Nella stroscia
[1]
della recente acquata
cangianti i tenui colori ottobrini
s'illuminano coi riflessi di un cielo
or maculato di estese viste serene;
la radura che s'acclivia tra le roverelle,
natural dimora dei miei pensieri,
ostenta le sue tinte variegate e calde
razzate dagli oblunghi raggi del sole
infranti in mille folgoranti sprazzi.
Volgo intorno i miei sensi
con l'incanto che sempre m'accompagna
e dai numerosi squarci tra i nembi in fuga
traspare, affiora e si manifesta
regale il tempo delle appagate gioie.
Se primavera ha il volto dell'amore
callipigia è l'autunnal stagione:
innamora coi suoi pungenti ed acri odori:
san d'Afrodite che ammalia Adone,
di rubenti strette, abbracci tumescenti,
baci negli anfratti ove grillano i sensi,
e l'anima sbramata si giace e sogna.
Il quercino nuovamente sguiscia dalla siepe
e tra le fronde risuona il trillo dell'occhiotto;
spazi tattili e luminosi ecco s'aprono
ad ogni vivente in silente ascolto
impregnati di una intensa e vera esultanza.
Mercante di stupore il sole
or alluma e inonda dal mare ai colli le mie lande
e avviva le speranze più riposte
lambendole qual tappeto volante
sorretto dalla brezza soave
della prossima oriental marina:
carezze accolte con attesa,
asciugano in un rapido batter di ciglia
le lucide stille della pioggia
rasserenano i sensi e fugano
ogni tema afflizione o triste pensiero.
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt
[1] La stroscia è qui intesa come un tenue rivolo d'acqua che a tratti si allarga in pozze e nel cui specchio, a pioggia finita, si riflette il cielo ed il paesaggio a fronte..