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Storia della Città di Andria ...
di Riccardo D'Urso (1800 - 1845),
Tipografia Varana, Napoli, 1842, pag. 75
Libro Quarto
Capitolo IX.
Continuazione del Dominio Svevo sotto il Baliato di Manfredi.
Introduzione in Andria delle Monache Chiariste.
Anni 1254.
Questo Principe a sentimento comune de’ storici era nato veramente all’Impero.
Alle virtù eminenti che possedeva, accoppiava una raffinata politica.
Difatto non appena assunse le redini del Governo, che formò la delizia
de’ suoi popoli soggetti e lo spavento de’ nemici dei suoi stati.
Gli Andriesi non più si dolsero di lui. Il privilegio di non pagar contribuzioni
ottenuto da Federico e confermato da Corrado, fu da lui rispettato.
Soleva, quando dimorava in Puglia, visitare questa città, anche per recarsi
nel castello del Monte in compagnia de’ suoi Baroni.
Troviamo di rimarcabile in Andria sotto questo secondo suo Baliato la introduzione delle Chiariste.
Esiste ancora il loro monistero, benché da tre secoli dismessa la comunità.
Questo è propriamente quell’ampio edifizio, del quale una parte è stata nel 1838.
occupata dallo spedale civile, e l’altra ridotta ad abitazione palazziata
[1].
Nei risarcimenti praticati, oltre all'essersi trovati molti avanzi della clausura,
si è scoperta una lapida sull’ alto del parlatorio con questo millesimo, 1257.
indicante il tempo della sua fondazione. Rimane tuttafiata l’antica denominazione
della strada detta di S. Chiara, e regge nel suo piede la Chiesa nella sua mediocre capacità.
Lasciò derelitta questa clausura nella peste del 1528. mentre in questo punto
infierì a segno, che la strada venne cordonata, e degli abitanti di essa
si trovarono in vita, dopo il flagello solo due donne, cioè una delle più vecchie
delle Chiariste ed una decrepita contadina, come vedrassi a suo luogo.
NOTE
[1]
Abitaz. formata dal Sig. Cantore Brudaglio.