[sul ritmo di una “ Pastorale” - ninna nanna [1]]
Quanti pensieri, Signore, allorquando
Ti miro rivolgerti sgambettando
verso Maria, dal probo Giaquinto
al Conservatorio nell’arco pinto!
Vedo ai tuoi piè musicante e pastore
che porgono doni, nenia e il calore
del loro candido e schietto sentire:
flautata armonia col tuo vagire.
Alta è l’intesa di Te con la Mamma;
riflesso è l’amore in ogni sua gamma;
splende nei volti quel raggio di pace
di cui la tua viva presenza è face.
Torno a suonar la mia rude zampogna
ché ad ogni iemale solstizio agogna
l’animo mio zufolare ai tuoi piedi
parole rimate di affetti e fedi
spesso delusi con vile grettezza
da me ch’or T’implora avendo contezza
delle sue pecche dei suoi raggiri
che Tu puoi mutare in auro e zaffiri
se negl’intenti vi scorgi l’ardore
del cuore pentito che cerca amore
e chiede perdono, un’aura di pace
per sé, per il mondo e che sia tenace.
Pace T’implora chi presso a Te viene,
sfibrato e depresso da grevi pene,
guerre ed eccidi efferati inumani.
Induci le genti a stringer le mani,
[2]
riconciliati e concordi alla pace,
che sia, Signore, profonda e audace,
alba non cupa di nubi serena
che renda la vita men triste e amena!
Canto ai tuoi piedi qual tuo pifferaio
indegno incostante giullare gaio,
questa mia ninna; Ti giunga gradita.
Che torni, Signore, la pace ambita!
Ricorrendo l’avvento del Signore, dicembre del 2022.
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt
Alcune note chiarificatrici
[trascrizione del testo greco di Teocrito] | [mia traduzione libera] |
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ΗΡΑΚΛΙΣΚΟΣ
Ἡρακλέα δεκάμηνον ἐόντα ποχ' ἁ Μιδεᾶτις [da “ Testi poetici della letteratura greca, Teocrito, Idillio XXIV”, vv. 1-10 (sito consultato il 03/12/2020)] |
IL PICCOLO ERACLE
Si racconta che Alcmena di Midea |
[2] La prima stretta di mano, “δεξίωσις”, data in segno di amicizia e pace tramandata nel nostro mondo occidentale è quella scolpita sulla stele del V sec. a. C., (nel testo riprodotta in un particolare della foto di Marsyas del 2007, edita su wikimedia) attualmente conservata nel Museo dell’Acropoli ad Atene. Il motivo ispiratore della stele realizzata dagli Ateniesi è quello di voler testimoniare l’amicizia e la pace esistente tra Samo e la loro città Atene (città nella scultura della stele rappresentate da Era e Atena). Infatti nella guerra del Peloponneso tra Sparta e Atene, conclusasi nel settembre del 405 a.C., Samo era rimasta alleata di Atene nonostante la sconfitta subita dagli Ateniesi ad Egospotami, “Αἰγὸς ποταμοί” (torrente del Chersoneso, “Χερσόνησος”, nella Tracia [Turchia europea] che sbocca nello stretto dei Dardanelli, già Ellesponto).