Timidamente s’affacciano
qual finestre del tempo
minute roste sull’uscio del passato
opere dei nostri padri ritrose d’apparire
nei tortuosi vicoli medievali
negli angusti slarghi e tra le grotte
donde sbirciare di scancìo
tra le velate trasparenze i tratti archetipi
per rinvenire riscontri di sé stessi
nei primordi abilmente adombrati
dalle imposture dell’io e della storia.
Andar per sdruccioli od ampie chiancate
tra Ponte Giulio Mater Gratiæ e Serpentina
levare gli occhi e penetrare le croste
dei templi e dei lor fornici
delle edicole nei crocicchi e sotto gli archi
tra le centine dei loro tetti a botte
perseguire l’arce
arrancando sugli scrimoli
e grondoni inoltrarsi tra il detto e il taciuto
tra i reperti degli affreschi e dei frastagli
scoprire gli embrici più nascosti
della nostra storia.
Sabino Di Tommaso
da “I pensieri del Folletto” sdt