Seducente effimero
O primavera dei miei giorni
di slanci satura e d'improvvisi tonfi
che folle manifesti e rigido il pensiero
in espressioni inquietanti di un sentire
che erompe e travalica ogni remora
e indocile vendica ragioni da far male,
seducente effimero,
or che (finalmente?) addomesticata sei
con occhi ti rimiro umidi e lucidi
di nostalgia
novella.
O vertigine somma e ognor bramata,
certo rammenti quanto,
frenesia furente e dolce deliquio dei miei vent'anni,
indelebile stigma e marchio
dei miei palpiti, ammaliante amore e intenso,
seducente effimero;
tutt'oggi da te affocato
quando incrocio Quel disarmante sguardo
folleggia l'animo mio
di gaudio
immenso.
O pace e dolcezza delle ore più meste,
allorché melanconico il demone m'assale
della tristezza dello sconforto,
la Sua serenità, il Suo appressarsi delicato e gentile
mi riporta al sorriso;
seducente effimero,
mai mucido né vizzo,
stempera e dissolve la bruma e il grigiore
e ricolma il mio cuore
d'ineffabile
ardore.
Ora, se quell'evento desiato e inatteso ricorre,
che finisca temo ancor prima che albeggi
il seducente effimero;
sensazioni profonde m'innesca
improvvise e fugaci
con la vividezza dei suoi colori
sbianca l'orizzonte del mio sentiero
e non ancor sera scivola via
in fioche gradazioni di luce
tra le pallide ombre inesorabilmente sfuma
del ricordo
vacuo.
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt