Oziare tra le aure ove la vita riposa
e le cose prendon corpo e senso dalle emozioni
e il sublime sottilmente s’informa nei silenzi dell’essere
tra le maglie dell’idea che fluisce trasparente
aperta ai sensi e al pensiero.
Roteare lo sguardo sul solitario a monte
ottagonale gemma delle anulari Murge
lo spessore delle luci cogliere e del Castello
appressarsi vinti dalle suadenti note
come se schiudesse i petali una rosa in boccio
e varcando l’augusto portale di breccia corallina
balauste granate che affocano al mistero
sentir convergere nell’attimo percettivo
al pari di una stretta di brano musicale
il coral canto pluritonale
di magiche formule e armoniosi fregi.
Avventurarsi in percorsi tracciati dai conci
nei tempi segreti degli intenti e di aviti credi
diradare l’ombre risalendo l’abbrivio del cosciente
che retto mena alle ancestrali fedi e sapienza astrale.
Imbattersi peregrinando di sito in sito
nelle iridescenze cangianti del fantastico
che tremolante s’insinua dalle spente focagne
tra gli stantii saperi che alluma e avviva
e aggrapparsi alle sue fatue luci
sprocchi di assopite speranze
e cogliere i germi dell’ideal maniero.
Di torre in torre muoversi con inatteso stupore
in una condizione instabile dei sensi e dell'anima
circuìti dall'inebriante sinestesi di materia e colori
segni e frammenti di luci ed ombre
che riflettono caotiche vicende medievali
e ritrovarsi a raccontar la storia
verità di parte di plagi e d'esperienza
dalle calde dissolvenze dei sogni sublimata
come fosse un'antica e riscoperta favola
bugie che il pensiero affrancano
dai gretti vincoli degli usi e della forma.
Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt