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RELAZIONE STORICA
SULL’IMMAGINE
INVENZIONE SANTUARIO E PRODIGII
DI
MARIA SS. DE’ MIRACOLI D’ANDRIA

operetta del P. Antonino M.a di Jorio, agostiniano
Stabilimento Tipografico del Dante, Napoli, 1853

Parte III. - TRATTATO Dommatico-Morale sulle MAGNIFICENZE DI MARIA SS.


Conchiusione e Riepilogo.
Dell’argomento in forma di congratulazioni con Maria SS. per le sue grandezze
sì nobilmente espresse ne’ simboli della sua Immagine di Andria.

Immacolata ed Augusta Regina del Cielo e della Terra, Vergine e Madre di Dio Maria. Nella tua Sacra Immagine di Andria ti veggo in una Grotta, ultimo asilo della sventura e della miseria; ma ti veggo assisa maestosamente sul trono della Misericordia, fiancheggiata dal Sole e dalla Luna, e coronata di fulgidissime Stelle. Due opposti di tanta bassezza in una misera e rozza spelonca, e di tanta grandezza di simboli gloriosi che ti circondano, mi dicono, che perché fosti umile fosti tanto esaltata, e l’Onnipotente impegnò tutta l’energia del suo braccio divino, per renderti il più gran prodigio della sua virtù, e l’ammirazione e lo stupore di tutte le creature. Quanto me ne rallegro o Madre amabilissima! il cuore e l'anima mia non possono manifestarne la misura.
Mi rallegro vederti nel Sole simboleggiata per la più perfetta delle opere divine, e la più intima e la pia amata dal Creatore. Tu vicino al Sole risplendi come la bell’Aurora che precorse l’Eterno Sole di Giustizia, a cui fosti tutta simile nello splendore dei doni e delle grazie, onde potesti diffondere immenso splendore sulla Triade Sacrosanta col renderne manifesto il Mistero sublimissimo alla umanità; e quindi renderti ad Essa così cara, da poterne ottenere tutto ciò che ti piace a vantaggio de’ tuoi devoti.
Mi rallegro vederti simboleggiata nella Luna, Regina del Mondo, disprezzatrice delle create cose, trionfatrice dell’Inferno e Sovrana augustissima della Chiesa Militante e Trionfante. Questa Luna che nella tua Immagine sta alla sinistra del Sole mi dice, che tu fosti ingrandita dal tuo Figliuolo divino, e che con lui occupi il secondo posto di onore sul trono di Dio. Come la Luna sei Immacolata e Madre feconda; sei ricca di ogni potere sul regno della grazia, e della natura. Dopo Gesù, sei l’unica mediatrice a l’unica speranza degli uomini presso Dio.
Mi rallegro vederti coronata di Stelle fulgidissime, lo splendor delle quali annunzia la perfezione, la nobiltà e ‘l numero copioso de’ tuoi insigni Privilegi, delle tue sublimi virtù, de’ doni eccelsi di tutti li Eletti che in te mirabilmente si raccolsero, non chè delle grazie delle quali arricchite di continuo i diversi stati della Chiesa militante. Tu sei la tenera Madre di tutti i fedeli meritevole assai che questi tuoi figli con le loro virtù ti coronassero di gloria, e col loro amore abbellissero i tuoi Altari Sacrosanti per adorarti in tutti i giorni delta loro vita.
Mi rallegro finalmente per le tue ineffabili bellezze nelle quali, come dice S. Pier Damiani, lo stesso Sole con la Luna si specchiano (Serm. 2 de Nativ. V.). Ed invero, lo stesso Spirito Santo rapito alle tue bellezze ti chiama due volte bella, t’invita a mostrargli la tua faccia, e ti mostra gustare la grazia de’ tuoi occhi di colomba, delle guance tue simili alla scorza del melo granato, e delle tue labbra simili a due fettucce di colore scarlatto, in essi contemplando l’innocenza, la carità fraternale e divina, e quell’amabile pudore che tanto la distinse tra tutte le figlie di Adamo.
Si o Gran Vergine: la divina Sapienza ha talmente armonizzate le bellezze del tuo corpo, e la grandezza di tua Anima beatissima, da potersi queste contemplarsi in quelle, e da non potersi quelle mirare, senza ammirare quest’altre.
Ti dice lo Sposo Celeste, che tieni il capo maestoso simile al Carmelo (Cant. 7.5.), ed i tuoi capelli come la porpora reale ligata a canali; poiché siccome il Carmelo s’innalza su tutti gli altri Monti della Giudea; cosi tu o bella Sposa di Dio, ti elevi sopra tutte le donne (Luys. Legion.); siccome il Carmelo, con le sue sorgenti bagna, ristora, nutrisce, e con la sua mole difende i sottoposti campi: così tu, per Cristo e dopo Cristo sei capo de’ fedeli (A Lap. in Loc. cit. Cant.), e con le grazie che scorrono dalle tue mani, ravvivi, fecondi, abbellisci, e proteggi la Chiesa: nonché la illumini e guidi per le vie della salute co’ tuoi santi consigli figurati ne’ tuoi capelli.
Oh quanto sei bella e quanto splendida Carissima nelle delizie! Quanto sei bella nella soavità Verginale che ti adorna; quanto splendida nella Maternità divina che ti decora; quanto sei ammirabile in queste due singolarissime prerogative (Hailgr.)! Gli occhi tuoi son come le candide piscine di Hesobon soli intenti a volgersi all’altrui miseria per sollevarne gli sventurati. Il tuo naso è come la torre del Libano; poichè come questa Torre formava il terrore de’ predatori di Siria; così la maestà del tuo volto allontanava ogni sguardo profano, ed ogni impuro umiliava con la compunzione (a Lapid.). I denti tuoi son come Greggi di agnelli tosati che tornano dal lavatoio candidi e bellissimi, a guisa di quegli Ordini Religiosi di cui fosti Istitutrice gloriosa, dando la prima l’esempio d’una vita pura, povera e soggetta (S. Bern. Serm. 63 in Cant.).
Sei bella o Maria, e le tue bellezze mi rapiscono di gioia ineffabile. Il tuo collo è simile alla Torre altissima di Davidde, che difendeva la Santa Città di Sionne (Cant. 4. 4.); e perciò la Chiesa ti chiama: Torre Davidica, appunto perché dopo Gesù che ne è il capo, tu ne sei il collo, che al corpo tutto trasfonde, la nutrizione di grazia, l’energia di conforto, la difesa col patrocinio, e la fortezza pel trionfo. Come quella Torre era fabbricata coi baluardi ed ornavasi con mille armature de’ forti; cosi Tu ricca di ogni attrezzo spirituale contro l’inferno, ne sei la difesa a vantaggio de’ peccatori.
Vergine cara, delizia del cuore di Dio, bella ed amabile Maria; le tue mammelle sono come due teneri capretti gemelli che si pascono tra i gigli (Cant. 4, 5.), poiché vi nutristi il Figliuolo di Dio, detto gemello per la Divinità e la Umanità che in se riunisce in unità di persona (a Lapid.); e siccome la stessa sostanza che forma la prole nel seno, è che si converte in latte per alimentarla dopo la nascita (Arist. l. 4 de Gener. c. 8); così tu concependo di Spirito S. il Divin Verbo nel tuo seno purissimo, di Spirito Santo l’alimentasti. Quindi, il tuo latte, non essendo latte di Madre ma latte di Vergine, si verifica, che il Figlio di Dio si pasceva tra i gigli più candidi di Angelica purezza (a Lapid.). In ultimo, anche attualmente dal Cielo una doppia prole si nutrisce alle mammelle amorose della tua tenerissima carità; poichè da questa carità scorre il latte prezioso della grazia, ed a larga copia si versa su i Giusti ed i Peccatori; acciò questi si convertino alla virtù, e quelli perseverino nella grazia (Rich. a S. Vict.).
Sei bella o Maria. Le tue visceri somigliano ad un nappo fatto al tornio ripieno sempre di bevanda preziosa, ed il tuo ventre è come un monte di frumento circondato di ligustri (Cant. 7. 2.), dal perché tu sei perfettissima nella purità Verginale, e scevra da ogni movimento di prava concupiscenza carnale (B. Alanus.), e perché dal tuo seno immacolato uscì quel frumento prezioso degli Eletti (Zacch. 9.17.), che si disse Pane del Cielo (Joa.6.51.), e sotto le specie di pane se ne stà di continuo sopra de’ nostri Altari (S. Ambr. 2 de Virg. c. 4.).
Quanto sei bella o Maria! La tua statura è pareggiata alla Palma (Cant. 7. 7.); perché siccome la Palma non perde mai le foglie ne’ suoi rami; così tu giammai perdesti le grazie della tua giovinezza, e le care virtù ornamento della tua Anima SS. Palma tu sei per l’altissima tua contemplazione, per la rettitudine di tua giustizia, e per la tua fortezza nelle tribolazioni; poiché la Palma si eleva tra tutti gli alberi, ha il suo tronco dritto come colonna, e non si scuote neppure alle scosse delle più fiere tempeste. Palma sei tu, mentre, come la Palma produce il dattero frutto soave, tu partoristi Gesù frutto dolcissimo di benedizione e di pace; la Palma si circonda di spine, tu fosti circondata da travagli e da sventure; la Palma è segnal di trionfo per cui vi si adorna la mano del Martire, il tuo Nome è un segnal di vittoria per chiunque t’invoca con fede, esso solo bastando a disgombrare tutte le infernali potenze. Palma finalmente tu sei; poiché siccome la Palma tiene tutti i rami alla cima disposti coi frutti bellamente all’intorno a forma di corona, onde dicesi l’albero coronato ed il re delle piante; tu ancora sorgi maestosa Regina di tutte le Creature, e t’incoroni il capo di Stelle, simboli delle tue virtù, che sono le frutta preziose del tuo Cuore e dell’Anima tua.
Bella tu sei o Maria. Le giunture de’ tuoi fianchi, la concordia cioè delle fecondità di mente e di ventre (Guilel. Paris.), sono come due monili fabbricati per mano di Artefice (Cantic.1.14.), perché fatte dall’Artefice eterno, che solo poteva lavorarle, e dotartene per tua magnificenza e per vantaggio della Chiesa; dicendosi appunto monili perché ammoniscono a seguire i tuoi esempii ammirabili, e le tue eccelse virtù (Hailgr.).
Come non debbo rallegrarmi delle tue bellezze o Maria, se veggo che lo Sposo celeste ti mira, e compiaciuto ripete: Quanto sei bella Amica mia; quanto sei bella (Cant. 4. 7.) ! Sei bella perfino nei passi tuoi e ne’ tuoi calzari o Figlia di Principe (Cant .7.1.). Figlia di Principe, perché discendente dalla stirpe reale di Davidde, e sopratutto perché Figlia primogenita di Dio, e tra le Creature tutte la prima nell’ordine della grazia e della gloria. Sei bella nei tuoi calzari che portasti come Principessa e co’ quali calcasti la fronte al Serpente di abisso; a differenza di Eva, la quale, perché fu schiava e scalzata, venne miseramente ferita nel suo calcagno (Ruper. Abb.). Con questi calzari di candore immacolato, belli finalmente furono i passi tuoi, coi quali procedesti da virtù in virtù, ed incominciando dall’innocenza di Abele, proseguisti, all’obbedienza di Abramo, alla mansuetudine di Mosè, all’umiltà di Davidde, alla pazienza di Giobbe; corresti magnanima su le orme degli antichi tuoi Padri, tutti li emulasti, li superasti tutti, e tutti sorpassandoli nelle loro spirituali dovizie, sei giunta all’apice più sublime della perfezione, ed al trono più eccelso dell’onore, del potere e della gloria (Guilel. Paris.).
Oh Maria! sei così bella, e le tue grandezze pareggiano la tua bontà. Ed essendo così, come non debbo io rallegrarmi con te, se tu sei mia con la qualità di tenera Madre? Ah si! che io ne esulto col Cuore e con tutta l’Anima mia, e benedico cento e mille volte quel Dio che ti ha arricchita di tanta bellezza e di tanta grandezza, per la gloria del suo nome, pel tuo ammirabile esaltamento, e per lo bene del Genere Umano. Prega, prega dunque o bella Vergine Maria, e fa che come Dio in te si glorifica, e tu godi in lui; cosi l’Umanità risenta lo scopo del tuo innalzamento. Adoprati in guisa, che tutti i figli i quali con sincerità di affetto in terra ti onorano, per l’abbondanza de’ tuoi favori vengano a godere con te la Triade Augustissima Padre, Figlio, e Spirito Santo, ed a cantargli l’eterno inno di ringraziamento per averli provveduti del tuo altissimo Patrocinio, e per averti arricchita di tante eccelse ed incomprensibili magnificenze. Amen.