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Domenico Di Leo
RICERCA SULLE ORIGINI DI ANDRIA
stralcio dalla tesi di laurea del 17/12/1971
Parte II - le fonti letterarie:
S. Silvia e la "Peregrinatio ad loca sancta"
La critica e l’interpretazione di tutti i
documenti, generalmente apportati finora a sostegno delle due tesi sulle origini
di Andria, è il contenuto di questa seconda parte.
Lo scopo è di ordinare e definire i dati che da
questa ricerca scaturiscono per una chiara comprensione del problema.
Seguirò nell’esperienza l’ordine cronologico
determinato dai documenti stessi.
S. SILVIA E LA “PEREGRINATIO AD LOCA SANCTA”
Questo documento
[1]
viene per la prima volta citato dal Morgigni
[2]
e successivamente è ripreso dal Mucci
[3].
Se il primo, introducendo timidamente il discorso con un “dicesi”, afferma che
S. Silvia, recandosi in pellegrinaggio a Gerusalemme, potè visionare lungo il
percorso della via Traiana il villaggio di Trimodien vicinissimo “al grosso
villaggio di Andria”, il secondo, senza incertezze, afferma testualmente che
“nel libro è detto anche che la Santa dopo la sosta in Trimodien, si diresse
verso i vicini casali per visitare Andrim, il casale più grosso e il più
importante dell’agro andriese”
[4]
Da quale fonte i due autori, e soprattutto il secondo, abbiamo appreso la notizia,
non ci è dato di sapere, in quanto l’opera pubblicata nel C.S.E.L., a cui
entrambi si riferiscono è giunta a noi frammentaria proprio della parte che
avrebbe potuto contenere qualche riferimento alle località pugliesi, ammesso che
il percorso sia stato identico a quello compiuto circa 50 anni prima dal
pellegrino di Bordeaux nel suo Itinerarium Burdigalense.
Il Morgigni deve aver prestato fede ad una delle numerosissime leggende
agiografiche relative a S. Silvia, cogliendone l’occasione per introdurre una
sua ipotesi; ipotesi che Mucci ha accolto favorevolmente, non solo, ma ha anche
arbitrariamente ingrandito e completato. Inoltre va detto che ben poco sappiamo
di S. Silvia e che gli studi ultimi sulla
peregrinatio ad loca sancta
mettono in discussione persino il suo nome.
[5]
Di una Silvia vergine, famosa tra gli asceti di Oriente, parla diffusamente
Palladio nella sua “
Historia lausiaca”
[6]
facendola peregrinare in varie plaghe d’Oriente, soprattutto in Palestina ed in
Egitto. Palladio però non dice che venisse in Italia
[7].
Precisazioni della figura della Santa sono state tentate da studiosi italiani
come il Faino, seguito da molti altri, che la dice sorella di Gregorio Magno
[8]
e il Brunati
[9]che è propenso a crederla sorella del prefetto Rufino, amico dell’imperatore
Teodosio. Siamo comunque sempre nel campo delle probabilità e nulla di sicuro
può dirsi né della Santa, né dell’opera citata.
[1] C.S.E.L., Praga 1898, vol. XXXVIIII
[2] MORGIGNI ,
Pagine sparse cit., p.161.
[3] MUCCI,
Le origini cit., pp. 89-90.
[5] CATTANEO,
Storia di Brescia, I, Brescia
1961, p.973.
[6] PALLADIO,
Historia Lausiaca, Cap.142/144
[7] NODARI,
Silvia, vergine, santa, in :
Biblioteca Sanctorum, città del Vaticano 1968, Vol.XI, coll.
1084-1085
[8] FAINO,
Martyrologium Brixianum, Brescia
1665, pp. 162-165
[9] BRUNATI ,
Vita e gesta di Santi bresciani,
Brescia 1854, pp.289-306