Le sensazioni ignude
Se t'affiora dal profondo un'indefinibil onda
non profferir parola:
quell'immagine melica
che da ogni sensibil neura t'invade
or essa è la tua coscienza,
l'emozione in arsi
che senti risalire ed effondersi repente
ella è già significato, pieno.
D'ogni cosa l'apparente superficie strappa
e delle costumanze svela l'informe e il sotteso
magistralmente occultati da sorìti ritorti;
oltre il velo dell'iride ove il fondo traspare,
mia anima distratta, mira
negli occhi delle impalpabili facce della vita
e vibra in sinolo con le sue tenui screziature armoniche
prima che la tua parola, riflessa,
non l'accechi.
La prosa scandita sui rimbalzi tonali,
dalla scaltra malia degli intenti inespressi
aggiogata,
brucia l'immagine limpida, ancor latente,
che in te debolmente sboccia e si rivela
cercando significato vero e vita,
sorpresa nel suo primo palpitare
aggelata dalla parola in foga.
Imprigionate le emozioni più pure
in scabre sonorità verbali violentate
esaltate in improvvisi brividi drammatici
ecco
non espressione la parola del tuo sentire
è secondino, lecchino e boia.
Qual uzza murgiana nella diana del giorno
stupefacente un'aura s'irradia
dalle pulsanti cromatiche sfumature del creato:
t'avviluppa, le tua fibre musiche arpeggia, infonde
sentore di terso e d'infinito
che la veste interpretativa del tuo pensiero
devìa, imbratta e prestamente smorza.
Le sensazioni ignude d'ogni logico riflesso
dalle pupille ardenti trapelano
d'intime armonie inebriano ogni glandola riposta
e l'ebbrezza galoppante del tuo gaudio
nel suo nitore esplode
tropo felice del fremito interiore:
oblio del verbo formale o concepito
primavera di schietti sorrisi tra Amore e Psiche,
innamorarsi è della vita, semplicemente,
per non covar dimora nei sofismi stillati dal
passato.
Ma di tanto dire pur diffida
ignora i vocalizzi e consonante appressati.
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt