Perché mai comprimere e spegnere
nella fredda forma di una serrata tesi
l'incandescenza dei misteri del passato
e dei suoi conci!
Godo
raccontarmi e raccontare
in una intima e sussurrata prosa
di qualità modesta e informe
nonché leggera e impermanente.
Materico e cromatico uno spartito
di luoghi e pensieri assemblo
onde rivivere templi e tradizioni
della mia Andria signora
di virenti sinuosi acclivi
e canto
i suoi primi incerti passi di borgo città
nello spessore inconscio e manuale
di una fluida diafana biro
al fremito delle emozioni sensibile e attenta.
Spesso in ritagli di trame senza senso
stesure di colore fuori tono
forme e volumi in precari castelli affastellati
gioco
a dematerializzare l'ordito della conta
producendo impanianti visioni
di bimbi al pari affabulanti in irrequieto crocchio.
E sbirbando dai canoni segnati
nel labirinto delle irregolarità sguisciare
smarrirmi nell'agognata inconvenzionalità
libero
di perdere i materici agganci
e nell'etereo dell'arte immergermi
catturarne le atone immote voci
e disporle sulla scena del mio racconto
in scala ridotta impalpabile
silente.
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt