Ch’io possa inebriarmi, ancora,
delle intonse bellezze del creato,
sta’ fermo o Tempo,
e l’uomo e l’opre sue
armoniosamente invente
coi grati sensi mirare;
delle bellarti la Dea,
Atena, per la chioma t’afferri,
sì che tu giaccia alquanto
e il sensuale mio desio s’appaghi.
Sì, la flebile mia Speranza,
che non sfuggì dal vaso dei celesti doni,
onde oltre aspirar l’olente natura
e deliziar la vista sui gioielli d’arte
ed abbracciar del focolar gli amori,
ti astringa ad arrestarti,
irrequieto Tempo;
L’àncora d’Elpis t’arpioni svelta
acché tu non fugga,
nell’imbrunente occaso.
Ma alfine
sarà comunque Amore a tarparti l’ale,
evanescente Tempo,
certo non Eros volubile e sensuale;
non passeggero qual te,
Egli eterno in me alberga,
e tra me procede e gli amici
e i parenti ed il prossimo,
e l’umanità intera immanente abbraccia,
ognor desiato, Amore.
Andria, 11 maggio 2021
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt
[Time defeated by Hope and Beauty, of Simon Vouet, 1627c
The Collection -
Museo Nacional del Prado]
[La Trinità (Dio-Amore), in
Santa Croce, Andria]