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RELAZIONE STORICA
SULL’IMMAGINE
INVENZIONE SANTUARIO E PRODIGII
DI
MARIA SS. DE’ MIRACOLI D’ANDRIA
operetta del P. Antonino M.a di Jorio, agostiniano
Stabilimento Tipografico del Dante, Napoli, 1853
Parte III. - TRATTATO Dommatico-Morale sulle MAGNIFICENZE DI MARIA SS.
Capitolo I.
Misteri simboleggiati dal Sole.
Il Sole: Re di tutti i Pianeti appartenenti al nostro sistema, anche nelle Scritture Sante
trovasi adoperato per simboleggiare i grandi personaggi, o le dignità e le virtù che l’adornano.
E meritamente invero, per ciò che il Sole è in sè, e per quello che riguarda
i suoi effetti e i suoi uffizii. In sè è l’opera pia eccelsa e portentosa
che la mano divina avesse collocata tra le insensibili sostanze della creata natura;
ne’ suoi effetti o ne’ suoi uffizii è cotanto sublime nell’Universo,
che i Filosofi non hanno dubitato di considerarlo, come l’anima vivificatrice del medesimo.
La sua bellezza poi, la necessità di sua luce, e tutte le influenze benefiche
che esso sparge a larga piena sopra la terra, l’hanno reso tanto ammirabile,
che non pochi popoli idolatri si sono spinti per fino ad adorarlo,
come una divinità creatrice e conservatrice.
Ma se il Sole non è una divinità come fu riputato dai Gentili più rozzi,
dai più illuminati sapientemente fu detto, essere una viva immagine di Dio medesimo.
Trovasi ciò registrato presso Orosio Apollo nel primo libro de’ Geroglifici,
e di Plutarco nei suoi morali; ed a questi fanno eco S. Dionigi Areoagita
nella parte prima al capo quarto de’ divini Nomi, S. Gregorio Nanzianzeno
in una orazione in lode di S. Atanasio, ed altri insigni Padri della Chiesa.
Ed invero, il Sole è una Immagine espressa di Dio tanto nella unità di natura,
che nella trinità di persona. Nella natura il Sole è solo, ovvero unico
come una è la natura Divina, e siccome nella natura Divina v' è una triplice
distinta personalità; così nel Sole vi son tre doti distinte che abbracciano
tutte le sue perfezioni, e sono: moto, luce, e calore; figurando nel moto
l’onnipotenza operatrice del Padre, nella luce la sapienza direttrice del Figlio,
e nel calore la bontà benefica e fecondatrice dello Spirito Santo.
Premesse tali idee, veniamo allo sviluppo degli argomenti dimostrando,
che il Sole nella Immagine di Maria indica essere, secondo la presente ripartizione:
1. Maria la più perfetta, la più ricca, e la più intima del Creatore;
2. Maria Aurora del Sole di Giustizia; 3. Maria Sole di santità e di grazia;
4. Maria manifestatrice delle grandezze di Dio; 5. finalmente Maria Sole
vera immagine della bontà di Dio pel suo patrocinio possente.
Articolo I.
Prima grandezza di Maria espressa dal Sole
è l’essere dessa la Creatura la più intima al Creatore.
Il Sole, Immagine di Dio, posto accanto all’Immagine di Maria, indica che Maria
è la Creatura la più intima a Dio medesimo, per essere la più nobile e la più perfetta
uscita dalle mani di Lui. Fatta da Dio stesso a bella posta per essere il Sacrario
adorabile di sua Divinità, la fece degna di sé, ed a sé la congiunse
con l’unione la più stretta e reale, qual è quella delle vesti col corpo umano.
Perciò nel citato miracolo grande dell’Apocalissi, Maria apparve vestita di Sole,
perché come una veste aderisce al nostro seno, così Dio riposavasi in Maria,
locché forma l’unione la più stretta che può aversi dopo l’unione personale,
qual è l’unione della Divinità con la Umanità in Gesù Cristo. La dottrina
è del mellifluo Padre e Dottore S. Bernardo: Maria, oltre a quello che
l’umana mente può credere ed immaginare, penetrò nel profondissimo abisso
della Divina Sapienza a segno tale, che, per quanto può convenirsi
ad una pura creatura, fu tutta immersa nella luce inaccessibile della Divinità.
(Ser. 1. As.) S. Pietro Damiani pertanto a ragione paragona Maria
a quel trono augustissimo e prezioso fatto costruire per sè dal Re Salomone.
Era questo di avorio tutto ricoperto di oro giallissimo, e figurava Maria
che Dio fece per trono sublime di sua Maestà e dopo d’averla costruita
di candido avorio di purezza, e di grazia, la rivestì di oro fulgido,
simbolo di sua divinità e di sua grandezza. (Ser. 1. de Nat. M. V.).
Avendola pertanto Iddio arricchita di tutto sè con l’unirsi a Lei in sì nobilissima guisa,
chiaro apparisce che la copia di grazie, di doni, di perfezioni,
di virtù e di gloria, la rendono cotanto eccelsa tra tutte le altre creature,
da formarne veramente, come da suo pari l’appellava il gran Patriarca di Costantinopoli
S. Metodio, il tesoro dell’amore di Dio Padre (Ser. de Deip.).
Quindi, siccome ne’ tesori de’ Re della Terra vi si raccoglie tutto ciò che essi
hanno di bene da cui poscia estraggono per distribuire ai loro sudditi;
così al nostro modo d’intendere, Iddio depose in Maria tutti quei tesori di grazie,
di virtù, e di doni che dovevano poscia formare la ricchezza di tutta la Chiesa,
anzi di tutte le Creature. Iddio da vero Padre degli esseri, niuna odiando
delle creature da lui prodotte (Sap. 10. 25.), a ciascuna ripartisce i doni
suoi siccome vuole (1. Cor.12. 11.). Creò i Serafini ardenti di amore,
formò i Cherubini ricchi di scienza, rese gli Angeli ministri suoi attivi
come fuoco che brugia (Ps. 103. 4.): tra gli uomini poi costituì
alcuni Profeti, altri Apostoli, altri Evangelisti, altri Dottori,
ed altri adorni di splendide dignità, i quali doni, tutti li estrasse
dai tesori inesausti dell’amor suo, e come volle così li divise tra i suoi servi.
Ma in Maria non vi fu nè economia nè divisione; poiché Dio l’investi con tutto
lo splendore di sua Divinità, l’arricchì con tutti i doni che accompagnano
l’essere suo, e la rese il tesoro stesso del suo amore, in guisa tale da poter
ripetere di lei ne’ Cantici, essere una, cioè Maria la sua perfetta, e la sua colomba (6. 8.).
Ed in vero, nella Santificazione delle Anime le fiamme della divina carità si comunicano a gradi.
Con queste fiamme, dice nel citato luogo il S. Abate Bernardo, si purgarono
le labbra del Profeta Isaia, si accendono i Sarafini. Ma in Maria ben altrimenti;
poiché da questo divin fuoco non ne fu tocca; ma bensì ne fu rivestita, circondata,
e penetrata, onde, come disse S. Idelfonso, ne divenne infiammata, accesa e decotta
a guisa di ferro nel fuoco, e null’altro in essa vedevasi che fuoco della divina carità.
(Ser. l. de As.). Or poiché ciascuno appare al pubblico per quello
che esternamente si mostra, come il ferro nel fuoco perde le sue apparenze di ferro
ed assume quelle del fuoco; cosi Maria circondata dal Sole che è una Immagine
della Divinità, appare un Sole che riflette vivamente tutti i lineamenti,
e tutte le bellezze e le perfezioni del divino originale.
Per la qual cosa egregiamente il Serafico Dottore S. Bonaventura, applica a Maria
le lodi che lo Spirito Santo scrive rapporto al Sole nell’Ecclesiastico (4. 3. 2.),
ove dicesi che il Sole organo ammirabile ed opera dell’Altissimo,
nell’apparire dall’orizzonte sul carro dell’Aurora, con lo splendore di sue bellezze
annunzia le glorie e le magnificenze del Creatore. Quindi il S. Dottore dice:
Maria è piena dell’espressione della divina gloria, ed è per antonomasia l’opera
del Signore degna di essere appellata: Vaso ammirabile ed opera dell’Eccelso.
Un opera tale come Maria non si rinviene tra le opere di Dio né in Cielo,
né in Terra, né negli abissi; poiché la gloria del Signore in Essa soltanto
con pienezza rifulge. Oltre la umanità assunta dal Verbo, non v’ha creatura
più eccelsa di Lei nella quale spicchi la Maestà dell’Eterno. (Spe. V. 7.).
Posto ciò, evidentemente si rileva cosa voglia indicare il Sole nella Sacra Immagine
di Maria SS. dei Miracoli di Andria. Esso ci annunzia che Maria è la più intima
e la più cara e diletta al suo Dio per le ammirabili perfezioni che a Dio la sublimano,
e con Dio intimamente l’uniscono, ed esorta i Fedeli a confidare nel possente Patrocinio di Lei.
Quindi, come il Sole nello spuntare dall’Orizzonte pare che tacitamente saluti
tutta la terra e dica: Dio vi salvi o mortali; ecco che dopo avervi disgombrate
le tenebre dall’emisfero, vengo ad irradiarvi della mia luce, e ad arrecarvi gaudio e vita.
Sorgete adunque, e vigilate meco. Olezzate o fiori, alberi fruttificate,
cantate o uccelli le lodi di Dio, uscite animali ai pascoli, e voi o uomini
correte al lavoro; cosi Maria SS. de’ Miracoli di Andria, mostrandosi
col Sole alla sua destra pare che dica ai Divoti suoi: Dio vi salvi o Figli miei.
Son io la Figlia prediletta dell’Eterno Padre, ed a Lui somigliante per i doni
e le grazie delle quali mi ha arricchita. La sua destra divina mi ha fatta grande,
acciò io fossi per voi ciò che il Sole è nella natura. Le tribolazioni,
le infermità e le sventure si sgombreranno da voi, e vivrete per le mie grazie
giorni di gioia e di pace, se confiderete in me. Sorgete dunque o languidi;
fate cuore o pusillanimi; timidi prendete vigore; colpevoli concepite speranza;
infermi ricevete salute; poiché la vostra Madre Maria rivestita del Sole eterno,
diffonderà su di voi la luce ineffabile delle beneficenze, delle grazie,
e de’ doni tutti, che in sé contiene qual tesoro di Dio.
Ecco o devoto Lettore la prima grandezza di Maria detta dal Sole nella Sacra Immagine di Andria.
Ma tutto ciò non esaurisce l’intero argomento. Riserbatevi a leggere novelli misteri
espressi dal Sole intorno le perfezioni di Maria, e per ora interrompetene
la serie considerandola prima quale fulgida Aurora.
Articolo II.
Seconda grandezza di Maria manifestata dal Sole
quale Aurora dell’Eterno Sole di Giustizia.
Il Regio Pianeta del giorno, ovvero il Sole, essendo una si bella immagine
della Divinità, forma il più nobile Tipo del Salvatore detto nella Sapienza:
Candore di luce eterna, specchio senza macchia, e figura della Bontà del Padre (7. 26.),
e chiamato dall’Apostolo S. Paolo: Splendore di eterna gloria, ed immagine
consustanziale del Genitore Divino (1. Heb. 1. 3.). Anzi lo stesso Dio presso
Malachia Profeta paragona al Sole l’Unigenito suo Figliuolo, e lo nomina:
Sole di Giustizia (4. 2.), inquantochè Egli rischiarar doveva con la luce
di sua infinita sapienza tutta la terra, e giustificare dai loro eccessi
tutt’ i colpevoli. Or dopo di aver considerata Maria rapporto al Sole eterno,
conviene anche per poco mirarla in relazione col Sole di Giustizia Gesù.
All’uopo convien riflettere, che questo Sole di Giustizia come Uomo-Dio,
dal seno de’ splendori eterni del Padre passa a risplendere nel tempo con l’assunta umanità.
Quindi quale Sole che spunta, a somiglianza del Sole naturale dovè avere un Aurora
che lo precedé su l’orizzonte della umanità. Ora quest’Aurora di Paradiso che annunziò
l’uscita di quest’Astro sovrano, ed aprì la via a tutte quelle beneficenze che
l’Eterno Sole di Giustizia diffuse co’ raggi suoi sopra la Terra, fu appunto Maria
nostra Immacolata Signora. Dunque, essendo com’è così, nella Santa Immagine di Andria,
vedendosi alla destra di Maria l’effigie del Sole, ci si ricorda che Maria fu l’Aurora
brillante della pace e del riscatto del Mondo, e come tale nel suo apparire Maria
portò seco un treno sublime di pregi per sè, e di grazie per gli uomini.
In prima, Maria in qualità di Aurora per sè apparve tutta bella e senza macchia,
nonché fulgente de’ sovrani splendori del Sole eterno; poichè siccome l’Aurora
altro non è che l’atmosfera illustrata dai raggi del Sole; cosi essa fu opera
speciale della divina Sapienza, la quale, edificandosi in Lei il suo soggiorno
(Prov. cap. 9.v.1), l’arricchì di tutto lo splendore delle grazie sue,
acciò fosse stata degna di portarla nel seno. Quindi apparve senza ombra alcuna
di peccato originale, adorna di santità e d’innocenza , e coronata di tutti
quegli eccelsi pregi richiesti dalla sublimità del personaggio che doveva rappresentare.
Gli stessi beati Spiriti celesti nel vederla spuntare cotanto bella ed amabile,
rapiti oltre sè stessi esclamarono: Chi è mai costei che si avanza come l’Aurora che sorge.
(Cant. 6. 9.)? Onde a ragione il tenerissimo S. Bernardo dice:
Vedete quale fiamma ardentissima era Maria, e di quali fulgori tutta s’irradiava,
che gli Angeli ne restarono attoniti. Essa riuniva in sè le prerogative le più nobili
che la rendevano in luce superiore a tutti gli altri astri del Cielo, e perciò
superava in santità gli eroi tutti dalla grazia prodotti. (Ser. 1. de Ass.).
Per vedere poscia in secondo luogo quale Aurora si fosse Maria per gli uomini,
converrebbe qui riportare tutte le proprietà dell’Aurora naturale, per conchiudere,
che per quanto fu bella in sè stessa, fu per l’umanità altrettanto benefica.
Ma a cagione di non protrarre troppo oltre l’argomento con una lunga ripetizione
di analogie, ed a non abbandonarlo interamente, notiamo qui quattro soli effetti
della fisica Aurora, bastevoli pur troppo a mostrarci i vantaggi arrecati
da Maria quale Aurora celeste.
I. L' Aurora fuga le tenebre della notte e dona il principio al giorno.
Or ecco cosa avvenne all’apparir di Maria. Il mondo che giaceva avvolto
da tenebre ed ombre di morte, ricevè la prima luce foriera del giorno della grazia,
al cui splendore d’insolita bellezza tutto il mondo esultò, perché la maledizione
antica scioglievasi, e la benedizione propizia dal Cielo scendeva sopra la misera umanità.
II. L’Aurora fuga gli uccelli notturni nemici della luce,
i quali vanno a rintanarsi ne’ loro nidi impenetrabili.
Egualmente col mostrarsi Maria, le potenze infernali che dominavano la terra
col loro regno di tenebre, previddero il prossimo trionfo del Salvatore, e ricevendo
la prima sconfitta dal piede di Maria Immacolata, che fiaccò il capo
al loro principe superbo, fuggirono paurose dagli altari e dagli oracoli,
e passarono a rintanarsi negli abissi alla loro colpa dovuti.
III. Nello spuntar dell’Aurora gli uccelli del giorno si destano, escono
dai loro nidi e festeggiando amabilmente avvivano i campi, l’aria,
la città e le domestiche mura con le loro svariate melodie.
Anche al concepirsi ed al nascere di Maria, gli Spiriti celesti che pria,
quali uccelletti innocenti, fuggivano le ombre opache della colpa
che occupavano la Terra, uscirono dal soggiorno loro celeste a far corteggio
alla loro Regina, e tutta la Terra ricolmarono con i loro cantici di letizia e di gloria.
IV. Finalmente l’Aurora, crescendo ne’ suoi splendori, fa cadere dall’alto la rugiada preziosa,
che nella focosa stagione sola è che ristora e feconda la terra inaridita dalla canicola.
Non altrimenti Maria con l’avanzarsi ne’ meriti, nelle virtù, e negli anni,
fece dal cielo piovere dalle nubi la rugiada celeste che è il Figliuolo di Dio,
lo concepì nel seno, e lo partorì alla luce del Mondo. Fatta grande dalla grazia di Lui,
Ella sola co’ suoi conforti rinfresca gli ardori delle passioni, corrobora
l’Anima nell’esercizio del bene, e feconda il mistico orto del cuore, acciocchè
produca frutta di santità e di salute eterna.
Di conseguente, l’amabilissima Vergine, avendo il Sole a destra della sua Effigie di Andria
par che dica ai devoti suoi: Son io la bella Aurora di grazia e di pace, e nel modo stesso
col quale nel mio nascere temporale prevenni il Sole di Giustizia che apportò la salute
nel Mondo; ora col nascer mio spirituale ne’ cuori vi spunta l’astro di sicurezza e di salute.
Siccome un Anima comincia ad amarmi, a venerarmi, e ad invocarmi, viene irradiata
dallo splendore de’ miei consigli, delle mie ispirazioni e de’ miei conforti, e da essa
si disgombrano le tenebre dell’ignoranza, si distruggono gli orrori dell' orgoglio,
svaniscono i dubbii della pusillanimità, e subentrano a ricolmarla di fortezza e di gioia
la grazia e la pace. Beato colui che mi rinviene; perché chi rinviene me avrà
la salute del Signore. Comunque orrido possa essere lo stato di sua coscienza,
Io pregherò per lui, e la rugiada soave delle Misericordie divine pioverà sopra
di lui per convertirlo. Allora egli agevolmente farà ritorno nell’amoroso seno
del Padre celeste; gli Angeli della pace esulteranno per la sua ventura; gli uccellazzi
infernali recederanno da lui, ed ogni qual volta si proveranno a sconcertarlo,
di nuovo resteranno confusi e fugati dallo splendore possente del patrocinio mio.
Ed è così certamente, che i veri devoti di questa tenerissima Madre nulla hanno a temere
da parte delle potenze di abisso. Lo Spirito S. nel citato luogo de’ Cantici chiama Maria,
Aurora che sorge, maestosa e terribile simile a più eserciti bene ordinati a battaglia.
Per la qual cosa, come scrisse il S. Abate di Chiaravalle Bernardo, non così i nemici visibili
temono un campo ben disposto di numerosi eserciti, come le potenze di abisso temono il nome,
il patrocinio, e l’Immagine di Maria: onde cadono e si dissipano come cera al fuoco,
ovunque rinvengono ricordanza frequente, invocazione devota, ed imitazione fedele
di Maria SS. Amiamo, onoriamo, serviamo, invochiamo, ed imitiamo le virtù
di quest’amabilissima Aurora, e ne sperimenteremo infallibilmente gli effetti.
Articolo III.
Terza grandezza di Maria indicata dal Sole
annunziandola viva copia del Figlio.
Vedemmo nell’articolo primo di questo Capo come il Sole esprimeva essere Maria
la più vicina e strettamente a Dio unita; poiché Dio riposandosi in Lei
l’arricchisce de’ suoi doni, e la trasforma nel suo amore. Tutto quello che si è detto,
essendosi versato in generale su di Maria qual creatura prediletta, ci lasciava
al presente articolo esporre le grandezze di Lei espresse dal Sole qual Madre
eccelsa del Verbo. Quindi è, che oltre alle perfezioni di grazia,
ed alla trasformazione di carità, vedremo essere Maria un vero Sole
per ricchezza di meriti, e per eccellenza di dignità.
Veramente Maria rapporto al Figlio fu un Aurora che ne precorse le magnificenze;
ma secondo lo stesso Spirito S. ne’ Cantici fu Aurora progrediente,
progreditur quasi aurora consurgens. Per la qual cosa, progredendo
come l’Aurora che sorge; siccome l’Aurora termina in Sole con l’uscita del Sole,
così Maria cangiossi in Sole simile al Figlio concependo partorendo,
vivendo, patendo, e glorificandosi col Figlio. Ed in vero:
sta scritto ne’ Proverbii , che il cammino de’ Giusti, a guisa di luce
spendente si avanza e cresce fino a compito meriggio (4. 18).
È questa una verità di fede della quale ne rende testimonianza il Salvatore
dicendo in S. Matteo, che i Giusti risplenderanno a guisa di Soli nel regno
del Padre celeste (13. 43.). Or se così è di ciascun Santo; non lo sarà forse
parlandosi dell’Augustissima Madre di Dio? Se ciò è detto di ogni Giusto
il quale per le vie ordinarie della virtù perviene ad una perfezione determinata;
cosa deve dirsi di Maria, la cui santità si basò sulla cima
della perfezione di tutti i Santi, e progredendo per vie straordinarie
di grazia incomprensibile, raggiunse Dio nel Trono della Divinità?
Sì dunque, che Maria fu un Sole fulgidissimo in qualità di Madre del Verbo,
e primierameute fu un Sole ammirabile per meriti eccelsi ed inenarrabili.
Concetta Ella senza l’infigiamento della corruzione originale, ed adorna
delle grazie tutte in guisa del tutto portentosa, fin dal primo istante
dotata dell’uso perfetto di ragione, amò perfettamente il suo Dio e
fortunatamente meritò il doppio in ogni istante. Per dottrina del profondo
P. Suarez, nella grazia e nella carità si aumenta sempre del doppio colla
fedeltà alla prima e con gli atti della seconda. Ma nella Vergine la fedeltà
alla grazia con gli atti della carità furono perenni e senza distrazione;
dunque in ogni istante meritò il doppio. Essendo com’è così, dopo il nono mese
nel quale usci dal seno materno, apparir doveva sopra la Terra a guisa
d’un oceano di luce per meriti e per virtù. Accompagniamo questa Vergine
eccelsa in tutti gl’istanti di sua vita immacolata, e miriamo il di Lei
purissimo cuore, che in ogni palpito produce un atto perfettissimo di carità;
contempliamone l’Anima bella, che come già fosse immersa nel seno di Dio,
non si riempie d’altro che di Dio; osserviamo quelle labbra dolcissime
che non si muovono se non per dare gloria a Dio, e quelle tenere mani
che non operano se non per dare gusto a Dio. Numeriamo le preghiere
e le lagrime da Lei profuse per le offese fatte al Creatore, e per
la conversione e salute de’ peccatori; mettiamo a rassegna i conforti
di ogni genere largiti ai miserabili, gli atti di obbedienza e di umiltà
che professò, la purezza angelica che coltivò, il ritiro, il silenzio,
la mortificazione, l’abnegazione e le altre virtù divine che praticò;
schiariamoci allo sguardo le pene, i timori, le tribolazioni,
e le fatiche che l’oppressero in tutta la vita; misuriamo infine
la profondità ed estensione dei suoi dolori nella passione del Figlio;
gli stenti che tollerò nella redenzione degli uomini; le cure che impegnò
per lo bene della Chiesa nascente, e vediamo se mai può trovarsi
misura per valutare i meriti di Lei inenarrabili, o mente umana capace
di poterli comprendere. Indefinitamente grande è adunque il tesoro
de’ meriti raccolti da Maria nel lungo periodo di 72 anni d’una vita
tutto divina, e di conseguente Ella nell’altezza di sua eminente
santità è un vero Sole altrettanto più fulgido, quanto più eccelsa
fu la di Lei sovrumana dignità di Madre di Dio.
Ed appunto la divina Maternità e quello che sublimò al grado lo più eccelso
di valore gli atti eroici della virtù di Maria, e questi a dismisura ne aumentavano
la Santità. Il pensare soltanto la Madre di Dio che si umilia, la Madre di Dio
che soffre, la Madre di Dio che obbedisce, che fatica, che geme ec.
basta a valutare il merito di tali atti d’un valore quasi infinito,
perché è infinita la dignità di Madre di Dio che li avvalora.
Ebbe pertanto ragione il Damasceno di chiamare Maria, il ricettacolo
d’immensi beni che la mente umana non può comprendere (Orat. de Dorm. V.);
poiché difatto, se a questi meriti si può assegnare un termine col dirli
inferiori soltanto ai meriti di Gesù Cristo, il quale per l’unione ipostatica
col Verbo, solo supera la dignità della Madre sua; in se propriamente
non trovano prescrizione, mentre al dire del massimo Dottore S. Girolamo,
tutta la pienezza della grazia che era in Cristo, era discesa in Lei
(Ep. ad Paul.). Sviluppando una tale verità l’Angelico Dottore
S. Tommaso dice, che un oggetto, quanto più si avvicina ad un oggetto qualunque,
tanto più ne partecipa gli effetti. Ed invero, siccome si accosta la mano al fuoco,
così se ne risente la intensità del calore. Ora, poiché Maria per la sua Maternità
concependo nel seno il Figliuolo di Dio, ebbe col Figtiuol di Dio una comunicazione
di sostanza; ne seguì che intimamente dovè parteciparne gli effetti di santificazione,
ricevendone tutta la grazia. Ed è ciò tanto certo, che al dire del
B. Dionigi Cartusiano, Maria, come pura creatura, non sarebbe nè anche stata capace
di accogliere in sé tanta grazia, e vi bisognò che lo Spirito Santo ne avesse
aumentata la capacità con la virtù onnipossente di sua obumbrazione
(In cap. 1. Luc.). Per la qual cosa, aveva ragione S. Pietro Damiani
di esclamare: L’unione di Maria col Verbo è una unione d’identità,
perché la stessa carne della Madre ricuopre il Figlio! Dunque chiuda il labbro
e tremi per la riverenza ogni creatura innanzi a Lei, ed ardisca appena
rimirare la immensità di tanta dignità. (Ser. 1. de Nat. V.).
Ora essendo così, possiamo assai bene intessere a Maria un serto di Laudi
insieme con S. Giovanni Damasceno ed appellarla = Tesoro di santità,
abisso di grazia, oceano di meriti, = ma non ne potremo comprendere giammai,
i confini; poiché incomprensibile è la dignità donde tanti meriti procedono,
ogni ragion richiedendo che la Madre fosse simile al Figlio.
Quindi, se lo sguardo penetrante d’ogni immaginativa creata si offusca
nel contemplare in Maria una luce sì copiosa e bella di grandezza e di meriti,
quale Sole fulgidissimo Ella non è di magnificenza e di gloria? È un Sole
sì candido e bello, che Dio stesso non potrebbe farne uno più caro ed amabile.
Dice Riccardo da S. Vittore, che Dio ha esaurito con Lei il poter del suo braccio,
e che se volesse ingrandirla maggiormente, gli converrebbe associarla
alla sua divinità, ed unirsi con Lei ipostaticamente col renderla un altro Dio,
come l’addivenne il Figlio per l’unione col Verbo.
Posto ciò: l’Effigie del Sole nella Sacra Immagine di Maria de’ Miracoli di Andria,
dice, che la Signora nostra istessa è un mistico Sole che ha partorito l’eterno
Sole alla terra, i di cui meriti sono inenarrabili, e la santità è incomprensibile.
Per la qual cosa, mirando Maria in questa Immagine pare che dica ai suoi devoti:
Rallegratevi meco, o voi che amate il Signore, poiché essendo io povera Figlia
di Adamo piacqui all’Altissimo, e nelle mie viscere ho generato il Dio-Uomo;
ed avendo avuto sì bel frutto nel seno, ne ho riscosso meriti e magnificenze
tali, che mentre in Terra tutte le nazioni mi chiameranno beata, in Cielo
sono esaltata vicino al trono di Dio. Ivi formo una Gerarchia dopo la SS. Trinità,
e regno sopra tutti gli Angeli e Santi per lo bene e la salute de’ miei figliuoli.
Venite al seno della vostra Madre, io vi sazierò con la soprabbondanza delle mie
ricchezze, e sicuri da ogni periglio, trionferete de’ vostri nemici,
e verrete meco a coronarvi di gloria. Quest’ è la terza magnificenza indicata dal Sole.
Articolo IV.
Quarta Grandezza di Maria simboleggiata dal Sole nella sua Immagine di Andria,
ed è che Ella diffuse immensa luce per accrescere e manifestare le glorie della SS. Trinità.
Il Sole è detto per eccellenza il luminare grande che presiede al giorno, perché
come sorgente di luce è cagione che il giorno venga, la natura si abbellisca con la sua luce,
e tutte le opere della creazione si rendano visibili. Spegnete voi la luce nel Sole,
ed eccoci immersi interamente nelle tenebre originali, ovvero in un abisso spaventevole
di orrore e di desolazione. I Pianeti del nostro Sistema che sono corpi opachi,
dal Sole ricevono il loro splendore; la Luna regina della notte, anche
dal Sole raccoglie il suo argenteo fulgore; per la qual cosa, venendo
a perdere essi queste soavi emanazioni dell’Astro maggiore, priverebbero
la Terra di ogni qualunque compenso. Vero è che le Stelle fisse a guisa
di altrettanti Soli posseggono una luce propria; ma per la loro distanza
prodigiosa dal nostro globo, non potrebbero arrecarci altro vantaggio,
che quello stesso che arreca ad una valle lontana e profonda, un lumicino
che splende sopra d’una rimota ed alta montagna.
Ora, ciò che è il Sole nel nostro sistema, questo è stata Maria per la SS. Trinità;
poiché come il Sole con la sua luce illumina e rende visibili gli oggetti
in tutta la terra; così Maria rivelò e glorificò la SS. Trinità, avendola
Dio formata appunto per manifestare sé medesimo alle genti, ed essere onorato
dai popoli nella pienezza di sua natura, e delle sue ammirabili perfezioni.
Il pensiero è di S. Bernardo Abate di Chiaravalle, dicendo all’uopo di Maria:
Tota Trinitas de plenitudine ejus accepit gloriam. (Serm. 2. Pent.),
e prima di lui l’aveva anche detto S. Cirillo Alessandrino con questi termini:
Per te Trinitas sanctificatur (hom. 6. cont. Nest.), e val quanto dire:
Per Te la Trinità, vien conosciuta, lodata, benedetta ed adorata.
Ed in prima, l’Eterno Padre per Maria venne conosciuto e glorificato.
Prima di Maria, la nozione del vero Dio era ristretta nella sola discendenza di Abramo,
onde il Reale Profeta nel Salino 75 cantava: Il nostro Dio è noto per la Giudea,
ed in Israele è Santo il Nome di Lui. In tutto il rimanente del globo l’idolatria,
il vizio, il barbarismo lo più nefando avvolgevano menti e cuori in tenebre
ed errori di morte. Venne Maria nel Mondo, e non più valse ciò che ne’ Salmi stessi
stava scritto, che la Giudea sola ora a Dio consacrata, e che Israele era soltanto
il dominio di Lui. (113. 2.); poiché avendo Ella partorita la luce delle Genti,
non vi fu loquela ne dialetto alcuno che non avesse ascoltata la voce degli Apostoli.
Questa voce risuonò per tutta la Terra, e fino agli estremi confini della medesima
i popoli appresero chi fosse il Dio vero Creatore e Redentore degli uomini,
l’adorarono, l’amarono e l’obbedirono. Inoltre, questa luce diffusa per Maria,
non solo rese nota la Maestà di Dio, ma ne aumentò la gloria estendendone mirabilmente
la divina autorità. Dalla creazione del Mondo fino all’Annunziazione di Maria,
il dominio di Dio sul creato estendevasi su gli esseri tutti da lui prodotti
dal nulla con la sua onnipotente virtù; quali esseri, per quanto potevano elevarsi
in eccellenza e sublimità, sempre restando nella sfera di semplici creature,
rimanevano in un ordine sempre a Dio infinitamente inferiore.
Dopo però l’Annunziazione di Maria, nella quale il Verbo di Dio si umanò nel seno
di Lei, la divina autorità si estese sopra una persona divina, la quale,
se come Dio puro era eguale al Padre, come Dio-Uomo si era reso inferiore
al Padre, onde il Reale Profeta nel Salmo 21.° faceva egregiamente ripetere
al Padre dal Salvatore: Dal ventre di mia Madre tu sei il mio Dio.
Val quanto dire, secondo che espone il P. S. Agostino, prima della mia Incarnazione
io mi riconosceva tuo Figliuolo generato dalla stessa tua sostanza;
ora che mi son rivestito di carne, Tu sei il mio Dio, ed io sono servo tuo e Figlio
della tua Ancella. Lo stesso Divin Genitore, altrimenti parla all’Eterno suo Verbo
stando nel suo seno, ed altrimenti vedendolo nel seno di Maria.
Nel suo seno gli dice: Tu sei il mio Figlio, io oggi ti ho generato. (Ps. 2. 7.);
vedendolo poscia nel seno di Maria gli dice:
Servo mio sei tu, io in te mi glorierò (Is.49, 3). Mi glorierò di avere
un Dio-Uomo che in te mi glorifica con l’obbedienza, con la preghiera,
con lo zelare l’onor mio, col riconciliarmi co’ peccatori, e con l’offrirmi
in sé medesimo una vittima, che nella sua eccellenza raggiunge mirabilmente
l’infinita mia Maestà, col suo infinito valore. Poteva mai il mistico Sole Maria
diffondere maggior luce, e maggiormente rivelare e glorificare la Persona del Padre,
con l’acconsentire solamente alla Incarnazione del Verbo nel proprio seno?
Che se Maria con le grandezze sue ricevute da Dio corrispose così mirabilmente
a manifestare il Nome, ed aumentarne la gloria di Dio Padre, molto più tanto eseguì
per la Persona del Verbo Divino che accolse nel seno. Nelle Sante Scritture,
a cagione della tendenza degli Ebrei verso la idolatria, nascondevasi la conoscenza
della triplice personalità in Dio, acciò quel popolo rozzo e carnale, dalla Trinità
di persona in Dio non fosse trascorsa alla pluralità degli Dei. Quindi la persona
del Figlio vi si trova rivelato tra tali misteri, che vi bisognava a ben ravvisarlo
l’assoluto confronto delle profezie coi fatti; onde riputavasi il Liberatore
promesso per semplice Figliuol di Davidde. Dicevasi Sapienza di Dio, Verbo di Dio ec.
ma si ignorava tanto la fecondità interiore della natura di Dio, quanto l’esistenza
del Verbo divino ab eterno generato. Questo Splendore della gloria del Padre,
questo Tesoro della suprema Divinità, questa Delizia nella quale desiderano
gli Angeli di mirarsi in ogni ora, è stata manifestata al mondo per mezzo di Maria.
Dopo che Maria l’ebbe al mondo partorita si appalesò a tutte le generazioni,
non solo, ma apparve coronato di onore e di gloria.
Il Divin Verbo, dice S. Bernardo, che fu dal Padre ab eterno coronato con la corona
della gloria; nel tempo ricevé dalla Madre la corona della umanità (4 de Epiph.).
L’umanità adunque fu di grande decoro pel Figliuolo di Dio, non solo perchè
per essa s’illustrarono ed apparvero in tutto il loro splendore gli attributi
più cospicui di sua divinità, come la Giustizia e la Misericordia, la Bontà
e la Beneficenza, l’Onnipotenza e la Carità; ma anche perché a Lui si aggiunsero
le dignità sublimissime di Dottore, Sovrano, Sacerdote, e Modello de’ Predestinati.
Volendo primieramente rendersi il Maestro degli uomini, ed insegnare ad essi
con la parola e con l’esempio la pratica delle virtù, come Dio puro non lo poteva,
poiché a trattare con esseri sensibili aveva bisogno di un corpo sensibile,
e lo ricevè da Maria. Per essere parimente Re delle Genti, secondoché
era stato decretato dal Padre, doveva avere nelle sue vene il sangue di Davide,
e da questa regia stirpe, alla quale era stato promesso in eterno lo scettro
del popolo di Dio, doveva ereditarlo in virtù di legitima discendenza;
e questo sangue, e questa discendenza l’ebbe ancora dalla Madre. Pel Sacerdozio
parimente, dovendosi immolare per la salute degli uomini, in prima doveva
rendersi simile ai suoi fratelli, per essere assunto dal Popolo al Pontificato
Supremo, e per acquistare quella misericordia di affetto necessaria a potere
ripropiziare; in secondo doveva essere santo, innocente, e segregato dai Peccatori.
Ora ricevendo questo corpo, e questa potenza di commiserare nel seno tenerissimo
di Maria, da Essa ricevè anche la santità a sè come Pontefice necessaria,
nascendovi, come scrisse Riccardo da S. Lorenzo, puro da pura, immacolato
da immacolata, Vergine da Vergine, e tutte quelle altre qualità ereditando
nella sua carne, che inerenti erano alla carne purissima della Madre.
In ultimo, per essere capo della Chiesa e modello de’ Predestinati, alla di cui
conformità, come insegna l’Apostolo avessero dovuto uniformarsi gli eletti
alla gloria (Rom. 8. 29.), aveva bisogno del corpo stesso; poichè, avendo
l’uomo trasformato in sè i lineamenti di somiglianza con Dio, non poteva tale
immagine in sè riordinarsi senza il confronto col divino originale.
Quindi, perchè questo divino originale doveva presentarsi con forme sensibili
all’uomo sensibile; così per conseguir tanta gloria il Verbo di Dio abbisognava
della umanità, la quale, ricevendola da Maria, da Maria venne a ricevere
tutte le magnificenze di Dottore, Sovrano, Sacerdote ed Esemplare degli uomini.
Finalmente Maria fulgidissimo Sole delle magnificenze divine, non minor luce
diffuse per manifestare e glorificare la Persona suprema dello Spirito Santo.
Frequentemente nelle sante Scritture si parla dello Spirito S. come si parla
del Verbo divino; ma come del Verbo, così dello Spirito Santo,
perchè per la ragione testé addotta, non piacque a Dio rilevarne la distinta
personalità nell’unità di sua natura. Ciò che restava velato ne’ Libri santi,
maggiormente velato esser doveva alla ragione umana. Vero è che alcuni
Filosofi come Platone e Trismegistro, con l’aiuto de’ Libbri santi,
secondo dimostra il Galatino (De Arc. Cat. aer.), fecero qualche parola
essere in Dio un Padre principio , un Figlio Verbo , ed un prodotto terzo
complimento della Divinità; ma tutto venne espresso in siffatta guisa confuso
che le loro idee restarono su i loro libbri senza essere da alcun altro ripetute,
onde generalmente gli uomini tutti, prima di Maria potevano dire:
nec si sit Spiritus Sanctus scimus. Maria preordinata alla divina
Maternità ne formò in sè la prima manifestazione la più luminosa e sublime,
e nel tempo stesso ne appalesò ancora la gloria della sua prodigiosissima
fecondità esteriore. Essendo Egli il complemento della Trinità, come l’appella
S. Cirillo Alessandrino (L. 14. Thesaur. c. 3.) ovvero il termine
delle processioni divine, in Dio non genera e non ispira. Il Padre produce
un Figlio senza essere prodotto da alcuno; il Figlio è prodotto dal Padre,
ed insieme col Padre produce lo Spirito Santo; lo Spirito Santo è prodotto
dal Padre, e dal Figlio, senza produrre, o concorrere alla produzione
di altra Persona nella Divinità. Ecco dunque un Dio solo in tre Persone
costituite da un Padre fecondo che genera un Figlio; da un Figlio fecondo
che insieme col Padre ispira lo Spirito Santo; e lo Spirito Santo procedente
senza virtù fecondante. Ma se Egli non è fecondo nella Natura Divina
producendo un Dio, Maria l’appalesa esteriormente fecondissimo col produrre
l’umanazione del divin Verbo. L’opera di un Dio incarnato nel sen di Maria
è stata virtù della obumbrazione di questo Spirito Santo, e questi,
come oceano inesausto della bontà ineffabile di tutta la Divinità,
la prima volta nella santificazione e fecondazione di Maria appalesato,
si mostrò poscia per tutta la Chiesa la sorgente della grazia,
della carità e della rinnovazione.
Ecco adunque quanta luce sovrumana diffuse Maria per rendere in tutta
la terra palesi l’incomprensibilità della Natura divina e per estendere
ed esaltare il potere dal Padre, per esaltare e nobilitare con
l’umanità il Figlio, e finalmente nell’annunziare i pregi sorprendenti
dello Spirito Santo. Per tutto ciò è che viene somigliata al Sole;
poichè come il Sole scuopre le divine grandezze in tutta la natura,
cosi Maria appalesa le glorie dell’Augustissima ed individua Trinità
in tutte le generazioni. Ad indicare una sì nobile verità Maria viene
paragonata al Sole, ed a questo fine suol dipingersi il Sole nella
immagine di Lei, come vedesi nella Sacra Immagine di Andria.
Per la qual cosa, mirando Maria in questa venerabile effigie, pare
che insegni il Sole sfolgorante alla sua destra, ed amorevolmente ripete:
Vedete o fedeli quanto grande sono stato resa dal braccio
onnipossente del Creatore. Mi ha fatto come un sole spirituale
per manifestare con la luce delle grazie delle quali mi ha predistinta,
tutto il più grande dell’Essere suo incomprensibile ed eterno,
e per esaltarsi su tutte le generazioni sopra la terra. Con l’eccesso
delle sue degnazioni verso di me, dopo di avermi sì prodigiosamente
arricchita, ha voluto assumere da me la carne umana che non aveva,
e rendermisi obbligato di una corona fulgidissima di gloria, che rende
conosciuta ed adorata l’Augustissima Trinità per tutta la Terra,
ed esalta il potere del Padre, magnifica la dignità del Figlio,
e feconda esteriormente lo Spirito S. Prendete dunque fiducia in me,
poiché se Dio ha da me ricavato tanti beni, nulla mi niegherà
di quando gli cercherò a vostro spirituale e temporale vantaggio.
Ed invero o devoto Lettore, quel Dio che è tutto per essenza e da cui
tutti gli esseri hanno ricevuto ciò che hanno, dice S. Metodio Patriarca
di Costantinopoli, si è compromesso in obbligazione verso Maria.
Per la qual cosa, se tutte le altre creature son obbligate al Creatore
di loro relativa grandezza; con Maria il Creatore è obbligato dalla umanità
del Verbo con tutta quella glorificazione che a lui è tornata per l’opera
della Redenzione. Grande motivo di gioia e di conforto è per noi l’avere
a nostra Mediatrice amorosa presso Dio una Madre così cara e sì possente.
Non v’è bene che noi non possiamo riprometterci dalla tenerissima
Carità di Lei, e questa verità si rileva con chiarezza più fulgida
nell’articolo che siegue.
Articolo V.
Quinta grandezza di Maria espressa dal Sole
è l’estenzione ed efficacia del di Lei Patrocinio.
Richiamando qui brevemente alcune idee già sparse nelle descritte riflessioni,
ricordiamoci che il Sole è la più bella effigie di Dio come Uno e Trino.
Come tale è ancora il più bel simbolo di Maria chiamata dal B. Simone da Cascia:
Vera Immagine dell’Artefice eterno (L. 2 de B. V. c. 1.), e ciò tanto
pei rapporti, quanto per gli effetti. Ne’ rapporti Maria porge idea sublime
dell’unità di Dio, per essere unica Santa tra tutti i Santi, Regina eccelsa
de’ Santi per virtù, per grazia, per dignità e per gloria, non che tra tutti
i Santi uniti insieme l’Anima più cara a Dio, e la più teneramente amata,
come insegna Suarez. (p. 3. q. 38. disq. 18. sect. 4.). Porge anche
l’idea della Trinità con le tre sue indivisibili proprietà di Madre, Figlia,
e Sposa di Dio medesimo. Come Madre che concepisce vergine e senza
il concorso di Padre, esprime il Padre che genera il Verbo senza concorso
di Madre. Come Figlia di Dio ripiena di grazia, indica il Verbo incarnato
Autor della grazia, e finalmente come Sposa immacolata ed innammorata,
offre l’immagine della Colomba purissima e dell’Amore increato che è lo Spirito Santo.
Applicando questa prima parte dell’argomento troviamo che Maria,
per le sue intime relazioni con l’Augustissima Trinità, gode un favore
ineffabile e quindi la gloria di un patrocinio onnipossente.
Come Figlia prediletta dell’Eterno Padre, preordinata e prescelta fin dall’eternità
alla supremazia della Santità e della magnificenza in terra ed in cielo,
fu non solo ripiena di grazia, ma anche soprappiena come dice S. Bernardo.
Ma perchè in tal guisa ne fu arricchita? lo stesso S. Abate ne da ragione dicendo;
che fu soprappiena di grazia, acciò dalla soprappienezza di Lei ne avesse ricevuto
l’Universo intero (Ser. in Miss.). Or chi può mai ideare, che una creatura
cotanto eccelsa, formata da Dio per ostentazione delle sue misericordie,
possa da Dio avere qualche ripulsa in alcuna cosa che potrà implorare a vantaggio
de’ suoi devoti? Certamente che non vi sarà intelletto il quale possa convincersi
di un tanto errore. Ella fu costituita la sorgente per fare scorrere la salute
sopra la terra; ma Dio, infallibile nelle sue determinazioni riguardanti
la sua gloria, non ritratta giammai le sue disposizioni intorno la spirituale
economia delle sue Creature; dunque Maria dovrà da Dio ottenere tutto ciò
che sarà per chiedere conforme alla divina gloria ed alla salute delle Anime.
Quanto si è detto di Maria come figlia di Dio, deve ripetersi come Sposa
dello Spirito Santo. Tralasciando qui ogni altro argomento Teologico,
e prendendo a considerazione una pruova di fatto, stabiliamo per principio
con S. Pier Damiani e diciamo: Lo Spirito Santo, nel fecondare questa sua
dolcissima Sposa, affinchè fosse addivenuta capace di contenere l’Autore
del tutto, l’ha tutto ripiena di sua medesima pienezza
(Ser. 22. in Nat. S. Ioa. Rub.). Quindi domandiamo:
Questo Spirito di carità ed amore, cosa potrà negare ad una Sposa
di tale sfera? Una Sposa cotanto amata, cosa non otterrà da un tale Sposo
con l’efficacia di sue preghiere? La vinceranno in cortesia gli amanti
della terra sull’amore di questi Sposi celesti? Nò certamente.
Ma gli amanti della terra nulla a vicenda si niegano, e son concordi
in guisa da sembrare che abbiano un anima sola in due corpi; dunque,
con proporzione infinita, lo Spirito Santo deve compiacere
la sua Diletta in tutto quello, che le gradirà domandargli.
Ma in Maria vi è ancora il sommo degli argomenti per potere tutto impetrare,
ed è la suprema dignità di Madre di Dio. Se come Figlia è inferiore al Padre,
e come Sposa è allo Spirito S. di confidenza; come Madre è al Figlio superiore,
e quindi vanta un pienissimo dritto su la divina Onnipotenza. Per la qual cosa,
abbenchè preghi per ottenere, perchè la sua dignità è per grazia non già
per natura; pure deve ottenere quanto domanda per le quattro seguenti ragioni.
La prima è perchè il rispettare ed obbedire i Genitori è legge venerabile di Natura,
ed il mancare a questa legge, secondo Seneca filosofo gentile, è una grande empietà
(Lib. 3. de Benef.). La seconda è un precetto positivo di Dio medesimo,
Autore supremo della Natura, e della Grazia che lo ha solennemente ripetuto
nel vecchio e nel nuovo patto. La terza è, che avendo Maria concepito un tal Figlio
senza concorso di Padre riunisce sul Verbo un doppio dritto. La quarta finalmente,
dice S. Tommaso da Villanova, è che Maria non solo ha concepito e partorito
il divin Figlio, ma l’ha anche ricomprato dopo che nella sua Purificazione
l’ebbe offerto nel Tempio al divin Genitore, la qual cosa forma in Lei un dritto
novello su la persona ed i beni dello stesso (Ser. 2. de Puris. V.).
Quindi ne siegue, che essendo i dritti di Maria sul Figliuolo Divino poggiati
sopra i dritti della natura, su i privilegii della grazia, e su la giustizia evangelica;
le preghiere di Lei dirette al Figlio, dice S. Antonino Arcivescovo di Firenze,
hanno tutta la forza di comandi, ed è quasi impossibile che non vengano esaudite
(Concede Pur. V.) Imperocchè, come argomenta da par suo il P. S. Agostino,
conviene assai alla benignità infinità del Salvatore onorare la propria Madre,
primo, perchè egli è l’Autore della legge che obbliga i Figli ad onorar la Madre,
secondo perchè Egli è disceso a bella posta dal Cielo, ed è venuto in terra,
non già per distruggere, ma per confermare la medesima. (Ser. de Ass. V.)
Posto ciò, considerando noi nel Sole la divina maternità di Maria, pare che dobbiamo
ricavarne altissima ragione di conforto per noi, e di rallegramento con Lei pel
sublimissimo potere che gode presso di Dio, e profittandone a proprio vantaggio,
dobbiamo in Lei riporre ogni nostra fiducia. Ma sopra tutto convien riflettere:
che se tanto rispetta e venera Maria il proprio Figlio da obbedire a tutte le preghiere
di Lei come se fossero comandi; molto più deve onorarla ed obbedirla un semplice
figlio di adozione che vanta esserle devoto, e seguirne fedelmente tutte le sante
ispirazioni e gli esempii di virtù che ne riceve. L’agire altrimenti è altrettanto
che voler essere indegno del patrocinio di Lei, non meritando d’essere esaudito
nella sua preghiera colui che è infedele ai suoi più importanti doveri;
siccome sarebbe sconvenevole al decor di Maria impegnarsi efficacemente
per coloro, che sono sì falsi devoti, scortesi ed ingrati verso di Lei.
Passando ora alla seconda parte delle nostre riflessioni, vediamo in pratica gli effetti
del gran patrocinio di Maria, paragonandoli con gli uffizii eseguiti dal Sole.
Iddio, somma ed infinità Bontà, per diffondere fuori di sé la sua pienezza ineffabile,
trasse dal nulla le creature, partecipò ad esse la sua felicitazione, e si costituì
fuora di sé quella gloria esteriore, che lo fa conoscere ed amare da un indefinito
numero di esseri intelligenti. Or questo Dio Bontà infinita, che gratuitamente
e senz’esservi obbligato estrasse cotesti esseri dal nulla, tutta via li mantiene,
e con ammirabile Providenza dà vita, pascolo, ed energia a tutte le cose, e ciò lo fa
come causa prima e sostenitore delle leggi da Lui date alla Natura, avendo posto
il Sole nel centro del nostro sistema quale immagine di sua Bontà, e perpetuarvi,
diciam così, i prodigii di creazione. Il pensiero è del celebre Vescovo di Corinto
S. Dionigi Areopagita(De div. Nom. 1. c. 4.) il quale sviluppando
gli uffizii del Sole dice, che il Sole, unico rappresentante della Divinità
nel mondo fisico, egli solo illumina tutto, rinnova, custodisce, perfeziona,
distingue, unisce, riscalda, feconda, aumenta, muta, colloca, rimuove,
pianta e vivifica (ibid. e. 5.).
Ora, ciò che fa il Sole nel mondo fisico, mirabilmente opera Maria nel mondo morale,
tanto nella Chiesa in generale, quanto nell’Anima del Cristiano in particolare;
poiché Essa è stata in questo mondo spirituale costituita a farvi appunto
le veci di Sole, ed a rappresentarvi un vivo simulacro della Bontà divina come dice
l’Angelico Dottor S. Tommaso (Opusc. de Char.). Unica Mediatrice
de’ Cristiani presso il Divino Mediatore suo Figlio; Regina e dispensatrice della grazia,
ed Astro maggiore che dopo Gesù dona vita e bellezza a tutta la Chiesa;
anche Ella soltanto tutto illumina, rinnova, conserva, perfeziona, distingue,
unisce, riscalda, feconda, aumenta, muta, colloca, pianta, rimuove e vivifica.
Ed invero, il Sole fuga la notte nella natura; Maria rischiara l’intelletto nelle Anime
e vi sgombra le tenebre dell’errore. Il Sole rinnova in primavera tutte le produzioni
della terra rivestendo i campi di fiori, di frutta, di frumenta ec: che ne sono
l’ornamento e la ricchezza; Maria apporta e sostiene nella mistica terra del cuore
umano il verde della speranza, i fiori di santi desiderii, e le amabili frutta
di opere sante, che ne formano il tesoro e la gloria: Il Sole custodisce e conserva
l’eguaglianza delle stagioni e la regolare progressione del tempo; Maria col suo
Patrocinio conserva e provvede alla vita della grazia, ed alla perseveranza
ed incremento della virtù. Il Sole illuminando fa distinguere gli oggetti e
li abbellisce de’ varii colori de’ quali spiccano; Maria coi splendori
di sue ispirazioni e de suoi consigli fa discernere il bene dal male,
di questo scuoprendoci le deformità, di quelle mostrandone le care bellezze.
Il Sole, come principio di fecondazione anima la germinazione e ne porta
i prodotti a maturità; Maria, che dopo Dio è il principio di ogni nostro
bene spirituale, ne è parimente la cagione della prosperità e del perfezionamento.
Inoltre, il Sole col suo calore unisce le sostanze e concorre alla loro organizzazione,
anima la fecondazione e moltiplica le piante, i frumenti ec: e con la sua energica virtù,
muta, colloca, pianta muove e vivifica; Maria egualmente con le fiamme di sua carità
riscalda le Anime e le unisce con Dio coi ligami di amore, moltiplica in esse i doni
di grazia, trasforma i cuori dai quali rimuove i vizii, colloca gli abiti santi,
e dona largamente la vita di giustizia in guisa tale, che il Pio P. Paciuchelli
potè con alta ragione ripetere, che per Lei sola i peccatori tutti ricevono tutti
gli inviti alla conversione, tutti i soccorsi per uscire dai vizii,
tutte le ispirazioni per progredire nel bene, tutti gli esempii
di vita cristiana, il perdono delle colpe e la riconciliazione con Dio.
Oh beata terra esposta a questo Sole eccelso! oh beata Anima, devota
della Dolcissima Madre Maria! Dice l’Incognito: siccome per esperienza si conosce,
che quei terreni i quali sono più direttamente percossi dal Sole co’ suoi
raggi benefici, sono più fecondi e producono frutti migliori; così quelle
Anime avventurate, le quali sanno meglio meritarsi le amorose cure
di Maria vero Sole di paradiso, si godranno maggior copia di grazia,
e quindi diverranno più cospicue per virtù, e più ricche di meriti per la eternità.
Dando termine a quest’argomento così glorioso per la cara Madre di Dio, e così consolante
pe’ suoi devoti, consideriamo in ultimo, che come il Sole al dir di Plinio,
è posto in modo nell’Universo, che tutto possa riguardare ed avvivare col fulgore
e calore de’ raggi suoi (Lib. 2. c. 6.), e col suo continuo avvolgersi sopra la terra,
pare che ne vada rintracciando gli angoli più recondidi per fare che creatura alcuna
non possa nascondersi dalle soavi influenze del suo calore, come disse il Reale Profeta
(Ps. 18.); così e non altrimenti opera Maria. Riflette da suo pari il S. Abate
di Chiaravalle Bernardo, che a guisa di Sole la nostra tenera Madre si fa tutto di tutti,
con ineffabile carità rendendosi per fino debitrice della sua mediazione tanto
co’ giusti che verso i peccatori, e vola con impegno sì fervido al soccorso
di ogni infelice, che neppure un anima sola può rinvenirsi priva degli effetti
salutari del suo amore operante (Ser. in Sig. Mag.). Anzi il Santo Dottore
si spinge a dire, che non si parlasse più sopra la Terra della misericordia
di Maria, se mai un solo infelice si giungesse a rinvenire, il quale avendola
invocata nelle sue sventure, non ne abbia riportato i convenienti conforti
(Serm. 4. in Mis. est.)
Essendo così, oh quanta fiducia ispira Maria SS. allorchè con attenta
considerazione si mira nella sua cara Immagine di Andria! Vedendosi in essa assisa
come Sovrana sul trono angusto delle sue misericordie, pare, che insegnando
il Sole alla sua destra ci dica amorevolmente: Fate cuore o miei figli,
e riponete in me tutta la vostra fiducia; poiché quello che è il Sole in Natura,
son io per Voi nella Chiesa. Il Sole quale Immagine della Bontà divina
sparge per tutti i suoi raggi, ed illumina buoni e malvagi; ed io qual Madre
di Misericordia e non già di giustizia, apro volontieri il seno della mia carità
a chiunque vi si rifugia, ed indifferentemente spargo gli splendori di essa
a beneficenza e conforto di chi m’invoca. Io non riguardo punto
ai precedenti demeriti, ma mi rendo a tutti familiare, benigna e clemente,
tutti compatisco con egual tenerezza, e con abbondante pietà soccorro
a tutte le necessità (S. Ber. in Sig. Mag.). Cercatemi dunque le grazie,
ed a larga copia ve ne verserò nel seno.
Ecco quali nobilissime idee risveglia l’effigie del Sole nell’Immagine Sacratissima
di Maria de’ Miracoli di Andria. Il complesso de’ rapporti che hanno col Creatore
e con gli uomini il Sole e Maria, quali Immagini della divina Bontà, per cui
l’una rappresenta l’altra, forma l’argomento più sodo per eccitare nel cuor nostro
la confidenza la più tenera verso una tanta Regina. Ma passiamo a contemplare
altri misteri sublimi velati sotto i fulgori della Luna, e troveremo
un altro treno sorprendente di magnificenze che adornano la stessa nostra Madre Maria,
a che eccitano l’amor nostro, e la nostra fiducia verso di Lei.