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Storia della Città di Andria ...
di Riccardo D'Urso (1800 - 1845),
Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 73-75
Libro Quarto
Capitolo VIII.
Continuazione del Dominio Svevo sotto il governo di Corrado.
Morte dell’imperatore Federico.
Sollevamento degli Andriesi a causa delle imposizioni.
Federico finalmente oppresso dal tempo terminò in quest’anno il corso di sua vita nel giorno
13. Dicembre in un castello di Puglia, chiamato Fiorentino.
Hanno scritto taluni che fosse morto scomunicato, e con sentimenti anticristiani.
Il suo testamento per altro, pubblicato anche da Giannone
[1],
mostra esser morto con sensi di pietà, e con rassegnazione Cristiana;
avendo lasciati molti pii legati, molte restituzioni, e molte disposizioni di suffragio
per l’anima sua e de’ suoi; essendosi confessato con l’Arcivescovo di Salerno.
Ai suoi vizii, non è da negarsi, avere accoppiate virtù grandi, e segnalate, soprattutto
per l’alta protezione delle lettere, e delle arti nel suo Governo.
Lasciò con quest’ultimo suo testamento erede dell’Imperio, e di tutti gli altri suoi stati,
e particolarmente del Reame di Puglia, e di Sicilia Corrado Re de’ Romani,
natogli in Andria da Jolanta; e questi morendo senza figli, dovesse succedergli
Arrigo suo terzo genito, natogli da Isabella d’Inghilterra sua terza moglie; e se anche,
questi non avesse eredi, allora doveva cadere la successione in persona del suo figlio
bastardo Manfredi già Principe di Taranto con altri quattro Contadi. E siccome
allora Corrado trovavisi a battagliare in Alemagna; così nominò Manfredi Balio,
o sia governatore generale d’Italia con pienezza di autorità.
Ciò premesso per maggior chiarezza de’ fatti, veniamo a quel che ci riguarda.
La Città di Andria, che fin qui aveva date tante prove di fedeltà,
e di attaccamento a Federico; morto costui si trova nel 1251. ribelle ai Svevi
[2].
Parrebbe alcerto ingrata, e leggiera per questo repentino cambiamento,
se la tradizione patria ne avesse taciuto il motivo. Non appena il Principe Manfredi
assunse il governo di queste regioni , che si vide costretto, per accorrere
ai bisogni dello stato, imporre ai popoli soggetti delle tasse pesanti.
Gli Andriesi perché non usi sino a quel punto a pagare contribuzioni,
per privilegio ottenuto da Federico, si opposero; ma niente valsero le loro ragioni
presso di questo nuovo Dominante. Quindi doluti di questa creduta ingiuria,
cercarono ad esempio di Foggia, e di Barletta sottrarsi dal giogo de’ Svevi.
Ma durò poco questo loro sollevamento; mentre essendo disceso nella Puglia Corrado,
essi furono solleciti ad inviargli una deputazione, per fargli presente
il privilegio ottenuto dal Padre, ed il torto riportato da Manfredi.
Corrado benché fosse burbero per natura; pure perché sentiva caro il nome di Andria,
dove aveva salutato la prima volta il giorno; e perché questa città depositava
l’augusta spoglia della sua sventurata Genitrice, accolse con significanti contrassegni
di benevolenza la deputazione. Fece ragione alla sua domanda, o si compromise volere
al più presto rivedere questo suolo natio. Egli allora era in Melfi; ma non passarono
che pochi giorni e venne in Andria con tutt’ i Grandi della sua corte; e questa città
si vide di bel nuovo caldeggiata dal benefico riverbero de’ Svevi; ed il castello
del Monte rianimato dall’ istesso genio di Federico. Ma quest’ aura favorevole
per gli Andriesi cessò ben presto; mentr’egli mancò ai viventi nel fiore de’ suoi giorni,
correndo l’anno 1254. nel 21. Maggio, essendo vissuto anni 26. dei quali tre all’Impero.
Lasciò Corradino di anni due, natogli in Germania dalla Regina Isabella sua moglie
nel Marzo del 1252. sotto il Baliato di Bertoldo Marchese di Hoemburch,
da lui costituito governatore generale de’ suoi stati, e non già il fratello Manfredi.
Ma Bertoldo, conoscendo la sua insufficienza nel potere in tempi tanto difficili
sostenere le ragioni di Corradino, investì di tutt’ i suoi poteri, ottenuti
per testamento da Corrado, il Principe Manfredi, anche ad insinuazione di tutt’i Grandi dell’Impero.
NOTE
[1]
Giann.
Sto. Civil. lib. XVII. pag.473. vol. 2.
[2]
Murat. Ann.1251.
Annal. D’Ital.