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Storia della Città di Andria ...
di Riccardo D'Urso (1800 - 1845),
Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 70-71
Libro Quarto
Capitolo VI.
Continuazione del Dominio Svevo. La Introduzione in Andria della Religione Teutonica.
Ann. 1230.
Essendosi molto diffusa la Religione Teutonica nell’Italia, ed in molti punti del nostro Regno;
solo in Puglia non ancora aveva poggiato il suo piede. Trovavasi per avventura
in questo tempo gran maestro di quest’ordine Ermando Saltza
[1],
personaggio caro assai al Papa, a Federico, ed a molti Principi di Europa.
Questi non appena venne nominato Arcivescovo di Bari, che s’impegnò per la introduzione
del suo istituto in queste parti. Affacciò domanda a Federico, il quale
graziosamente vi acconsentì; anche perchè gli viveva assai obbligato;
essendosi servito in molti rincontri della sua mediazione presso Gregorio IX.
Si vide quindi sorgere il primo convento Teutonico presso Siponto,
che venne arricchito di vaste, e speciose tenute; il secondo presso Terlizzi,
oggi detto la Madonna di Severito; ed il terzo in Andria. Qui non vi occorse
spesa per la fondazione della casa, poich’esisteva il convento lasciato dai Templarii,
i quali nelle discordie tra Federico, e la S. Sede si erano portati in Gerusalemme
per ordine del loro gran maestro. Questi due ordini, come si conosce,
ripetono la loro origine dal tempo delle Crociate; sebbene i Teutonici siano surti
circa un secolo dopo. Il loro scopo, e l’istituto ad un di presso pare essere l’istesso
[2].
Venne intanto eretto nella Chiesa un’altare in onore di S. Leonardo, come loro protettore,
ed anche a lui consagrata una campana, la quale fu tenuta dagli Andriesi in grande venerazione,
sonandosi segnatamente ne’ casi d’infortunio. Il territorio più specioso,
di cui venne dotato il convento, conserva ancora la sua pristina denominazione di S. Leonardo,
che sono alcune tenute boscose alle falde del castello del Monte
[3].
È rimarchevole l’antico prospetto del Tempio sporgente nel largo della piazza antica,
ora detta di S. Agostino. Sulla porta d’ingresso si scorge a rilievo effigiata in pietra
l’immagine del SS. Salvadore, affiancata da due Vescovi vestiti pontificalmente alla greca,
stemma questo dei Teutonici. L’orlatura di essa porta è fregiata da delicati brachettoni
a guisa di arco. Sporgono dall’uno, e dall’altro lato della medesima due lioni
(solita impresa de’ Svevi), che sostengono sul dorso due colonne in quella forma
che si vedono nella porta maggiore dell’Arcivescovado di Napoli.
Stava inoltre dipinta una tenda nella parte interna di questo sacro Tempio
al lato destro d’ingresso, sotto la quale erano figurati alcuni chirusici,
i quali medicavano tutti quei fedeli, che per difesa della cristiana religione
erano stati feriti dai barbari. Nel lato sinistro osservavasi il gran maestro
in abito pontificale con mitra, pastorale, e piviale.
Queste, e molte altre pitture appartenenti all’istituto Teutonico, ora non più esistono;
mentre questo convento fu nel 1387. occupato dagli Agostiniani calzati,
sotto il Pontificato di Urbano VI. Conferma maggiormente ciò che ho detto una lapida
di fresco trovata in una delle sue cisterne, dove leggonsi questi versi:
Belligerum Ordo Deo haec construxit templa sacrata,
Inque aegris curam struxit et ille Domum.
His deinde pulsis, pietas suprema Dinastae
Fratribus Eremi haec ipsa colenda dedit,
Ut Fidei nitor et sanctae observantia legis
Cresceret, ac staret Principis altus amor.
Se ne tolse dappoi ogni vestigio nel 1770. quando questa Chiesa fu nell’interno
totalmente rimodernata e fregiata con molta eleganza di stucco dal Padre Maestro Ricatti Andriese.
In questa occasione si rinvenne nella trave maggiore, che sosteneva il vecchio comignolo,
la seguente iscrizione, scolpita nel legno in uno dei lati a lettere grandi,
intinte di color rosso; e che attualmente si vede nell’alto del Tempio rimodernato.
FEDERICO. DE . ARAGONIA. ILLUSTRISSIMO. PRINCIPE AC. DUCE. ANDRIAE. IMPERANTE.
appresso
ANTONIO. MARRULLO. NOTAJO. NARDO. CERECIO. AC. MARINO. DE. MRO. JOSIANO. PROCURATORIBUS. 1493
Mi astengo dal far comento a questa memoria, poiché si parla di questo Principe
nel Lib. 6. Cap. 5. dove Andria va considerata sotto il suo Ducato.
Intanto per terminare questo articolo, soggiungo, che dimessi gli Agostiniani
nel dì 19. Settembre del 1809. il Collegio della Santissima Nunziata,
dietro gli ottenuti permessi, occupò detta Chiesa, lasciando quella di fuori
l’abitato, perché molto fredda, ed incomoda. Qui al presente esercita
le sue sacre funzioni, e veglia sulla sua conservazione con molta cura, e diligenza.
NOTE
[1]
Quello che s’impegnò a favore di Federico pel matrimonio di Jolanta.
[2]
L’Ordine de’ Templarii fu distrutto sotto Clemente V. nel 1312.
[3]
Si chiamano Pedali, e Monticelli, oggi di proprietà del Principe d’Angri di Casa Doria.