sí gran frangente,
ch’io possa goder la scena ed esaltarti.
Talché d’amor per me sarai foriera
incessantemente da mane a sera.
Andria, 27 luglio 2018
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt
[Selene ed Endimione, mosaico di Pompei - Pan e Selene-Diana, di Annibale Carracci (Palazzo Farnese Roma)]
[l'eclissi fotografata da Giuseppe D'Ambrosio - Selene ed Endimione, dipinto di George Frederic Watts del 1869 circa]
trascrizione del testo di Omero | traduzione di Gabriele D'Annunzio |
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Εἰς Σελήνην
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[da “
Voci del mondo antico”, sito web del Prof. Giuseppe Frappa, consultato il 26/09/2018, nella sezione "testi della poesia greca – Inni omerici – Alla Luna"]
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A Selene
… [da “ Humanities”, Anno III, n.5, 2014, pp. 120-123] |
trascrizione del testo di Luciano di Samosata | traduzione piuttosto libera |
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Θεῶν διάλογοι
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DIALOGHI DEGLI DEI
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[Endimione addormentato, sarcofago 3° sec. d. C. (Metropolitan Museum di New York)]
Il bassorilievo del sarcofago del 3º secolo qui sopra riprodotto (attualmente presente al Metropolitan Museum of Art di New York) illustra egregiamente il mito raccontato da Luciano.
Selene, quasi centrale nella scena, è rappresentata appena scesa dal suo cocchio celeste; parzialmente discinta,
appressandosi sta mirando il suo amato cacciatore-pastorello addormentato sulla roccia, mentre il cane osserva vigile quanto accade al suo padrone.
Endimione, quasi nell’angolo destro dell’insieme, recumbente,
il braccio destro ripiegato in alto intorno al capo reclinato sulla spalla sinistra e le gambe in tenue apertura,
nonché con l’arma ormai sfuggente dalle dita della sua sinistra immota sulla sottostante roccia,
esalta il totale indifeso abbandono, la sua vulnerabilità e l'incosciente disponibilità all’imminente amplesso.