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Storia della Città di Andria ...

di Riccardo D'Urso (1800 - 1845), Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 61-62

Libro Quarto

Capitolo primo.

Andria sotto il Dominio del Maresciallo Jacopo cugino del Papa Innocenzo. - Anni 1200.

Dopo il governo Normanno Andria non cadde immediatamente sotto il reggimento di Federico II. ma sotto quello di Jacopo fratello cugino del Papa Innocenzo III. Essendo morto l’Imperadore Arrigo VI. in Messina nel 29. di Settembre dell’anno 1197. costui lasciò in virtù del suo testamento Marquardo, o Marcovaldo, già da lui costituito Duca di Ravenna, e Marchese di Ancona, per Balio dell’Infante Federico. Alla perdita dell’Imperatore successe non molto dopo quella dell’Imperatrice Costanza, essendo morta costei nell’anno appresso; lasciando col suo testamento l’istesso Federico suo figlio sotto il Baliato d’Innocenzo III. Ecco perciò in campo forti disgusti, e pretensioni tra Marquardo e questo Pontefice. Marquardo, vedendosi deluso ne' suoi disegni, cerca mettere in pratica tutti gli sforzi per riuscire nella sua ambizione. Sotto pretesto di voler sostenere le sue ragioni sul Baliato di Federico, alla testa di numerose truppe incomincia a vessare la Sicilia e la Puglia; senza voler riflettere, che la sola Costanza poteva legittimamente disporre di questi Dominii; perchè a lei si appartenevano per dritto di eredità, essendo ella l’ultima erede del Re Ruggiero. Difatto l’Imperatore Arrigo, non per ragione di conquista, ma per dritto di successione di Costanza sua moglie, n’era entrato in possesso. Ma tanto Marquardo, perchè teneva il potere nelle mani, assale il Contado di Molise; di là corre ad invadere le Puglie, e dopo avere soggiogate molte Terre, e Città in questa parte del Regno, portò l’assedio a Palermo. Il Pontefice Innocenzo, vedendo allora non potere più, riuscire con le buone, dovendo sostenere i dritti del pupillo Federico, ricorse del pari alle armi. Allestì un numero di truppe, e costituendo capo di quelle il Maresciallo Jacopo suo cugino, a lui affidò la difficoltà di questa impresa, desiderando sentir quanto prima fiaccato l’orgoglio di sì ambizioso perturbatore. Accettò Jacopo con impegno l’incarico, e con molta prestezza si vide a fronte del nemico. Si venne a giornata nella pianura posta tra Palermo, e Monreale; dove attaccandosi le truppe con pari accanimento, mostrossi incerta per qualche tempo la vittoria per ambe le parti. Ma il Maresciallo Jacopo, unendo al coraggio la prontezza de’ consigli, e delle manovre, ottenne un disopra sul nemico, impadronendosi in poco tempo del suo bagaglio con rotta, e sconfitta generale del suo esercito. Allora Marguardo, non sapendo più reggere all’obbrobrio, ed al dolore fuggì sconosciuto; e per lungo tempo non si ebbero più notizie di lui. Pervenuta intanto la lieta notizia di questa vittoria al Pontefice Innocenzo, questi cercò subito guiderdonare il valore dell’amato cugino; e gli ottenne dal consiglio, e dal piccolo Federico la Contea di Andria [1], la quale fu da lui lungamente posseduta [2], assumendo tra gli altri titoli quello di Conte di Andria; mentr’era anco Maestro Giustiziero di Puglia, e di Terra di Lavoro.
Ma essendosi di bel nuovo rinforzato Marquardo, ed incominciando a prevalere per gl’intrighi, e pel favore di alcuni fatti di arme, scese nelle Puglie come lupo stizzito a seminare il terrore. Allora fu che questa Città di Andria venne onorata da quella lettera, che si trovò registrata nel Catalogo di questo Archivio Cattedrale, e segnata anche nel Volume 2. Dell’Ep. D’Innocenzo III. In essa il pio Pontefice esortava il Vescovo, Clero, e popolo di Andria a dare semprepiù nuove prove di fedele attaccamento, e di ubbidienza al loro Conte Jacopo suo cugino; non declinando dalla rettitudine; ed invitandoli ad opporsi alle armi del perturbatore Marquardo. Si rimarcava in essa l’anno della Cristiana Redenzione 1203. Si mantenne questa Città sotto tal governo, che può dirsi Papale sino al 1221.; poiché essendo cresciuto in età Federico, e caduto in forti disgusti con la Sede Romana, tolse il Contado di Andria a Jacopo, come del pari il Baronaggio di Sora a Riccardo fratello del medesimo Innocenzo III. già estinto; e così Andria venne sotto l’immediato suo governo, ed eccoci alla Dinastia Sveva.
NOTE
[1] Murator. An. D’Italia. Era volgare 1200.
[2] Giann. Storia Civi. libro XV. Vol. 2. pag. 344. 349.