(Sul ritmo armonioso e narrativo della
poesia popolare,
in decasillabi anapestici)
La passione di Nostro Signore
Santa Croce ai Lagnoni ci esalta
con affreschi in tre navi l’amore
e la vita che a noi Ei donò.
Nel sottarco d’un’abside in tondo
coll’emblema vessillo crociato
ecco l’Agnus redèntor del mondo
acclamato con palme in quel dì
su un puledro a Sionne incedendo
perché tutto compisse solerte.
Coi discepoli Pasqua incombendo
la sua Cena per essi imbandì
e quel vespro in letizia trascorso
illustrato è sull’arco trionfale;
la lavanda dei piedi è un discorso
muto, saggio di vera umiltà.
Il pilastro di destra al transetto
pur rammenta quell’ultimo desco,
in cui il Cristo con rito predetto
pane e vino per noi consacrò.
Per tre volte la cripta ci ostenta
la suprema ultim’ora del Cristo
inchiodato alla croce: redenta
così venne ogni umana viltà.
Maddalena ai suoi piedi son io
lì prostrato da innumeri falli;
nella Madre Egli affida il desio
di vedermi suo figlio quaggiù.
Il Risorto ci accoglie a sinistra,
dall’incuria e dal tempo corroso,
al devoto certezza ministra
di una vita eterna aldilà,
Pantocràtore in trono poi siede
e la Chiesa ostenta al credente;
come guida sicura a noi diede
il Vangelo con gli Atti di fè.
Maria alfine misericordiosa
effigiata sull’ultimo sito
qual regina accogliente amorosa
nel suo manto rifugio ci dà.
Nella Settimana Santa, 10-16 aprile, 2017
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt