Mio arcadico colle

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Mio arcadico colle

Al colle rivolgo gli incerti miei passi
sulle orme ancor vive che piccolo impressi
impaziente e cauto per il lubrico acclivio
dagli imprevisti intrigato tra il timo in ombra
braccando memore dicroiche farfalle in volo.

Prative in boccio delicatamente olenti
tenui colori in diafane tinte smorte
esili cespi spinosi e ritti
albicati capolini che si affaccian timidi
tra le screziate planche e gli irti cardi.

Saltella solinga una monticola blu
pigola sommessa in tremule gorgie estese
melodiosa in gennaio
tra i nerboruti franchi dei radi pruni spogli.

Brucando risalgono tra le planche
di pecore un gregge e qualche capra
barbuta e macilenta
procedono a tratti costeggiando la siepe
da solerti cani di frequente arringate
ed un pastore dappresso con la verga girella
in cerca sotto i cardi scovando i bruni funghi
emersi all'alba con le prime ombre lunghe
e di rugiada intrisi.

Torre San Pietro, sulle Murge andriesi

E su in vetta a quel romito poggio
un'antica torre diroccata
unica nave a San Pietro dedicata
e una brezza marina leggiera
di miti ardori foriera
induce lo sguardo al mare lontano
al bianco Gargano
al riarso ricurvo rilievo murgiano
ai fiacchi raggi di un cereo sole brumale
a una mal celata memoria ancestrale.

Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt