Ecco, più non è grigia la terra
tramonta un altr'anno
e ogni zolla si tinge e palpita
di macchie sofferte di rucola gialla.
Timide fragranze
tenui risalgono dai viridi muschi
e acquistan colore
tra i bassi sterpi del dormiente timo.
Nel velo della mattutina bruma
s'effondon discrete
dagli albicati campi alle sconnesse vie
delle nuove case a ridosso del mio borgo
Andria s'espande tra gli ultimi orti
sgargianti palazzine s'ergono altere
e dai banchi esalano di bar e pizzerie
capricciosi afrori e incerte fragranze.
Al variopinto lucciolio dei balconi delle strade
alzano i bimbi occhi colmi di attese
sperano giochi, telefoni e quant'altro
pur se magro s'annuncia quest'anno il Natale.
Ma, nonostante il frastuono del nuovo e delle feste,
gli incalliti contrasti mai sopiti
tra generazioni, razze e civiltà,
la stretta della dispensa ognor più vuota,
in ogni cuore aperto al suo vicino
si espandano (che l'augurio diventi certezza!)
gli atrii dell'accoglienza e dell'abbraccio
fonti d'intime e policrome fragranze:
i delicati sapori dell'amicizia,
l'inebriante tepore dell'amore,
l'immacolato candore della serenità,
l'iridescente armonia della pace.
Nell’avvento del Signore, 25 dicembre 2009
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt